Calcio regionale

«Dalla vittoria di mio nonno Otto nel 1968 a un'altra giornata magica per i bianconeri»

Sacha Cattelan, presidente del FC Agno e nipote dell'indimenticato Luttrop era presente al Wankdorf di Berna in occasione della Coppa Svizzera
Gianluca Pusterla
Gianluca Pusterla
16.05.2022 06:00

«Notti magiche inseguendo un gol e negli occhi tuoi voglia di vincere» canterebbe Edoardo Bennato. Per i colori bianconeri la magia è però nel pomeriggio. E lo sa bene Sacha Cattelan, ieri e oggi. La prima storia, che ci riporta al 15 aprile del 1968, l’ha solo sentita raccontare. Un ricordo tramandato dal nonno, l’indimenticato Otto Luttrop, in campo e decisivo con una rete contro il Winterthur in un gremito Wankdorf di Berna (2-1 il risultato al 90’).

Un pomeriggio intriso di emozioni e grande spettacolo. Ovviamente l’attuale presidente dell’Agno non era ancora nato, ma quella giornata gli è stata narrata a più riprese. «Nei discorsi in famiglia se ne parla e se n’è parlato spesso. È un tema che ritorna e di cui dibattiamo con grande piacere» ci spiega Cattelan. «Non è stata l’unica Coppa Svizzera vinta da mio nonno Otto (alzò il trofeo anche con il Sion qualche anno più tardi, ndr), ma sicuramente quella conquistata con il Lugano è stata per lui la più speciale. Mi raccontava dell’atmosfera, del viaggio di ritorno e dell’abbraccio della Città all’arrivo alla stazione di Lugano». E l’epilogo è stato il medesimo anche ieri, con la squadra di Mattia Croci Torti che ha schiantato il San Gallo sempre a Berna. Sacha era nella capitale, indossando i panni del tifoso. «Una giornata emozionante e perfetta». Una fotografia da conservare nell’album dei momenti speciali.

Una mano al Lugano

Il suo Agno milita in Seconda Lega con la squadra che deve ancora sudarsi la salvezza. Ci sarà da lottare fino all’ultimo pallone giocabile. «Dobbiamo migliorare e crescere in tutti gli ambiti societari. Sono stati anni importanti, con due belle promozioni. Questa è per l’Agno una stagione di assestamento, ci sarà da soffrire per confermare la categoria, perché il livello del campionato è davvero alto. Ma devo dire che ci divertiamo, sia in campo che fuori. Certo, con la salvezza in tasca sarei decisamente più tranquillo». Da sempre Sacha è tifoso del Lugano, maglia che ha vestito nelle giovanili. In ogni occasione rivendica con fierezza la mano che l’allora Malcantone Agno diede alla società bianconera. «Non bisogna dimenticare che, se il Lugano oggi è tra le prime della classe in Super League e ieri ha potuto vivere una notte magica, un aiuto l’ha ricevuto da questa società. E ne siamo felici».

Per lui aver sposato la causa dell’Agno è stato un passaggio naturale, una questione di cuore. «Per me Agno è passione. Riprendendo il nostro slogan, io amo Agno. La nostra è una società storica e la nostra maglia è stata indossata da parecchi calciatori che poi sono arrivati in Nazionale. Anche Vladimir Petkovic, che non ha certo bisogno di presentazioni, è passato da noi. Impegnarmi per questi colori è stato naturale e sono felice di farlo con un gruppo di amici, su tutti Manuel Docourt, con cui ho un legame speciale».

Una passione infinita

Calcio e amicizia per Sacha Cattelan sono un binomio indissolubile. «Il pallone mi ha permesso di conoscere molta gente e instaurare con tanti di loro delle solide relazioni che vanno avanti anche dopo parecchi anni. Credo sia questo l’aspetto più bello che porto con me ogni giorno». Ieri la fantasia al Wankdorf l’ha portata Mattia Bottani, 54 anni fa ci pensò Otto Luttrop. Un ticinese da una parte e un tedesco con il Ticino nel cuore dall’altra. «È stata una figura importante nel calcio ticinese e sia a Lugano che a Chiasso lo ricordano con grande affetto. È stato un ottimo calciatore, ma di Otto è emerso anche il lato umano. Un campione dentro e fuori dal campo e un Uomo con la “U” maiuscola».

Due storie diverse, dal 1968 al 2022, con una coppa da alzare al cielo come comun denominatore. Ieri al triplice fischio dato dall’arbitro Schnyder  Sacha Cattelan era sul verde del Wankdorf. E chissà se a sua volta tramanderà i racconti di questa giornata speciale alle generazioni future.