Basket

«La squadra è compatta, sappiamo cosa valiamo»

Alex Martino guarda con fiducia a gara-3 in programma domani a Neuchâtel: «Siamo consapevoli che martedì scorso abbiamo gettato il successo, dobbiamo riscattarci»
Domani alla Riveraine, in cabina di regia la SAM Massagno dovrà affidarsi quasi esclusivamente ad Alex Martino. ©CdT/Chiara Zocchetti
Mattia Meier
20.04.2024 06:00

Un uomo solo al comando. Lo strascico forse peggiore di gara-2, oltre la sconfitta e quel che ne consegue – la necessità ora di vincere già domani a Neuchâtel per evitare di trovarsi pericolosamente spalle al muro – è l’infortunio occorso a Yuri Solcà nella seconda metà di partita. Nessun interessamento dei legamenti a quanto pare, per lui si parla di frattura del piatto tibiale, meno grave ma sufficiente a fargli chiudere qui la stagione (5/6 le settimane di stop). Un brutto colpo, per un ragazzo che ancora non sembra aver esaurito il debito con la sfortuna già ampiamente pagato negli anni della sua formazione. Un’assenza non da poco quella del talentuoso playmaker ticinese, probabilmente alla sua miglior stagione in carriera, perché priva i compagni di un importante pezzo della rotazione. E toglie ad Alex Martino il suo «back-up» ideale, grazie a quella complementarità tra i due sottolineata prima di gara-2 su queste colonne da coach Gubitosa. Che ora, in cabina di regia, non potrà che affidarsi quasi esclusivamente al «fido» Alex, rimasto l’unico vero playmaker di ruolo della squadra. «Per Solcà non può che dispiacere – ci spiega proprio il ragazzo cresciuto nella SAM – Perché perdiamo un giocatore per noi fondamentale e di cui avevamo un gran bisogno, e poi anche per la persona, perché Yuri è un ottimo compagno e un ragazzo in gamba e non se lo meritava. Non ci voleva, adesso sta a noi coprire il buco che lascia».

Soluzioni alternative

Un compito che Martino non dovrà affrontare da solo. In questi giorni lo staff tecnico ha lavorato per trovare alternative: «Abbiamo iniziato a spostare Williams nel ruolo, compito che come ha già dimostrato può ricoprire ottimamente, ma lui ormai è in grado di fare di tutto su un parquet. Inoltre sicuramente darà una mano anche Dunans. Soluzioni alternative dunque non ci mancano». Il playmaker classe 1998 non ha comunque nessun timore di prendersi le sue responsabilità: «Assolutamente. Certo prima sapere di avere Solcà alle spalle toglieva un po’ di pressione, ma mi sento pronto a fare quello che ci si aspetta da me, non mi tiro indietro, darò il 110% per il bene della squadra».

Fermezza unita a consapevolezza dunque, oltre un pizzico di calma dei giusti: «Mentalmente sono assolutamente tranquillo. Ormai di esperienza ai playoff ne ho accumulata, al secondo turno è qualche stagione che ci arriviamo, conosco la pressione che comporta e ribadisco di sentirmi al meglio per domani». La stessa testa che gli ha permesso di dimenticare in fretta quei due «maledetti» tiri liberi mancati nel finale di gara-2 che avrebbero dato tutto un altro senso al match di martedì: «Non mi influenzano, l’incazzatura rimane però, lo ammetto. Non per averli sbagliati, ma per il come. Non un mattone, non un «air-ball», no, hanno girato sul ferro, usciti di un niente. Forse gli dei del basket non erano dalla mia parte. Detto ciò, lo so io e lo sanno i compagni che non sono stati certo solo quello a pesare nel risultato finale».

Padroni del proprio destino

E ora, la prossima sfida. Delicata e pericolosa. Con la serie in parità (1-1), quello di domani alla Riveraine (17.00) è il classico «pivotal game», da vincere per iniziare a vedere la finale, da non perdere per non finire sull’orlo del baratro: «L’ambiente in squadra è comunque positivo. Siamo consapevoli che martedì l’abbiamo gettata via, ma allo stesso tempo conosciamo il nostro valore e dove ci può portare. Tolto l’inizio e la fine di gara-2, avevamo il match in mano, però le partite si vincono sui 40 minuti. Ma domani saremo pronti a giocarcela dall’inizio e fino in fondo, i primi arrabbiati siamo noi». Certo è che questa incostanza sembra proprio nel DNA della Spinelli: «Sì, e anche no. Di certo noi non abbiamo fatto quanto avremmo dovuto, ma si può anche dire che tutto quello che poteva andare storto martedì l’ha fatto. I miei liberi, la rimessa con palla persa, il fallo in attacco di Mladjan, le triple di Caputo e poi Ancrum. Poteva girarci anche meglio. Ma come detto sta a noi influenzare queste cose e non esserne vittima».