I sogni di Viktoria, dall’Euro all’America

Davanti a una sfida, Viktoria Ranisavljevic non si tira mai indietro. Quando ha iniziato a giocare nella SAM Massagno aveva 6 anni ed era l’unica femmina della squadra. E così è stato fino ai 13 anni. Poi, dopo una stagione al Cassarate, la ticinese di origini serbe si è trasferita al Riva, dove a 14 anni ha iniziato ad allenarsi con le ragazze della LNA guidate da Valter Montini. A soli 16 anni, ecco un altro grande salto con il passaggio al Pegli, club genovese della Serie B italiana. Ora, alla soglia dei 20 anni (li compirà il 30 luglio) e dopo due stagioni da protagonista con l’Elfic Friburgo, Viki si prepara a una nuova avventura. Quella americana, alla Penn State University.
«Provo le stesse emozioni che mi avevano accompagnata in Liguria quattro anni fa», ci racconta la giovane regista della nazionale rossocrociata, appena rientrata dagli Europei in Grecia. «Sono un po’ ansiosa come allora, perché non so esattamente cosa mi aspetta. Ma sono convinta che anche stavolta non mi pentirò della scelta. Io sono fatta così, non ho paura di buttarmi e di affrontare cose nuove. Mal che vada, potrò sempre dire di averci provato. La cosa più importante, per me, è non avere rimpianti».
Un’esperienza bellissima
Di rimpianti, Ranisavljevic non ne ha neppure ripensando alla rassegna continentale, salutata sabato con una severa lezione subita dall’inarrivabile Francia. Il bilancio della Svizzera al Pireo parla di tre sconfitte in altrettante partite, ma per Viki e compagne questo Europeo – il primo dopo 69 anni di attesa per la selezione rossocrociata – è stato comunque bellissimo: «Abbiamo vissuto una settimana intensa e piena di emozioni. Per tutte noi era la prima volta, non sapevamo cosa attenderci, ma eravamo consapevoli di confrontarci con un livello molto più alto rispetto a quello a cui eravamo abituate. Inoltre, siamo capitate in un girone particolarmente difficile. Contro Grecia e Turchia ce la siamo comunque cavata, nel senso che siamo riuscite a rispettare il nostro piano partita. Con le turche siamo pure rientrate a -10, cullando la speranza di potercela giocare fino alla fine. Il divario fisico, però, è stato netto in ogni partita. Soprattutto contro la Francia, favorita per il titolo. Al di là di tutto, però, abbiamo acquisito parecchia esperienza. Io, personalmente, sento di averne approfittato per crescere, anche se non sono ancora al livello che conto di raggiungere nei prossimi anni. Anche umanamente sono stati giorni eccezionali. Ci siamo molto divertite, siamo un gruppo davvero affiatato. Speriamo che questo sia solo un punto di partenza. Agli Europei del 2027 vogliamo esserci ancora».
Il buon esempio
Per provare a ridurre il gap con le migliori nazionali, il basket femminile elvetico intende innanzitutto allargare la sua base, aumentando il numero di tesserate. Una sfida che Swissbasketball, sotto la spinta del presidente Andrea Siviero, sta prendendo seriamente. «Noi giocatrici percepiamo che la Federazione sta dando importanza anche alla pallacanestro femminile e questo ci rassicura», afferma Viki. «In campo cerchiamo di dare il buon esempio e di essere un modello da seguire. In questo senso, credo che l’Euro abbia offerto una bella vetrina a tutto il nostro movimento. Lo scorso febbraio, in occasione delle gare decisive per la qualificazione, abbiamo riempito la palestra di Aarau. Tante ragazzine sono venute a dirci di aver iniziato a giocare a pallacanestro grazie a noi. Oltre a farmi molto piacere, mi dà tanta speranza per il futuro».
Come in un film
Il futuro, per Viktoria, è a stelle e strisce: «Mentre cercavo una nuova sfida all’estero, sono stata contattata da un paio di college americani. Quando è arrivata la chiamata di Penn State, non ho dovuto rifletterci molto. Conosco il livello di quell’università e della conference in cui milita, la famosa Big 10. Rispetto alla Svizzera, è tutto un altro mondo. Giocare lì mi offrirà un’enorme opportunità di crescita e anche tanta visibilità. Sarà una grande esperienza di basket e di vita».
La quasi ventenne ticinese si trasferirà negli States verso la metà di agosto. «Non sono ancora stata a visitare il campus, tra campionato e Nazionale non ne ho avuto il tempo, ma so che lo staff tecnico della squadra mi ha seguita attentamente, anche durante l’Euro». Penn State è la stessa università frequentata nell’ultimo anno dal 22.enne friburghese Yanic Konan Niederhauser, che nei prossimi giorni potrebbe diventare il quarto svizzero draftato in NBA. «Lui è fortissimo!», assicura Viki. «Personalmente non lo conosco, ma prossimamente gli scriverò per avere qualche dritta. Immagino la vita del college come la si vede nei film, ma sarei curiosa di sapere come l’ha vissuta lui». E chissà che un giorno non tocchi a Viktoria Ranisavljevic approdare alla WNBA: «Sarebbe un sogno, nessuna svizzera ci ha mai giocato. Ma non voglio guardare così in là, preferisco concentrarmi sul presente».
Non solo Elfic
Con un Europeo alle spalle e la Pennsylvania all’orizzonte, Viktoria Ranisavljevic ha potuto metabolizzare la sconfitta nella finale dei playoff con l’Elfic, battuto dal Nyon: «Perdere non è piacevole, ma per il basket femminile svizzero, dopo tanti anni di dominio burgundo, questo rimescolamento di valori può essere positivo. Friburgo, Nyon e Troistorrents prenderanno parte alla prossima Eurocup e anche il Ginevra sta lavorando bene. Il prossimo sarà un campionato più incerto e combattuto. Purtroppo non ci saranno squadre ticinesi, ma comprendo la decisione del Riva di scendere in B».
Per rivedere Viki su un parquet svizzero potrebbe volerci pazienza. Difficilmente, infatti, la ticinese potrà dar man forte alla Nazionale nelle prossime finestre di qualificazione, in novembre e in febbraio: «La NCAA è abbastanza rigida e non lascia partire le europee in pieno campionato. Faremo una richiesta, ma la vedo dura».