L'analisi

Un passo indietro, ma la perla di Shaqiri profuma di ottavi

L'1-1 contro la Scozia, al termine di un match iniziato male e a tratti sofferto, vale quasi certamente un posto al sole: domenica, contro la Germania, conosceremo la gerarchia del girone
© Marius Becker
Massimo Solari
19.06.2024 23:45

Quattro punti dopo due partite. Gli ottavi di finale praticamente blindati. Diciamolo chiaramente: alla vigilia di Euro 2024 avremmo firmato senza esitare. Il pareggio ottenuto contro la Scozia, detto altrimenti, pesa. E pure parecchio. Ma il modo, la sofferenza anche, che lo hanno caratterizzato, beh, lasciano pure un retrogusto aspro. Come un whisky torbato prodotto sulle isole Ebridi. No, non siamo stati convincenti come all’esordio con l’Ungheria. E il nostro avversario non ha balbettato calcio come al cospetto della Germania. Anzi, in una sfida aperta - per certi versi una sorpresa - ha sfiorato il colpaccio quanto la Svizzera. Forse più della Svizzera.

Cosa è mancato

L’uno a uno di Colonia, ad ogni modo, premia entrambe le squadre. Lanciando i rossocrociati verso obiettivi più ambiziosi e tenendo in vita la selezione di Steve Clarke. I padroni di casa, di nuovo vittoriosi con i magiari, guardano invece tutti dall’alto. E ci aspettano al varco, a Francoforte, dove verrà definita la gerarchia del girone. Al RheinEnergieStadion, suggerivamo, la differenza di valori è per contro stata minima. Non c’è stata, a dirla tutta. Perché la compagine di Murat Yakin ha iniziato male l’incontro, ha sicuramente avuto qualcosa in meno sul piano dell’abnegazione e ha pure peccato sul piano della qualità. Abbiamo sbagliato tanto, sotto porta e non solo, a immagine dell’intervento scomposto di Schär che ha fatto esplodere il pubblico scozzese. Un giocatore elvetico, tuttavia, la sua occasione l’ha sfruttata appieno. Dimostrando - una volta di più - di meritare palcoscenico, applausi e fiducia.

Immenso «XS»

Xherdan Shaqiri ha rappresentato la mossa a effetto del ct, deciso a non dare riferimenti offensivi ai britannici e al contempo coraggioso nel rinunciare a Kwadwo Duah, eroe al debutto. E la risposta del fantasista della Nazionale è stata clamorosa. L’ennesima perla, la decima in un grande torneo, a riprova di un’indispensabilità messa in dubbio con eccessiva fretta. L’arcobaleno disegnato da Shaqiri poco prima della mezz’ora ha permesso alla Svizzera di rialzare la testa e - a conti fatti - le ha permesso di prenotare un posto fra le migliori sedici del torneo. Tanta roba, al netto di un sistema di gioco che - questa volta - ha mostrato alcune pecche. Xhaka non ha brillato, e a risentirne è stata l’intera prestazione. Abbiamo avuto tremato, sì, come il palo colpito da Hanley nel finale. Ma si è trattato solo di uno spavento. Finanche benvenuto, in vista degli esami più importanti.

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