Ma il Lugano deve avere paura dell'«Hoo-jii-koo»?
«Hoo-jii-koo». No, non è giapponese. Ma la pronuncia dell’acronimo del primo avversario del Lugano in Conference League. L’HJK Helsinki. A darci una piccola lezione di finlandese, e soprattutto a inquadrare la sfida di giovedì, è Sakari Mattila. Ricordate? Tra il 2010 e il 2012 transitò dal Comunale, vestendo la maglia del Bellinzona in 47 occasioni. Prima in Super League, poi in Challenge. Il club del suo cuore, però, è stato e rimane un altro. «Hoo-jii-koo», ripete l’ex centrocampista granata. E ogni volta sembra una carezza. «D’altronde parliamo della società che mi ha formato. E, sempre con l’HJK, ho pure vinto due campionati nazionali, proprio dopo l’esperienza in Ticino».
Mattila oggi vive e lavora proprio nella capitale finlandese. Ha ancora diversi contatti all’interno della sua vecchia squadra ed è in grado di tastarle il polso a poche ore dal debutto europeo. «Non solo. Ero pronto a seguire la gara dal vivo, ma quando ho scoperto che si sarebbe disputata a Thun ho preferito rinunciare». Già, si giocherà sul sintetico della Stockhorn Arena. «Il che, per l’avversario del Lugano, costituirà l’ultimo dei problemi» precisa Mattila. «In Finlandia il 90% dei campi da gioco presenta una superficie artificiale». Niente effetto sorpresa, insomma.
Destinati a perdere lo scettro
Gli uomini di Mattia Croci-Torti, al contrario, potranno approfittare del momento negativo dei finlandesi. «In effetti l’HJK è alle prese con una stagione parecchio complicata» conferma il nostro interlocutore. «Il girone per il titolo volge oramai al termine e le chance di poter riagganciare il primo posto sono esigue» spiega Mattila. Sì, a due partite dal tramonto del campionato, il terzo rango della formazione faro di Helsinki è una notizia. «L’HJK dispone delle migliori infrastrutture e del budget più importante della lega» conferma Mattila, alludendo altresì ai sei trionfi negli ultimi sette anni. «Vestire questa maglia implica una pressione enorme in Finlandia. Tutti si aspettano che il club vinca. Al contempo, però, tutti attendono solo che fallisca». Sta accadendo ora, per l’appunto. «Purtroppo il club ha pagato a caro a prezzo alcuni avvicendamenti. Su tutti la partenza verso Tampere del direttore sportivo Miika Takkula. A mio avviso si tratta di un piccolo genio nel reclutare giovani talenti e buoni stranieri. Ma era anche un perfetto collante tra i vertici, staff tecnico e spogliatoio. Il suo addio ha avuto ricadute negative un po’ a tutti i livelli. È già cambiato un allenatore e nel pieno della stagione si è proceduto a rivoluzionare la rosa». Non tutto, comunque, è perduto. «Credo che non vi sia migliore modo per rilanciarsi che la vetrina europea» indica Mattila.
Le pecche della Veikkausliiga
Croci-Torti lo ha ammesso negli scorsi giorni. Quella contro l’HJK Helsinki è un incontro da vincere a tutti i costi. «Anch’io credo che il Lugano vesta i panni del favorito» osserva Sakari. Per poi allargare il discorso: «Il club finlandese dispone di elementi interessanti. Anche di una certa esperienza. Penso al portiere di riserva Niki Mäenpää, già al Venezia in Serie A, o al difensore Joona Toivio, che ha giocato in Europa con il Molde. Il problema, per l’HJK, è il livello generale della Veikkausliiga. Le sfide altamente competitive sono troppo poche. Tolti Kuopion Palloseura e Ilves Tampere, in pochi riescono a infastidire l’HJK. La Super League, in questo senso, è molto più combattuta e allenante. Ogni partita presenta un grado d’intensità e una qualità media elevati».
Una seconda celebrità
Sino al 2023, a battersi nel massimo campionato finlandese, c’era anche l’IFK di Helsinki. «Ed è proprio lì che ho chiuso la mia carriera da professionista» rileva Mattila. «A seguito di gravi problemi finanziari, la società è però stata retrocessa nelle leghe inferiori. Com’è stato abbracciare i colori dei rivali di sempre? Difficile. Oltretutto durante le mie ultime stagioni siamo riusciti a vincere un paio di derby. Una rarità. Si tratta di incontri carichi di tensione e per questa ragione parecchio spettacolari». In realtà Mattila gioca ancora. «Per una squadra speciale» racconta. «Il Gilla FC è un progetto sportivo che aiuta i bambini sfortunati, spostandoli dalla strada alle partite di pallone. A comporre la squadra vi sono influencer, star di YouTube, ex professionisti di hockey e di calcio, come il sottoscritto o Përparim Hetemaj, a lungo protagonista con il Chievo in A. Il club, appena promosso in 4. divisione, è diventato un fenomeno virale. In Finlandia è il più seguito sui social e personalmente penso di essere riconosciuto più adesso rispetto a quando venivo convocato in Nazionale (ride, ndr.)».
L’auto venduta a Mihajlovic
Sakari Mattila, dicevamo, ha lasciato un piccolo segno anche in Ticino, sponda ACB. «Un’esperienza che rammento con il sorriso, nonostante lo spareggio perso contro il Servette al termine della prima stagione e la conseguente retrocessione nella lega cadetta» sottolinea l’ex centrocampista. «Giunsi al Bellinzona in giovane età, dopo le parentesi nella Primavera dell’Udinese e in B con l’Ascoli. Sia la Super League, sia la Challenge rappresentarono dunque un esame severo per la mia carriera in rampa di lancio. Durante la terza e ultima annata, arrivò Hakan Yakin, diversi avvenimenti scossero la società e io subii pure un infortunio». Robe da Mattila, verrebbe da dire. «Tornare a Helsinki - afferma - si rivelò la scelta più saggia». Ma non prima di concludere un affare con un compagno di squadra. «Dragan Mihajlovic è tornato al Comunale? A ridosso del mio trasferimento riuscì a vendergli l’auto (ride, ndr)». Quella vettura, per altro, visse anche una disavventura. «Una sera mi recai al cinema a Lugano. Ebbene, all’uscita dalla sala me la ritrovai con le gomme bucate. Il fatto che fossi un giocatore del Bellinzona, comunque, credo non c’entrasse. Le targhe erano italiane. Dev’essere stato un teppista».
A due passi da «Nummy» e Ville
A proposito di Cinestar. Mattila non si recò mai dall’altra parte della strada, alla vecchia Resega, per assistere allo sport più amato dai finlandesi? «Purtroppo no. E l’episodio dell’auto vandalizzata non aiutò. Ricordo però che nell’HC Lugano dell’epoca giostrava il mio connazionale Nummelin, oltre a star come Bergeron, complice il lockout in NHL. A Helsinki conosciamo bene la concorrenza fra hockey e calcio. L’arena dell’IFK, guidata da un certo Ville Peltonen, dista poche decine di metri dalla Bolt Arena del mio Hoo-jii-koo».