Calcio

Il Bellinzona va a Thun, Maccoppi forse

Stasera i granata saranno di scena alla Stockhorn Arena ma il tecnico, che non ha lavorato con la squadra durante la pausa, potrebbe non sedersi in panchina - In sua assenza a dirigere le operazioni in campo è stato il suo vice Cocimano: «Sono qui per aiutare»
Il 51.enne di origine argentina ha temporaneamente preso le redini del gruppo, come già aveva fatto dopo le partenze di Sesa e Raineri. © CdT/Gabriele Putzu
Nicola Martinetti
31.03.2023 06:00

Ha staccato la spina, il Bellinzona. Sfruttando la pausa internazionale per prendere le distanze da un campionato che - da mesi ormai - non gli regala gioie. La sosta, tuttavia, non ha permesso ai granata di schiarire completamente le idee. Nello specifico, gli interrogativi legati alla posizione del tecnico Stefano Maccoppi, emersi prepotentemente dopo il pareggio interno contro il Neuchâtel Xamax, non hanno trovato risposta. Con tutte le conseguenze del caso. A dirigere gli allenamenti nell’ultima decina di giorni, per dire, è stato il suo vice Fernando Cocimano. Così come il breve ritiro a Veronello e l’amichevole contro il Lucerna. Senza che lo stesso Maccoppi, che ieri si è nuovamente incontrato con la dirigenza, fosse mai presente. La sua trasferta a Thun questa sera è dunque da considerare in forse. In un contesto che, va da sé, rimane aperto a qualsiasi scenario.

Il vero punto fermo

Il vero punto fermo in casa granata, dicevamo, è allora attualmente rappresentato da Fernando Cocimano. Che per la terza volta in stagione - lo aveva già fatto dopo le partenze di David Sesa e Baldo Raineri - ha temporaneamente assunto il comando delle operazioni. «Noi non siamo al corrente di ciò che succederà - ci spiega il 51.enne di origine argentina -. Per quanto ci riguarda, finché non arrivano comunicazioni in merito Stefano resta il nostro allenatore. In generale comunque in questi giorni, durante i quali ho diretto io la squadra, abbiamo cercato di tenere all’esterno dello spogliatoio questa vicenda. All’interno, invece, ci siamo detti che dobbiamo lavorare per il gruppo. Vogliamo uscire da questa situazione e vogliamo farlo già questa sera a Thun». Qualcuno, vedendo la frequenza con cui l’ACB torna ad affidarsi all’ex tecnico del Paradiso, sostiene che se Cocimano disponesse del patentino richiesto, sarebbe già da tempo l’allenatore dei granata. «Non averlo è un rimpianto, certo - prosegue il nativo di Quilmes -. E infatti mi sono attivato presso la federazione elvetica, al fine di poterlo conseguire in Italia o in Spagna nei prossimi mesi. Sto attualmente aspettando che si aprano le iscrizioni ai corsi. Tuttavia ci tengo a ribadire una cosa molto importante: mi sono sempre trovato bene con tutti i tecnici con cui ho lavorato. E per tornare al discorso iniziale: aiutare la squadra in un momento di difficoltà, o quando succede qualcosa con il primo allenatore, fa parte del mio ruolo. So che devo sempre farmi trovare pronto».

I numeri e il precedente positivo

Già. Come, ironia della sorte, lo scorso 10 gennaio. Quando in piena preparazione invernale e privi della guida tecnica di Baldo Raineri, i sopracenerini affrontarono il Thun in amichevole alla Stockhorn Arena, con Cocimano in panchina. Il risultato? Uno a zero per il club della capitale, l’ultimo successo - seppur non ufficiale - al cospetto di una compagine di Challenge League. «Ricordo bene quella serata - afferma il nostro interlocutore -. Partivamo leggermente sfavoriti, ma ci siamo imposti con merito. Oggi quel risultato non conta però più nulla. Anche perché come sottolineano i numeri, quella di Mauro Lustrinelli è la squadra più in forma del momento (nessuno ha fatto meglio negli ultimi dieci turni di campionato, ndr). Al contrario di noi, purtroppo. Tuttavia a mio avviso non partiamo battuti. Semplicemente dovremo lavorare il doppio per portare a casa un risultato positivo. I presupposti del resto ci sono: la squadra in queste settimane ha lavorato molto bene, anche dal punto di vista fisico. E il ritiro di Veronello ha permesso a tutti di staccare, rigenerandoci sotto il profilo mentale. Ora c’è una salvezza da centrare il prima possibile, per dare tranquillità a tutto l’ambiente e lavorare serenamente in ottica futura. Nella mia mente non ho dubbi: andremo a vincere questa partita».

Nella voce del tecnico sudamericano non vi è incertezza. Nemmeno quando gli chiediamo se, in caso di necessità, sarebbe disposto a rivivere l’esperienza di inizio anno. Calcando nuovamente l’erbetta sintetica della Stockhorn Arena in qualità di allenatore. «Come ho detto, qualora non ci fosse Stefano sarebbe mio dovere assumere le redini del gruppo e guidare la squadra in terra bernese. Ma ribadisco, di comunicazioni in tal senso non ne ho ricevute. Anzi, mi aspetto che il mister possa fare il suo ritorno».