Il personaggio

Il «giallo» Nico Elvedi

Sul centrale difensivo e sul compagno di reparto Akanji grava la diffida: il pericolo di saltare l'ultima partita contro la Serbia per squalifica, insomma, è alto – Che cosa farà Murat Yakin?
© KEYSTONE / LAURENT GILLIERON
Massimo Solari
26.11.2022 14:30

Nel 2018 ha vissuto un Mondiale ai margini. Zero minuti. Brasile all’esordio compreso. Il suo ruolo è nel frattempo mutato radicalmente. Nico Elvedi è uno dei pilastri della Nazionale elvetica. Eppure, paradossalmente, lunedì potrebbe mancare di nuovo l’affascinante appuntamento contro i verdeoro. Già, su di lui e sul compagno di reparto Manuel Akanji grava - pesante e fastidiosa - la diffida. Guardare all’insieme e non solo al prossimo impegno, dunque, è lecito per lo staff tecnico. Quasi doveroso. La sensazione, tangibile, è che la qualificazione agli ottavi di finale passerà dalla sfida con la Serbia. Ecco perché gettare in pasto i nostri centrali titolari a Richarlison e compagni potrebbe trasformarsi in un clamoroso autogol. Elvedi, però, non ci sta. Non vuole sentire parlare di calcoli e men che meno timori reverenziali. Sì, anche se serbi e Camerun andranno in campo diverse ore prima dei rossocrociati.

«Il Joga Bonito? Scordatevelo»

«L’ammonizione rimediata all’esordio, per ora, non è stato un tema di discussione con Yakin» assicura il 26.enne. «In carriera ho già disputato partite in questa situazione e la mia testa è sempre rimasta libera. Non è il massimo, ma di punti per qualificarci ne servono ancora». Bene. Le alternative, in retrovia, comunque non mancano. Addirittura c’è chi sussurra di una possibile difesa a cinque, con Elvedi, Schär e Rodriguez a comporne il cuore e il redivivo Edimilson Fernandes a fungere da esterno, ruolo grazie al quale è rinato al Magonza. Far dubitare il Brasile, in ogni caso, appare missione complicata, quasi impossibile. Poco importano le soluzioni e gli accorgimenti tattici previsti. «Venerdì sera ho guardato il match dei brasiliani in tv» osserva ancora Elvedi: «Beh, ho visto una formazione dominante. Certo, una candidata alla vittoria finale».

Neymar, con la Svizzera, però non ci sarà. «Alla compagine sudamericana le alternative offensive non mancano. Non credo che l’assenza del fantasista del PSG costituirà un particolare svantaggio». Quattro anni fa, la selezione di Petkovic riuscì a strappare un punto al quotato avversario. «Il Brasile odierno è un’altra squadra» tengono tuttavia a sottolineare i giornalisti brasiliani presenti alla Doha University of Science and Technology, quartier generale elvetico in Qatar. «Il concetto di Joga Bonito è stato sorpassato da un’impostazione molto europea» aggiunge un collega di San Paolo. «Per qualità - evidenzia - questa generazione di calciatori è la più forte dal 2006».

Un debutto speciale

«Dovremo garantire una prova contatta sull’arco dei novanta minuti, ogni duello sarà cruciale» rileva non a caso Elvedi. «Abbiamo già dimostrato di poter tenere testa a formazioni di questo calibro. No, non partiamo battuti. A maggior ragione dopo il successo rinfrancante con il Camerun. Siamo fiducia e consapevoli dei nostri mezzi». Elvedi - suggerivamo - è un leader della Nazionale. Da oramai qualche anno. Il match andato in scena all’Al Janoub Stadium, tuttavia, è stato il primo a una Coppa del Mondo. Quella del 2018, infatti, il centrale del Borussia Mönchengladbach la trascorse interamente in panchina. Le gerarchie, nel frattempo, sono cambiate. Schär ha fatto un passo indietro, Nico uno deciso in avanti. «Ma non era chiaro chi dei due avrebbe iniziato il torneo» precisa: «Sono comunque atterrato in Qatar con ottime sensazioni, forte di una serie di prestazioni - nel club e con la selezione elvetica - confortanti da questo punto di vista. Sono orgoglioso di aver infine debuttato a un Mondiale». T’immagini se fermasse pure gli attaccanti brasiliani.

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