Insulti razzisti a Vinicius, il Real Madrid ha presentato una denuncia
Lunedì, il Real Madrid ha annunciato di aver presentato una denuncia alla procura spagnola dopo gli insulti razzisti ricevuti dall'attaccante brasiliano delle Merengues, Vinicius, al Mestalla di Valencia in occasione dell'incontro valido per la 35. giornata della Liga, il massimo campionato spagnolo, domenica sera.
«Il Real Madrid condanna i fatti accaduti domenica contro il nostro giocatore Vinicius Junior e si oppone vigorosamente» ha scritto in una nota il club della capitale. Di qui la decisione di presentare una affinché venga fatta chiarezza sugli insulti, che secondo il club costituiscono legalmente un «crimine d'odio».
«In primo luogo, dobbiamo riconoscere che abbiamo un problema di comportamento, di educazione, di razzismo nel calcio» ha dichiarato al riguardo il presidente della Federazione spagnola, RFEF, Luis Rubiales. Lo stesso presidente ha dichiarato di sostenere pienamente l'attaccante brasiliano.
«Fintanto che ci sarà un tifoso isolato, un tifoso indesiderato, o un gruppo di tifosi che insulta qualcuno per il suo orientamento sessuale o il suo colore della pelle, avremo un problema serio» ha aggiunto. Un problema «che macchia un'intera squadra, tutti i tifosi, un intero Paese».
Vinicius è stato vittima di insulti razzisti e di altro tipo da parte di gran parte del pubblico del Mestalla durante la partita tra Real Madrid e Valencia, persa dalla squadra madrilena per 1-0. Anche il Movimento contro l'intolleranza (MCI) e l'Associazione spagnola dei calciatori (AFE), il principale sindacato dei calciatori in Spagna, hanno annunciato in un comunicato di aver presentato una denuncia. «Le due organizzazioni si oppongono pienamente al comportamento inaccettabile di alcuni tifosi e ritengono che sia giunto il momento di agire ora, e in modo deciso, di fronte a tali gravi atti che, purtroppo, non sono isolati», hanno scritto l'AFE e l'MCI nella loro dichiarazione congiunta. Al coro di indignati si è aggiunto l'allenatore del Barcellona Xavi, secondo cui «non ci sono toppe, avversari o club. Il razzismo deve essere condannato nel suo complesso. Dobbiamo sradicarlo una volta per tutte».
A proposito di allenatori, domenica il tecnico del Real Madrid, Carlo Ancelotti, è stato durissimo nel post partita: «Se a un giocatore gridano ‘Scimmia’ e un allenatore deve pensare di sostituirlo c’è qualcosa che non va nella Liga. La Liga ha un problema. Contro il razzismo bisogna fermare le partite. Qui c’è uno stadio che grida ‘Scimmia’ e la partita va fermata. È ciò che ho detto all’arbitro. Lui mi ha risposto che bisogna attivare un protocollo, ma quale protocollo... Non ci sono però. Uno stadio al completo ha proferito insulti razzisti. Però non succederà niente, perché non succede mai niente». «No, non voglio parlare di calcio. Non si può giocare a calcio così – ha continuato Ancelotti –, questa è una cosa troppo grave: hanno tirato un pallone in campo mentre attaccavamo, hanno insultato tutto il tempo Vinicius, e alla fine hanno espulso lui. Di cosa stiamo parlando? Siamo nel 2023, non può esserci il razzismo, dobbiamo andare a casa. Ripeto, bisogna fermare la partita, non si può continuare a giocare, è impossibile. Ho detto all’arbitro che l’avrei tolto, mi ha detto di no, che avrebbe attivato il protocollo. Sono molto triste, non avevo mai pensato di cambiare un giocatore perché lo stanno insultando. Vinicius l’unica cosa che vuol fare è giocare a calcio. Non è arrabbiato, è triste. La partita andava fermata perché non era una persona che è impazzita, è stato tutto uno stadio ad impazzire».
Parole che alcuni giornalisti di Valencia non hanno gradito, sostenendo fra l'altro che solo alcune persone avrebbero gridato ‘Scimmia’ a Vinicius: «Lo stadio gridava tonto, non mono (scimmia, ndr)». Ancelotti, a quel punto, ha replicato con forza. Spiegando e sostenendo che, in realtà, era tutto Mestalla a insultare il suo giocatore: «Secondo voi l’arbitro attiva il protocollo per un episodio di razzismo perché gridano ‘tonto’?». Il Valencia, sempre domenica, ha respinto al mittente le accuse, preferendo parlare di un episodio isolato e, ovviamente, condannando la violenza e il razzismo: «Nell’interpretazione di Ancelotti c’è stato un errore probabilmente dovuto alla lingua, ha capito una parola per un’altra – ha detto Javier Soris, dirigente del Valencia –. Non si può accusare tutta una tifoseria di razzismo in maniera completamente ingiusta. Ancelotti, quando si renderà conto del suo errore, dovrà chiedere scusa».
Vinicius, la vittima, dal canto suo ha pubblicato un post durissimo sui social: «Non è stata la prima volta, né la seconda, né la terza. Il razzismo è normale in Liga. La competizione lo considera normale, la Federazione anche e gli avversari lo incentivano. Mi dispiace molto. Il campionato che è stato di Ronaldinho, Ronaldo, Cristiano e Messi oggi è dei razzisti. Una bella nazione, che mi ha accolto e che amo, ma che ha accettato di esportare nel mondo l’immagine di un Paese razzista. Mi dispiace per gli spagnoli che non saranno d’accordo ma oggi in Brasile la Spagna è conosciuta come un Paese di razzisti. E purtroppo per tutto ciò che succede ogni settimana non so come difenderla. Io sono d’accordo. Ma io sono forte e lotterò fino alla fine contro i razzisti. Anche se lontano da qui».