Calcio

Un punto per restare in scia: «Ma potevano essere tre»

Il pareggio a Basilea permette al Lugano di mantenere intatte le speranze per il secondo posto
© KEYSTONE / GEORGIOS KEFALAS
Nicola Martinetti
21.05.2023 22:48

«Questo cappellino porta fortuna, non posso darlo via». Anche Mattia Croci-Torti, al pari dei beniamini di casa, è finito «preda» della brama dei tanti, tantissimi bambini di fede renana che popolano gli spalti del St. Jakob-Park. A fine incontro, per riuscire a raggiungerci in zona mista, il tecnico bianconero ha dovuto destreggiarsi tra richieste di selfie e - appunto - di souvenir. Faticando forse più del previsto, proprio come il suo Lugano al cospetto del Basilea. «Per quanto mi riguarda, tuttavia, un punto raccolto in trasferta contro i rossoblù lo saluto sempre con piacere» ha subito commentato il 41.enne momò, a scanso di equivoci. La sua lettura di quanto accaduto in terra basilese, va da sé, è tendenzialmente positiva. «Il rammarico non manca - puntualizza il «Crus». Ma i segnali positivi rimangono tantissimi. Non abbiamo perso, abbiamo colto l’ottavo risultato utile consecutivo e rimaniamo in corsa per il secondo posto. Di motivi per sorridere ce ne sono dunque molti».

Un Basilea formato Winterthur

Vero. Eppure la sensazione è che al St. Jakob-Park il Lugano abbia parzialmente sprecato un’occasione, concedendo un tempo ai suoi avversari. Nello specifico, il primo. Avaro di contenuti su un fronte e sull’altro, nel quale Sabbatini e compagni - oltre a faticare in fase offensiva - hanno avuto il demerito di concedere a Zeqiri spazio a sufficienza per portare in vantaggio i suoi. Il massimo della resa con il minimo degli sforzi, per un Basilea reduce dalle fatiche europee. «Va però sottolineata una cosa: i renani nei primi 45 minuti hanno difeso più bassi di quanto aveva fatto il Winterthur sette giorni prima - rileva Croci-Torti -. Questo ci ha sorpresi e messi in difficoltà negli ultimi venti metri, non lo nego. Ma è un aspetto che personalmente interpreto in chiave positiva. Significa che i rossoblù hanno avuto rispetto della mia squadra. E si sono adattati, prendendo delle contromisure». Una tattica fruttuosa, non a caso poi replicata dallo stesso allenatore bianconero durante la pausa. «Diciamo che ho voluto effettuare delle contromosse. Forse ho persino esagerato. Ad un certo punto, in effetti, ci siamo ritrovati con ben cinque attaccanti in campo, seppur un paio di loro impiegati in ruoli differenti. Mi sono preso dei rischi, ma l’ho fatto perché ho visto una squadra sul pezzo. Ed infatti abbiamo creato parecchi pericoli in più, mettendo in grossa difficoltà i padroni di casa. Tanto che, a mio avviso, avremmo persino meritato la vittoria».

Una chance che grida vendetta

Già. E dire che in un primo momento il pareggio di Renato Steffen, giunto in maniera anche un po’ fortunosa all’84’, grazie a una beffarda punizione-cross che senza deviazioni ha terminato la sua corsa in rete, avrebbe anche potuto soddisfare i sottocenerini. Con un pizzico di rammarico, certo, ma anche di gratitudine per aver comunque incamerato un punto in un pomeriggio complicato. La clamorosa occasione sciupata da Amoura nei minuti di recupero, tuttavia, ha finito col dare tutt’altro sapore al risultato finale. Una cucchiaiata di amarezza difficile da digerire. Quantomeno a caldo, come ci conferma Renato Steffen, dal canto suo imbeccato più volte dal suo vecchio pubblico. «È davvero un peccato non aver sfruttato quella chance, perché ci è probabilmente costata due punti molto preziosi. Non ho capito perché Amoura, in quel frangente, non abbia servito Celar invece di cercare la conclusione personale. In quei momenti bisogna imparare a non essere egoisti, e al contrario pensare al bene della squadra. Sono tuttavia cose che capitano e Mohamed, che in passato ha saputo regalarci anche diverse gioie con le sue reti, è ancora molto giovane. Sono certo che saprà trarre degli importanti insegnamenti da quanto accaduto».

Lo stesso, estendendo il discorso, dovrà fare - e piuttosto in fretta - anche il resto della squadra. Giovedì a Cornaredo arriverà infatti lo Young Boys. E l’antipasto della finalissima di Coppa Svizzera metterà in palio punti decisivi in ottica secondo posto. «Ci restano due partite. Anzi, tre compreso l’ultimo atto del 4 giugno. Dovremo andare a tutto gas, senza rimuginare troppo. Poi, alla fine, vedremo cosa saremo riusciti a ottenere» chiosa Steffen.

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