Como Calcio, sta nascendo una creatura surreale

L’11 agosto c’è la Samp. Sarà quello il primo impegno ufficiale del nuovo Como. Nuovo, sì. Al Giuseppe Sinigaglia, d’altronde, sta nascendo qualcosa di mai visto prima, una creatura ai limiti del surreale. Ma lo avete notato? Ogni voce che inizia a circolare sul Como, per quanto assurda possa essere, be’ finisce sempre con il realizzarsi. È stato così con Dossena – ma come, ma non ci sono le grandi su di lui? – ma anche con altri. Varane! Parliamo del centrale titolare della nazionale francese campione del mondo nel 2018. Varane al Como? Sì, vabbe’… Ieri, in tarda serata, è arrivata l’ufficialità. Varane formerà con Dossena una delle coppie difensive potenzialmente più forti dell’intera Serie A. Varane ha vinto tutto, e da protagonista. Contiamo su Wikipedia: 4 Champions League, 3 Liga, 4 Intercontinentali (eh noi le si chiama ancora così), varie supercoppe europee e nazionali, una Coppa d’Inghilterra. E il Mondiale, appunto.
Ma al netto di Varane, la cui tenuta fisica sarà tutta da verificare (tante le assenze allo United negli ultimi tre anni), che cosa sta nascendo, davvero, in riva al Lario? È difficile definire questa estate comasca. Verrebbe da dire: un’estate folle. Sono già accadute molte cose, dopo la promozione. Sono arrivati Dossena e Belotti, e poi Pepe Reina e Audero (sfumato Pau Lopez, unico colpo mancato) per la porta, Alberto Moreno quale alternativa a Sala, Mazzitelli e il tedesco Engelhardt a metà, il 20.enne iracheno Ali Jasim davanti (occhio!), infine Varane, ma c’è la sensazione che altro ancora potrà accadere, sia in entrata che in uscita. Ma che cosa?
Sarà doloroso salutare alcuni degli eroi della scorsa annata (capitan Bellemo su tutti), ma in fondo sappiamo che è pure doveroso. La rosa della promozione difficilmente avrebbe retto all’impatto con la Serie A. Ma neppure, per la categoria, al di là dell’eccitazione del momento, sono una sicurezza assoluta over 30 come gli stessi Belotti, Reina e lo stesso Varane. Occorrono quindi altri colpi alla Dossena (25 anni), giocatori ancora in rampa di lancio, con l’età giusta per presentarsi in campo affamati, per non accontentarsi. Como è una bella città, offre sicurezza e bellezza ai calciatori e alle loro famiglie (chiedere per conferme a milanisti e interisti). Qualcuno potrebbe essere tentato dal sedersi, godendosi la vista oltre gli spalti.
Ok, c’è Fabregas. Questa è una bella garanzia. Per lui parla la carriera da grande calciatore, certo, ma mica solo quella. Lo scorso anno ha mostrato un buon calcio, moderno, verticale – per buona pace di chi associa ancora la Spagna al tiki-taka –, soprattutto vincente. E poi i quattro anni di contratto vogliono dire qualcosa. È un modo per guardare oltre l’estate, oltre le follie, e scorgere il progetto che verrà. Di Varane, il mister ha detto: «È la prova della nostra ambizione». Ma forse la prova vera è la fiducia della società nello stesso Fabregas. Che va oltre chi già è arrivato e anche oltre chi ancora arriverà.
Per chiudere, così per gioco, proviamo a buttare lì l’undici ideale del momento, perlomeno sulla base di quanto sappiamo a oggi, rischiando – come si fa sempre in questi casi – di sopravvalutare i nuovi rispetto ai possibili valori sicuri: Audero; Iovine, Dossena, Varane, Alberto Moreno; Mazzitelli, Engelhardt; Strefezza (Jasim), Cutrone, Da Cunha; Belotti.