Calcio

«La situazione è grave, vogliamo chiarezza su Bentancur»

Il presidente della Commissione delle licenze della SFL, Bernhard Welten, commenta la bocciatura in prima istanza del dossier granata: «Chi è veramente a capo del club? Formalmente ci risulta essere Gilardi, ma l’evidenza suggerisce altro»
© CdT/Gabriele Putzu
Nicola Martinetti
01.05.2023 17:42

«Per ragioni giuridiche e finanziarie, all’AC Bellinzona viene negato il diritto, in prima istanza, a prendere parte al prossimo campionato di Challenge League». La bomba, per certi versi inattesa, l’ha sganciata la Commissione delle licenze della Swiss Football League (SFL). Respingendo al mittente il primo dossier inoltrato dalla società granata, al fine di ottenere luce verde in vista della stagione 2023/2024. «In alcuni punti non abbiamo riscontrato la necessaria chiarezza - ci spiega il presidente della Commissione Bernhard Welten, da noi contattato -. Per questo motivo non abbiamo potuto accogliere la richiesta dell’ACB». L’unica bocciata, peraltro, tra le venti avanzate dai club attualmente inseriti nell’élite del calcio elvetico.

«Allertati dalle interviste»

Gli interrogativi sollevati da colui che dirige l’équipe che si è chinata sugli incarti, come evidenziato dal comunicato della SFL, vertono su due grandi temi. Welten, invitato ad entrare nello specifico, ne parla senza peli sulla lingua. Esponendo un quadro tutt’altro che rassicurante per i granata. «In primis, per quanto concerne l’aspetto finanziario, risultano esservi dei debiti verso terzi, in parte postergati. A noi tuttavia non è stato indicato chi sia questo terzo. E quindi, di riflesso, se l’impegno economico sia solvibile o meno. Di fatto mancano delle informazioni. Inoltre, in secondo luogo, abbiamo qualche riserva pure in merito al budget riportato nella documentazione. La somma di questi due fattori, va da sé, ci ha spinti a non reputare soddisfatti i criteri finanziari richiesti». Ahia. Ad aggiungere ulteriore benzina sul fuoco, ci ha poi pensato un secondo elemento controverso. Quello di natura giuridica. «Nello specifico, parliamo della struttura societaria e della proprietà del club - spiega Welten -. Nel corso degli ultimi mesi abbiamo osservato alcune interviste e determinate situazioni, che ci hanno spinti a riflettere. Pensiamo che, benché formalmente ai vertici della struttura e della Supergoal SA vi sia Gabriele Gilardi, dietro in realtà operi una terza parte. E che questa terza parte sia Pablo Bentancur. Questo, se confermato, sarebbe un grosso problema, perché un agente non può essere proprietario di un club a causa degli evidenti conflitti d’interesse. Pure in questo caso, da parte dell’ACB non abbiamo ricevuto tutte le informazioni necessarie atte a dimostrare che l’“Ultimate beneficial owner” (beneficiario effettivo, ndr) sia veramente il signor Gilardi, e non il signor Bentancur. Ci occorre maggiore trasparenza, perché se invece di approfondire facessimo finta di niente, verremmo a nostra volta ripresi dall’UEFA».

Se davvero la questione giuridica legata alla struttura del club e alla posizione di Pablo Bentancur è come abbiamo ragione di credere, allora la situazione è grave
Bernhard Welten, presidente della Commissione licenze in seno alla Swiss Football League

«La situazione è grave»

Per fugare ogni possibile dubbio, rimediando in seconda istanza alle mancanze evidenziate da Welten, nelle prossime settimane il Bellinzona potrà inoltrare un ricorso. Il 26 maggio, poi, cadrà la decisione definitiva da parte della Comissione delle licenze. Il presidente della stessa, tuttavia, lascia intendere che in questo caso non si tratta soltanto di un paio di documenti mancanti da far pervenire. «Se davvero la questione giuridica legata alla struttura del club e alla posizione di Pablo Bentancur è come abbiamo ragione di credere, allora la situazione è grave. Risolvibile soltanto qualora il club venisse ceduto, entro la data da lei citata, a un nuovo proprietario. Un’operazione difficile da portare a termine, considerate le tempistiche e le implicazioni economiche. E a proposito di soldi, al netto dell’aspetto giuridico vi sarebbero poi da appianare pure le questioni finanziarie che citate in precedenza. Ma se la terza parte implicata nel debito postergato si rivelasse essere Bentancur, come sospettiamo, allora estinguere gli oneri economici significherebbe anche confermare una relazione finanziaria tra la società e l’agente. Ben più importante della semplice consulenza, come ci è stato detto fin qui». E se Bentancur scegliesse di smettere di esercitare la sua professione entro il 26 maggio, cosa accadrebbe? «Potrebbe essere una soluzione per ovviare ai problemi sollevati. Ma anche in questo caso, dovremmo avere la certezza che sia veramente così anche nei fatti, e non soltanto una mossa sulla carta» chiosa Welten.

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