«Sfide intriganti contro il Messico e gli Stati Uniti»

Nella breve tournée nordamericana della Svizzera, la prima tappa è quella di Salt Lake City, dove i rossocrociati avranno modo di giocare, nella serata di sabato (ore 22 in Svizzera), contro il Messico. Successivamente, gli elvetici si sposteranno al Geodis Park di Nashville per fronteggiare i padroni di casa degli Stati Uniti (notte fra martedì e mercoledì, ore 2.00).
Le ragioni del viaggio
In conferenza stampa il direttore delle squadre nazionali, Pierluigi Tami, ha spiegato il perché di questi due incontri amichevoli. «Ci sono due ragioni principali che ci hanno spinto a intraprendere questo viaggio. Innanzitutto, abbiamo ritenuto l’invito molto interessante, poiché consideriamo Messico e USA due avversari forti che renderanno intriganti queste due sfide. In secondo luogo, va ricordato che non sarebbe stato possibile disputare delle gare internazionali in Svizzera a causa degli stadi già occupati per via dell’Euro femminile. Inoltre, in questo periodo, diverse squadre del nostro continente sono già coinvolte con il proprio percorso di qualificazione in vista dei Mondiali». Rassegna iridata che nel 2026 si terrà proprio in territorio americano e anche questo aspetto non va di certo ignorato. «Abbiamo programmato il tutto accuratamente ed essere già qui ci permette di capire con precisione quello che è il clima di queste zone. Ritengo che questo possa diventare un momento importante per noi, non siamo di certo qui per fare una passeggiata di salute ma per prepararci al meglio. Anche perché – ha aggiunto Tami – il nostro cammino di qualificazione sarà tutt’altro che semplice. Prima di affrontare Kosovo e Slovenia – dei rivali competitivi – vogliamo che la nostra squadra si mostri consapevole della propria forza, mantenendo lo spirito di gioco che ci contraddistingue».
Abituati alla pressione
Tami, poi, si è detto molto contento che, ad oggi, la rosa è quasi interamente disponibile. «Sarebbe fantastico poter dire lo stesso quando saremo confrontati agli impegni nel mese di settembre. In passato, infatti, abbiamo dovuto far fronte a diversi infortuni e cambiamenti forzati, mentre avere una certa continuità farebbe comodo. Sarebbe un vantaggio anche per Murat Yakin, che intende mettere in pratica le sue idee tattiche. Credo che i problemi riscontrati nell’autunno dello scorso anno siano stati soprattutto legati ai risultati. In termini di prestazioni, invece, abbiamo quasi sempre inscenato un buon livello».
Le prime due tappe, fondamentali, di avvicinamento verso la rassegna iridata saranno sul suolo elvetico. «Siamo consci che contro Kosovo e Slovenia serviranno delle grandi prestazioni. Tuttavia – essendoci complessivamente solamente sei partite – non saranno soltanto le sfide casalinghe a essere importanti. I margini di errore saranno assai limitati, ma anche in passato abbiamo già sperimentato pressioni del genere». Interrogato, poi, sulla recente elezione a presidente dell’ASF di Peter Knäbel, Tami ha risposto così: «Lo conosco molto bene, d’altronde abbiamo avuto modo di lavorare assieme ai tempi in cui io allenavo la Nazionale U21. Ultimamente, ci siamo incontrati in un paio di circostanze ed è chiaro che il nostro focus è interamente dedicato alla campagna di qualificazione per i campionati del mondo».
«Jashari un talento protetto»
Il ticinese, successivamente, ha avuto modo di rispondere anche a qualche domanda relativa ai singoli. A iniziare, non poteva essere altrimenti, dal tormentone Xherdan Shaqiri. «Lui, ha disputato una stagione fantastica e per certi versi anche in maniera un po’ inaspettata. Comunque, sappiamo che quando sta bene fisicamente è in grado di brillare. A proposito di un suo eventuale ritorno, tuttavia, credo che Murat abbia già risposto in maniera approfondita, io non dico altro». Qualche aggiunta – rispetto a quanto affermato dal nostro selezionatore nel giorno delle sue convocazioni – è arrivata a proposito del debuttante Johan Manzambi. «Non possiamo dire che sia stata una sorpresa, il suo sviluppo, perché conosciamo il suo potenziale. Però, è stato molto bravo a sfruttare le chance che si era guadagnato con il suo club. Le sue prestazioni sono state notevoli e Murat non ne è rimasto indifferente. Il suo è un esempio, positivo, di come tutto possa andare molto velocemente».
Altri elogi, poi, sono giunti in favore di Ardon Jashari, protagonista di un’ottima stagione con la maglia del Bruges. «È stato fantastico e uno sviluppo così rapido mi ha stupito. Sono molto contento, perché si tratta di un talento che abbiamo protetto a ogni costo. Conoscevamo le sue qualità, tecniche e fisiche, già dati tempi della Under 21 o di quando giocava per il Lucerna, ma ultimamente ha giocato anche con una personalità impressionante. Il suo impatto, al primo anno dopo un trasferimento all’estero, è stato davvero importante e questa convocazione è pienamente meritata».