Cara Svizzera, ora tocca a te dare forma alle ambizioni
Nell’estate del 2018, culla dell’ultimo Mondiale, Murat Yakin era momentaneamente senza lavoro. Granit Xhaka - per quanto centrale - non figurava invece tra i leader della Nazionale. Non ancora. «Per questa ragione, oggi, sarebbe irrispettoso pretendere di fare parte della Svizzera più forte di sempre» sottolinea il giocatore, rendendo omaggio ai trascinatori e allo staff tecnico del passato. Le parole del capitano, a poche ore dal debutto mondiale contro il Camerun, suggeriscono tuttavia le ambizioni della nuova generazione. «Siamo una squadra diversa, più giovane. Più affamata? Forse. Di sicuro non ci mancano certezze sul piano del gioco» afferma con convinzione il centrocampista dell’Arsenal. Al suo fianco, il commissario tecnico distribuisce sorrisi, litigando puntualmente con la traduzione in cuffia. «Negli ultimi anni la Svizzera ha saputo progredire ulteriormente. E oggi schiera elementi come Xhaka, protagonisti nei più grandi campionati del pianeta. Insomma, personalmente non ho problemi a riconoscere di allenare una delle selezioni svizzere più forti di sempre. Le parole del nostro direttore? Pierluigi Tami ha ragione. Condivido e condividiamo il suo pensiero. Non siamo in Qatar per partecipare semplicemente al torneo. No, tutti insieme vogliamo scrivere la storia».
Un avversario temibile
Per riuscirci, va da sé, sarà fondamentale interpretare al meglio il primo capitolo. «Ma siamo pronti» assicura Xhaka: «Dopo dieci giorni trascorsi tra Doha e Abu Dhabi possiamo sostenere di esserci acclimatati». A contendere i primi tre punti alla Svizzera, dicevamo, sarà il Camerun. «Un avversario da non sottovalutare» avverte Granit. «Le qualità offensive della selezione africana - aggiunge Yakin - sono indiscutibili. Profili come Choupo-Moting, Aboubakar, Toko e Nsamé possono rendersi pericolosi in ogni momento». La Nazionale elvetica, tuttavia, si affiderà a una delle migliori difese della competizione. «Se tornerò a giocare a 4? È una possibilità» osserva divertito l’allenatore. Per poi suggerire la risposta: «Quello con il Ghana, e mi ripeto, era un test. Restiamo flessibili e non diamo troppa importanza al modulo. La priorità, contro il Camerun, devono essere l’alta intensità e la capacità di essere il più possibile dominanti con la palla fra i piedi».
Spazio all’undici tipo
Molto, al proposito, passerà da quelli di Xhaka. Splendido protagonista in Premier League con i Gunners. «Le dinamiche a livello di club e quelle in Nazionale, ad ogni modo, presentano molte differenze. Il tempo a disposizione per allenarsi e competere insieme è ridotto. Detto questo, sì, affronto il Mondiale con grande fiducia. E sono pronto a guidare questa giovane Svizzera». Già, ma fino a dove? «Prendiamo partita per partita. Cerchiamo di conquistare la vittoria numero uno e poi - come affermato da Muri - andiamo in campo per scrivere la storia». Il capitano rossocrociato, insomma, cerca di non guardare troppo avanti. «Quale può essere il miglior risultato tra Brasile e Serbia? Non ci interessa. Dobbiamo vincere la nostra di partita».
Toccherà alla formazione tipo. Con Embolo dunque unica punta, affiancato da Vargas e Shaqiri. «La situazione di Xherdan è nota» rileva Yakin in merito al suo fantasista: «Naturalmente non è possibile replicare l’intensità di una partita attraverso l’allenamento. Nelle sedute svolte in questi dieci giorni, però, Shaqiri mi ha dimostrato di stare bene. Di poter essere all’altezza sul piano del ritmo». Schierarlo, perciò, sarà una naturale conseguenza. Il ct rossocrociato garantisce quindi per Sommer. «Yann è al top della forma, pronto a fornirci il suo prezioso contributo».
Song nasconde le sue carte
La fisicità del Camerun, in particolare sulle palle ferme, potrebbe tuttavia mettere in difficoltà il portiere rossocrociato, apparso in difficoltà nelle uscite al cospetto del Ghana. «Ma non vi dirò chi e come giocheremo» dichiara il ct e leggenda dei Leoni Indomabili Rigobert Song. «La Svizzera? La rispettiamo. E la conosciamo molto bene. Ha ottime qualità, ma non vedo favoriti in questo girone. Da quanto mi risulta, Qatar 2022 ha già conosciute alcune sorprese. A parlare sarà dunque il campo, non la classifica FIFA. Che senso avrebbe, altrimenti, disputare la competizione». Sogna la Svizzera, ma sogna pure il Camerun.