Calcio

Blindare la Nations e poi dirle addio?

Questa sera (20.45) a San Gallo, evitando la sconfitta contro la Repubblica Ceca, la Svizzera si assicurerebbe la permanenza nella Lega A - Parte dell’attuale gruppo potrebbe poi congedarsi prima dell’edizione 2024/25
© KEYSTONE / JEAN-CHRISTOPHE BOTT
Nicola Martinetti
27.09.2022 06:00

Qualcuno ha provato a metterla sul tavolo, la parola «pareggio». Punzecchiando il ct rossocrociato Murat Yakin, alla vigilia dell’ultima sfida di Nations League contro la Repubblica Ceca. Una provocazione durata una manciata di secondi, prima di essere prontamente rispedita al mittente con un messaggio forte e chiaro: «Perdere non sarebbe una vergogna, del resto anche una grande come l’Inghilterra è incappata nella relegazione. Ma al kybunpark non punteremo al minimo indispensabile. Abbiamo le qualità per ambire alla posta piena, in quella che per noi è una finalissima. E la squadra è affamata». Sì, la Svizzera non vuole accontentarsi. Di più, intende chiudere in bellezza un cammino iniziato in maniera claudicante proprio contro gli avversari odierni, poi raddrizzato in corso d’opera. Nascosta tra le pieghe della replica di Yakin, vi è però anche la volontà di dribblare con convinzione un’insidia non indifferente. Evitando che le conseguenze di quanto accadrà stasera a San Gallo plasmino in negativo il prossimo biennio rossocrociato. Se non di più.

Oltre i confini della salvezza

Il quadro, del resto, è ormai ben definito. E la portata dei novanta minuti contro la selezione ceca oltrepassa i confini della Nations League. Evitando la sconfitta contro la squadra di Jaroslav Silhavy, la Svizzera otterrebbe innanzitutto la salvezza nella Lega A per la seconda edizione di fila. Un esito cruciale per il movimento elvetico, che negli ultimi anni - risultati alla mano - ha dimostrato di trarre importanti benefici dal confronto con l’élite del calcio continentale. La semifinale sfiorata a Euro 2020 ad esempio, eliminando la Francia campione del mondo, è lì a testimoniarlo. Così come i più recenti exploit contro Italia, Portogallo e Spagna. Ma è proprio in ottica continentale che la sfida del kybunpark assume un significato ancora più importante. Infrangendo le speranze ceche infatti, oltre alla permanenza nella Lega A, la Svizzera si garantirebbe un posto in prima fascia nel sorteggio dei gruppi per le qualificazioni all’Europeo del 2024. Affrontando dunque il suo cammino verso la kermesse tedesca in qualità di testa di serie, evitando verosimilmente - al netto degli spauracchi Francia e Inghilterra - l’ingombrante presenza di una «big» nel suo girone. Un vantaggio non indifferente, anche nel contesto di un torneo che dall’allargamento a 24 partecipanti vede accedere alla fase finale le prime due selezioni di ogni gruppo di qualificazione.

Chi ci sarà ancora tra due anni?

Mantenendo aperta sul 2024 la finestra temporale, emerge poi un côté dai tratti nostalgici, che potrebbe toccare parte dei protagonisti attesi in campo questa sera. Già, perché ai nastri di partenza della prossima Nations League - la cui fase a gironi si consumerà nel medesimo anno della rassegna continentale tedesca - potrebbero non presentarsi diversi giocatori rossocrociati attualmente inclusi nella selezione di Murat Yakin. A cominciare dal portiere Yann Sommer, che nel mese di dicembre spegnerà 34 candeline, una in più del 33.enne Fabian Frei. Scorrendo l’elenco, viene naturale chiedersi se entrambi, così come altri elementi che hanno segnato un’epoca della Nazionale, avranno ancora il livello e la motivazione per proseguire il loro cammino elvetico. Tra questi vi sono anche l’«americano» Xherdan Shaqiri e Fabian Schär, che - al pari di Renato Steffen - da qui a dicembre compiranno 31 anni. Senza dimenticare i 30.enni Granit Xhaka - il cui compleanno cade oggi -, Ricardo Rodríguez, Remo Freuler e Haris Seferovic. Avanzare supposizioni oggi, ipotizzando quanti e quali tra i nazionali citati faranno ancora parte della selezione elvetica quando andrà in scena la prossima edizione della Nations League, sarebbe quantomeno azzardato. Ma è altresì verosimile che alcuni di loro - specialmente chi per un motivo o per l’altro si è già defilato a livello di club, sbarcando in campionati meno competitivi - potrebbero presto seguire i vari Mehmedi e Gavranovic, congedandosi dal palcoscenico internazionale. Una sorta di addio dopo aver - si auspica - blindato l’attuale status della Svizzera nella Lega A, insomma. Un concetto peraltro estendibile anche al Mondiale, che dopo la rassegna in Qatar tornerà ad animare il calendario internazionale soltanto nel 2026. Difficile immaginare che per allora l’inevitabile ricambio generazionale non abbia intaccato parte dell’undici titolare.

Yakin: «Siamo cresciuti parecchio dalla sconfitta di Praga»

Il ricordo di quanto accaduto al Sinobo Stadium di Praga lo scorso 2 giugno, permane indelebile nella mente dei rossocrociati. Quell’indigesto 2-1 che lanciò nel peggiore dei modi l’attuale campagna di Nations League, tutt’oggi risuona infatti come un monito, che la selezione elvetica non intende ignorare in vista della sfida del kybunpark. A cominciare dal ct Murat Yakin. «Quella ceca è una grande nazionale, con tanti giocatori di qualità che si muovono bene in un sistema interessante. All’andata sono stati abili a conquistare i tre punti grazie alla loro corsa. Ma quella era un’altra Svizzera, meno brillante rispetto a quella attuale. Contavamo infatti diverse assenze e molti giocatori erano stanchi dopo una lunga stagione. Ora tutti sono in forma e non a caso siamo cresciuti parecchio lungo il cammino. Abbiamo dimostrato di poter battere le grandi squadre, e arriviamo all’ultima curva di questa Nations League con il pieno di fiducia. Ora manca soltanto l’ultimo passo, per congedarci al meglio da questa edizione e approcciare positivamente le settimane di avvicinamento al Mondiale in Qatar».

Come quattro mesi fa in occasione del match d’andata, anche questa sera Murat Yakin dovrà fare a meno di Manuel Akanji. L’eroe dell’impresa di Saragozza, allora infortunato, oggi dovrà osservare il match dalla tribuna in quanto squalificato. «Sostituirlo non è possibile - afferma Yakin al proposito -. Ma con Cömert e Schär ho due valide alternative, in forma e spesso impiegate nei rispettivi club. Al netto di questa defezione, comunque, il nostro piano non cambia. Vogliamo giocare in maniera dominante e sfruttare al meglio le nostre occasioni».