Da titolo o meno, il Lugano vuole riprendere la sua corsa
Durante la sosta dedicata alle nazionali, il Lugano ha fatto parlare parecchio di sé. Per più ragioni. Il filotto di vittorie consecutive con cui i bianconeri hanno abbracciato la pausa, per esempio, si è tradotto in un innalzamento delle aspettative. Sì, tra gli addetti ai lavori e al bar - giornale e classifica alla mano - ha fatto capolino una parola importante: titolo. A rovinare un pochino l’ambiente, per contro, è stata la pesante sconfitta in amichevole contro il Parma. Sette a zero. In una lunga intervista rilasciata al CdT in vista della semifinale di Coppa, infine, il presidente del Sion Christian Constantin ha accesi il dibattito a modo suo, descrivendo Mattia Croci-Torti come «un tecnico da guerriglia» e «non urbano, per un club come lo Young Boys». Ebbene, a poche ore dal ritorno in campo - questa sera alle 18 con lo Stade Losanna - il Crus ha affrontato di petto ogni questione.
Un avversario temibile
«La rincorsa allo Young Boys e il Servette? Non siamo abituati a parlare di titolo. E, certo, sarebbe bello abituarsi all’idea. Pensare troppo alla graduatoria, in questo momento, costituirebbe però un errore» ha osservato l’allenatore del Lugano. Le otto lunghezze di distacco dalla coppia di testa, tuttavia, suggeriscono che la missione non è impossibile. Non con dieci partite e 30 punti ancora da conquistare. «L’importante - ha sottolineato Croci-Torti - sarà prendere una partita alla volta, giocandole però tutte per vincere. Calma, inoltre, a spingersi troppo in là: il gironcino finale non è ancora cosa fatta. No, non possiamo permetterci cali di tensione. Basiamoci, piuttosto, sulla forza del gruppo. Da qui al termine del campionato, considerata la nuova formula, ci attendono solo scontri diretti. Ogni avversario, tra titolo, Europa e salvezza, si sta giocando qualcosa». Stade Losanna compreso. «Non affrontiamo una formazione che ha già chiuso il discorso campionato» ha avvertito il Crus poco prima di salire sul pullman diretto alla Pontaise. «Di squadre materasso, in Super League, non ne esistono. Lo Stade, per dire, ha perso solo due delle ultime sei sfide. Con Dionisio in panchina il vento è cambiato. I vodesi sono solo compatti e abili nelle ripartenze. E in termini percentuali presentano il terzo possesso palla del torneo, dietro allo Young Boys e alla mia squadra».
Con 5 assenti, ma con Doumbia
I favoriti, a Losanna, saranno comunque i bianconeri. «Anche perché nelle gare come quella della Pontaise conta molto l’aspetto mentale. E in questo, ve lo assicuro, il Lugano non ha rivali in Svizzera». Peccato che a intraprendere la trasferta - una volta di più - sia stata una rosa incompleta. Oltre a far parlare di sé, durante la sosta Croci-Torti ha perso cinque pedine. «Ma tutti per infortuni di breve durata» ha tenuto a precisare il tecnico momò. Questa sera, nel dettaglio, mancheranno Bottani (il cui rientro sarà rivalutato nei prossimi giorni), Valenzuela e Belhadj (attesi per il 6 aprile contro il Winterthur), Vladi ed El Wafi (pronti già per il match di martedì con il Basilea). «A fronte di queste assenze, l’amichevole contro il Parma è stata preziosa» ha quindi puntualizzato il Crus: «Non è bello fare certe figure, sono d’accordo, ma tante volte sconfitte del genere possono rivelarsi utili. Di più: do molto valore al rispetto e non mi sembrava corretto far annullare la sfida solo perché il giorno prima cinque giocatori avevano dato forfait. Abbiamo ricevuto tante critiche alla luce del risultato. La verità è che è stata una partita importantissima per dare minuti ad Aliseda, Przybyłko, Babic, Espinoza e Doumbia, tornato finalmente in gruppo. Insomma, grazie al test di Parma arriviamo con più certezze al match con lo Stade Losanna».
Alla semifinale di Coppa Svizzera a Sion, invece, manca poco meno di un mese. «Constantin non mi ritiene un profilo da Young Boys? Ogni tecnico si deve adattare alla piazza in cui allena, ma senza perdere la propria identità. È anche una questione di intelligenza. Io rimarrò sempre me stesso, e qui a Lugano penso di aver trovato l’equilibrio giusto e una bella sintonia con la piazza. Speriamo dunque che questa avventura possa durare ancora a lungo».