Spagna

Caso Rubiales, le giocatrici di nuovo a muso duro: «Questi cambiamenti non bastano»

Nel giorno in cui all'oramai ex presidente della Federcalcio è stato vietato di avvicinarsi a Jenni Hermoso, le campionesse del mondo hanno nuovamente alzato la voce: «Vogliamo cambiamenti radicali»
© SERGIO PEREZ
Red. Online
15.09.2023 19:00

Che il calcio spagnolo fosse in crisi, beh, lo avevamo capito. Ora, però, lo strappo fra giocatrici e Federcalcio – se possibile –si è allargato. Nel giorno in cui all'oramai ex presidente Luis Rubiales è stato vietato di avvicinarsi a Jenni Hermoso, la giocatrice vittima di un bacio forzoso a margine della vittoria della Coppa del Mondo, quasi tutte le calciatrici reduci dal trionfo in Australia e Nuova Zelanda hanno alzato, nuovamente, la voce.

Ventuno delle ventitré convocate, in coro, hanno affermato che i cambiamenti finora apportati «non sono sufficienti». La dichiarazione congiunta è stata pubblicata sui canali social di Alexia Putellas, due volte vincitrice del Pallone d'Oro, indubbiamente l'elemento più in vista della selezione. Non sono sufficienti, già. Urgono, a detta delle ragazze, «cambiamenti radicali nelle posizioni dirigenziali» della RFEF, la Federcalcio spagnola, ad oggi nelle mani di uomini nominati proprio da Rubiales. La dichiarazione, nell'insieme, è stata firmata da trentanove giocatrici. Il tutto mentre la nuova allenatrice, Montse Tomé, avrebbe dovuto presentare le convocazioni per le sfide di Nations League contro la Svezia e la Svizzera, in programma il 22 e 26 settembre. La conferenza stampa, prevista per il pomeriggio, è stata rinviata a data da confermare come riportato dalla Federazione.

Un ritorno, in massa, in nazionale sarà insomma possibile soltanto a determinate condizioni. A cominciare dalle dimissioni del presidente ad interim Pedro Rocha e passando per una vera e propria «ristrutturazione dell'organigramma del calcio femminile» e della stessa Federcalcio. Servono volti nuovi. Ma anche concetti differenti e una mentalità, finalmente, al passo con i tempi. L'annuncio, va da sé, ha avuto l'effetto di una bomba. A maggior ragione se consideriamo che, in questi ultimi giorni, la RFEF era fiduciosa circa il ritorno in campo delle giocatrici. Evidentemente, l'allontanamento dell'allenatore Jorge Vilda, i cui metodi erano contestatissimi, e le dimissioni di Rubiales, con gli inevitabili strascichi legali, non sono stati sufficienti. 

Rubiales che, oggi, è apparso per la prima volta davanti a un giudice per rispondere alle accuse di «violenza sessuale» mosse nei suoi confronti in seguito al bacio forzato a Jenni Hermoso, lo scorso 20 agosto a Sydney. Un bacio che, immediatamente, scatenò un'ondata di indignazione e proteste in tutto il mondo. Al termine dell'udienza, svoltasi a porte chiuse, il magistrato titolare dell'inchiesta, Francisco de Jorge, ha vietato a Rubiales di avvicinarsi a meno di duecento metri da Jenni Hermoso. E, ancora, di entrare in contatto con l'attaccante, impegnata nel campionato messicano. L'oramai ex presidente della Federazione, secondo fonti vicine alla Procura, avrebbe nuovamente negato le accuse contestategli. Ribadendo una volta ancora che quel bacio era consensuale. Un atto reciproco, come lo aveva definito martedì in occasione di un'intervista.

Una tesi, questa, smontata dall'avvocato della giocatrice, Carla Vall, che in tribunale ha ribadito come quel bacio fosse tutto fuorché consensuale. Rallegrandosi del fatto che, grazie ai video girati sul momento, l'intero Paese abbia potuto vedere che «non c'era alcun consenso». Il magistrato, ora, dovrà decidere al termine delle indagini se deferire o meno Rubiales. Secondo una recente riforma del Codice Penale spagnolo, un bacio non consensuale può essere considerato un'aggressione sessuale. Una portavoce della Procura, infine, ha spiegato che le pene per Rubiales, 46 anni, vanno da una multa a quattro anni di reclusione. Il tribunale ha anche stabilito che Rubiales ha commesso un reato di coercizione, pure questo negato dal diretto interessato, poiché, a detta della Procura, «Jenni Hermoso e il suo entourage hanno spiegato di essere stati vittime di continue pressioni da parte del signor Rubiales e del suo entourage professionale per giustificare e approvare i fatti».

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