Calcio

Vladimir Petkovic è (di nuovo) atteso al varco

L’ex allenatore della nazionale svizzera debutta oggi in Coppa d’Africa alla guida dell’Algeria - La recente qualificazione al Mondiale 2026 e i risultati parlano a favore di «Vlado», ma media e tifosi non si fidano ancora - L’esperto: «In Marocco il primo vero test e fallire potrebbe già costargli caro»
Vladimir Petkovic, 62 anni, è selezionatore dell’Algeria dal febbraio 2024. © EPA/ALGIERS KATAR
Massimo Solari
24.12.2025 06:00

Alla testa dell’Algeria, Vladimir Petkovic può contare su una media di 2,40 punti a partita: 15 successi, 3 pareggi e 2 sole sconfitte, una per altro in amichevole. Non solo: a inizio ottobre, in anticipo sulla tabella di marcia, è arrivata pure la qualificazione al Mondiale 2026. Tutto molto chiaro e convincente. Già. Eppure, il lavoro dell’ex commissario tecnico della nazionale svizzera non fa l’unanimità. No, di «Vlado» media e tifosi algerini non riescono ancora a fidarsi. Al 62.enne di Sarajevo è richiesta un’opera di convincimento di maggiore spessore e trasporto. E il varco al quale è atteso è già stato definito: la Coppa d’Africa 2025.

Dalla gloria alla disillusione

Il torneo ospitato dal Marocco ha preso il via domenica, con il successo dei favoritissimi padroni di casa contro le Comore. Lunedì ha vinto anche l’Egitto di Salah. Oggi pomeriggio, invece, tocca all’Algeria, impegnata a Rabat con il Sudan. «E la selezione di Petkovic deve scendere in campo con un’ambizione su tutte: riconquistare il cuore dei tifosi, rassicurandoli» sottolinea Samir Djabali, giornalista ed esperto di calcio algerino. «Per inquadrare le aspettative del pubblico e la portata del mandato di Petkovic - spiega - bisogna fare alcuni passi indietro. E ricordare la Coppa d’Africa vinta dall’Algeria nel 2019, oltre ai due anni trascorsi senza alcuna sconfitta, con Djamel Belmadi nella veste di selezionatore. A seguito di questo periodo di grandi successi ed euforia, la squadra è colata a picco, mancando l’accesso al Mondiale 2022, superata dal Camerun, e fallendo le edizioni 2021 e 2023 della Coppa d’Africa, considerati gli zero successi nelle fasi a gironi. L’entrata in carica di Petkovic, nel febbraio del 2024, è dunque avvenuta dopo che il popolo algerino aveva vissuto la gloria e la disillusione». Di qui il grande lavoro di ricostruzione consegnato nelle mani di «Vlado», sia a livello di rosa, sia - appunto - per quanto concerne il rapporto con i sostenitori delle volpi del deserto.

Le critiche iniziali

Sin qui, suggerivamo, Petkovic non ha commesso particolari errori. «Ma non dimentichiamo che il cammino verso l’attuale Coppa d’Africa e la prossima Coppa del Mondo si è svolto con l’Algeria chiara favorita dei rispettivi gruppi di qualificazione» rammenta Djabali. «Il primo vero test per il selezionatore, quindi, passa dal torneo in corso in Marocco, per il quale ha avuto oltre un anno di tempo per prepararsi. Petkovic ha inizialmente dovuto ricercare un sistema e un undici titolare affidabili, ma - ripeto - gli avversari affrontati hanno in qualche modo favorito questo processo di consolidamento e il bilancio positivo in termini di risultati. La Coppa d’Africa, però, ha tutto un altro valore».

Vladimir Petkovic è il selezionatore più pagato del continente africano e la Federcalcio algerina non farà regali
Samir Djabali, giornalista ed esperto di calcio algerino

Al condottiero dell’Algeria, oltretutto, non si chiedono solo conferme sul piano statistico. «La passione della popolazione algerina - indica Djabali - è paragonabile a quella di una nazione sudamericana. Il calcio è religione. E in questo senso dare spettacolo e generare emozioni sul rettangolo verde è importante quanto il punteggio al triplice fischio finale. Ebbene, da questo punto di vista, e purtroppo per Petkovic, le prime scelte tecniche e le prestazioni iniziali fornite hanno provocato diverse critiche e una certa apprensione. Un’apprensione che, in parte, continua a regnare, anche se la lista dei convocati per l’attuale competizione non pecca sicuramente di qualità e coerenza».

Se le emozioni non passano

Il dibattito, stringi stringi, torna dunque a Rabat. «A Petkovic occorrono un cammino favorevole e un gioco rassicurante» insiste il nostro interlocutore: «Agli occhi dei tifosi e dei giornalisti algerini non esistono le mezze misure. O è tutto bianco. O è tutto nero. E se la Coppa d’Africa dovesse andare male, beh, non esiteranno a demolire la figura dell’allenatore». La personalità di «Vlado», o meglio il suo modo di porsi, rappresentano in questo senso un’arma a doppio taglio. «Parliamo di un profilo agli antipodi di Belmadi, tecnico vulcanico e molto espressivo» riconosce il nostro interlocutore. «Petkovic è invece un personaggio calmo. Il che, in fondo, era proprio ciò di cui aveva bisogno la nazionale algerina. Un allenatore in grado di rasserenare l’ambiente. Nessuno, tuttavia, era preparato a un’impassibilità così marcata. E credo che la preoccupazione dei tifosi nasca anche da qui: si fatica infatti a comprendere se Petkovic sia davvero in grado di toccare le giuste corde dello spogliatoio».

Minimo i quarti di finale

Non solo i sostenitori, comunque, pure la Federcalcio algerina rimane alla finestra. «Più il tempo il passa, più la posizione di Petkovic si consolida» rileva in merito Djabali. «Ma di nuovo: la Coppa d’Africa - a seconda del suo esito - si potrà trasformare in slancio verso il Mondiale 2026 o in instabilità e fragilità. C’è un aspetto, per altro, da considerare: Petkovic è il selezionatore più pagato del continente africano. Oltre 135.000 euro di salario mensile che necessitano di risposte all’altezza. E quella algerina non è una Federazione che ama fare regali. Basta osservare quanto accaduto con numerosi ex commissari tecnici. L’auspicio, va da sé, è un altro. E cioè quello di garantire una visione e una stabilità, a medio-lungo termine, all’intero movimento delle nazionali algerine. Lo dimostrano gli investimenti fatti a livello di staff, con l’ingaggio di diversi professionisti di grande spessore, e di formazione».

Tutto o quasi, però, ruota attorno alla selezione maggiore. E, di riflesso, a Vladimir Petkovic. «Molti dei giocatori a disposizione dell’allenatore, e sicuramente i titolari, militano nei principali campionati europei e lo fanno da protagonisti» tiene a ricordare Samir Djabali. La lista è lunga: Bensebaini al Borussia Dortmund, Mandi al Lille, Abdelli all’Angers, Hadj Moussa al Feyenoord, Kebbal al Paris FC, senza dimenticare l’intramontabile Mahrez (Al-Ahli) e - certo - l’ex Lugano e punta di diamante del Wolfsburg Amoura. «Nomi e rendimento nei club alla mano, l’Algeria non può permettersi di essere eliminata prima dei quarti di finale; qualora avvenisse, si tratterebbe di una controprestazione, fonte di enorme delusione» sentenzia l’esperto. L’asticella è posta. E Vladimir Petkovic è atteso al varco.

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