Grande Doumbia e bene Steffen

Difficile reagire sul tacco volante di Ajeti. È invece decisivo su altre tre conclusioni ravvicinate. Sorvoliamo sui rilanci.

Reinventato terzino, di riffa o di raffa contiene Otele alla grande. Alle corde nel finale.

Esemplare sino all’ora di gioco. Poi si perde colpevolmente l’uomo e il Basilea accorcia.

Giganteggia sia in retrovia, sia nell’area renana, dove trova il pesantissimo 2-0. Di nuovo grande.

Non si risparmia, lanciandosi ripetutamente dietro alle spalle di Tsunemoto. Che, in effetti, un pochino annaspa.

Primo tempo delizioso, per modi e tempi. Tutto sommato regge bene anche dopo la pausa.

Astuto nel trarre in inganno Otele e permettere ai suoi di sbloccarsi dal dischetto. Poi è soprattutto uomo d’ordine.

Al netto della punizione «shaqiresca» che manda in gol Papadopoulos, gioca con personalità e rabbia. Da leader, non da singolo.

 Farraginoso da 10. Nella ripresa, largo a sinistra, emerge per contro in modo clamoroso. Al 60’, purtroppo, Hitz compie il miracolo, ma è lui a dare vita al 3-1.

Utile tatticamente, visti i continui scambi di posizione con Marques, meno in termini di concretezza. Spreca sparando da due passi sulla mascella di Barisic.

Lo si vorrebbe vedere incidere pure nei 16 metri, perché nel resto del campo è dominante. Ma, appunto, è pur sempre una prima punta.

Cerca in tutti i modi di far rifiatare i suoi.

Il suo gol, dopo un paio di tentativi andati a vuoto, è una liberazione.

Atteggiamento prudente. E va bene così.

È anche la sua vittoria. È soprattutto - meritatissima per altro - la sua vittoria. Banalmente, perché non ci avrebbe scommesso quasi nessuno.