Calcio

La Corte Europea dà ragione alla Superlega: e adesso?

Secondo la sentenza, appena pubblicata, c'è un abuso di posizione dominante da parte di FIFA e UEFA: «Non possono imporre sanzioni ai club che partecipano a competizioni alternative» – Così A22 Sports Management, la società che detiene i diritti del progetto: «Il monopolio è finito»
Il presidente dell'UEFA Ceferin. © MIGUEL A. LOPES
Red. Online
21.12.2023 10:15

Un vero e proprio terremoto, ora, rischia di abbattersi sul calcio europeo. La Corte di giustizia europea, infatti, ha dato ragione alla Superlega (ve la ricordate?). Specificando, nella sua sentenza, che FIFA e UEFA si sono macchiate di «abuso di posizione dominante». Entrambe le istituzioni, ancora, «non possono imporre sanzioni ai club che partecipano a competizioni alternative».

La sentenza della Corte di giustizia europea, di fatto, ribalta tutto. Quantomeno, sbugiarda la narrazione adottata sin qui da FIFA e UEFA. Che, dopo l'annuncio del progetto capitanato dal presidente del Real Madrid Florentino Perez, avevano annunciato e varato sanzioni ai cosiddetti club separatisti. Per i termini scelti, per la forza dei concetti pubblicati, c'è chi parla di vera e propria rivoluzione: «Impedire ai club e ai giocatori di giocare in competizioni come la Superlega, è illegale», si legge nella nota diffusa dalla Corte di giustizia europea. E ancora: «Non esiste un quadro normativo della FIFA e della UEFA che ne garantisca la trasparenza, l’obiettività, la non discriminatorietà e la proporzionalità». Boom.

Queste le motivazioni, invece: «L’organizzazione di competizioni di calcio per club e lo sfruttamento dei diritti media sono, evidentemente, attività economiche». Di conseguenza, «devono pertanto rispettare le regole della concorrenza e il rispetto delle libertà del movimento». Tradotto: «FIFA e UEFA stanno abusando di posizione dominante». 

La Corte di giustizia europea, giova ricordarlo, era stata sollecitata dal Tribunale mercantile di Madrid, cui si erano rivolte le società dissidenti per denunciare l'atteggiamento di FIFA e UEFA di fronte al primo passo della Superlega, nel 2021. Il Tribunale aveva dapprima dato ragione e poi torto ai club della Superlega, chiamando in causa in un secondo momento il Tribunale provinciale che, in una sorta di cortocircuito, aveva nuovamente dato ragione ai club minacciati. Dichiarando che FIFA e UEFA non possono sanzionare su aspetti del genere.

L'annuncio della creazione della Superlega risale appunto al 2021. A uscire allo scoperto, davanti alla platea televisiva del Chiringuito, era stato proprio Florentino Perez. Desideroso di attaccare la costellazione di competizioni europee targata UEFA e di garantire ai club più potenti, e ricchi, ancora più soldi tramite una miglior ripartizione dei diritti televisivi. In piena notte, in una lunga intervista, aveva presentato tanto il progetto quanto i club partecipanti. In principio, a sostenere Perez c'erano dodici società, fra cui le italiane Inter, Juventus e Milan e sei club di Premier League. I quali, a fronte di una vera e propria rivolta popolare dei tifosi, si erano subito, anzi subitissimo tirati indietro. 

Il progetto, all'epoca, era collassato in poche ore. Ma non è mai morto del tutto. Anzi, Real Madrid e Barcellona sono rimasti sul ponte di comando, sebbene fra Perez e il presidente dei blaugrana Joan Laporta i rapporti non siano proprio idilliaci. Madrid, inteso come Real, rimane centrale nel discorso. La stessa società che gestisce e spinge per la creazione di una Superlega, la A22 Sports Management, ha sede nella capitale spagnola. La Superlega, dicevamo, non è morta e, nel frattempo, ha pure cambiato il suo possibile, futuro volto: dal sistema elitario e chiuso, simil Eurolega di basket, lentamente l'organizzazione ha studiato e preferito una struttura più aperta, in concorrenza con la nuova Champions League che scatterà nel 2024. Secondo A22, il modello coinvolgerà 60-80 squadre suddivise in varie categorie. L'accesso? Sarà sancito dai meriti sportivi e, soprattutto, dai campionati nazionali. Di più, la Superlega garantirà un minimo di 14 partite e, soprattutto, non intaccherà l'attuale calendario, già sovraccaricato di impegni. Ad attirare i club, evidentemente, è la possibilità – stando ad A22 – che ogni club possa generare e gestire le proprie risorse in maniera indipendente, senza dover riversare una percentuale nel sistema come avviene ora con le competizioni UEFA.

Immediata, manco a dirlo, è arrivata la reazione di A22 Sports Management, la società che – come detto – detiene i diritti del progetto Superlega: «Abbiamo ottenuto il diritto di competere. Il monopolio UEFA è finito. Il calcio è libero. I club sono ora liberi dalla minaccia di sanzioni e liberi di determinare il proprio futuro». Quindi, ecco la proposta, altrettanto inedita: «Per i tifosi, proponiamo la visione gratuita di tutte le partite della Super League». Quanto al «progetto di competizioni maschili e femminili a partecipazione basata sul merito sportivo con promozioni/retrocessioni e senza membri permanenti», l'appuntamento per i dettagli è stato dato per mezzogiorno in diretta streaming. «I tifosi potranno vedere le partite in diretta gratuitamente sulla nuova piattaforma di streaming digitale all'avanguardia».