Basket

«Deluso dalla SAM, ma non cerco rivincite personali»

Roberto Kovac, accasatosi a Friburgo dopo essere stato licenziato dal Massagno, affronterà la sua ex squadra nella finale di Coppa Svizzera in programma domani
© Keystone/PETER KLAUNZER
Fernando Lavezzo
31.03.2023 06:00

Due mesi fa Roberto Kovac era ancora un giocatore della SAM Massagno. Dapprima sospeso per un alterco con l’allenatore Robbi Gubitosa, quindi licenziato (il 1. febbraio), il quasi 33.enne momò si è accasato all’Olympic Friburgo. Domani, nella finale di Coppa Svizzera, sfiderà la sua ex squadra.

Roberto, la partita sarà anche una sfida Kovac contro Gubitosa?

«Quanto è successo tra noi due non c’entra nulla con la finale di domani. Io vivo bene l’avvicinamento alla partita. A Friburgo mi sono subito trovato a mio agio. Mentalmente sono tranquillo, giocherò per vincere la coppa, non per prendermi una rivincita personale. Per quello che è capitato con la SAM, sono più deluso che arrabbiato. Ma adesso è finita e ognuno resta con le sue idee».

Nessuno è mai entrato nei dettagli della vicenda. Si è parlato di frattura insanabile, di un alterco in palestra, di divergenze di vedute a livello cestistico e nella gestione degli allenamenti. Qual è la tua versione dei fatti?

«Non sta a me dire se le cose sono state gestite bene o male da Massagno. Il tempo lo dirà. Gli avvocati lo diranno. Al di là del licenziamento, non è un segreto che non andassi d’accordo con Gubitosa già da tempo, per varie ragioni. Avrei voluto andare via in estate, ma mi è stato detto che certe cose si sarebbero fatte in modo più professionale rispetto al passato. Così sono rimasto, anche pensando alla mia famiglia, alla mia bambina nata in ottobre. Mi avevano promesso due allenamenti mattutini. Non è successo. Avrebbe dovuto esserci sempre un preparatore atletico professionista, ma lo si è visto una volta a settimana. Mi era stato promesso altro».

I rapporti con gli ex compagni sono ancora buoni?

«Qualche giorno fa ho sentito Dusan Mladjan e ho chiamato suo fratello Marko per fargli gli auguri di compleanno. Vado d’accordo con i giocatori. Nella SAM gioca mio fratello Patrik, con cui parlo spesso».

Come hai vissuto la finale di SBL Cup vinta da Massagno pochi giorni dopo la tua sospensione?

«Sinceramente quella vittoria la sento pure mia. Ero ancora sotto contratto con la SAM e quindi quel trofeo appartiene anche a me. Semplicemente, non ho giocato. Un po’ come se fossi stato infortunato, diciamo, anche se è stata una decisione del club. Sia io, sia la SAM, siamo in corsa per il triplete».

Friburgo non è il posto peggiore in cui finire per un cestista…

«Infatti, sono molto contento. Qui mi trovo bene, si lavora seriamente, si gioca a basket. Per me vincere conta, ma non è la cosa più importante. Mi interessa vincere nel modo giusto. Alla SAM, per come la vedo io, non si lavorava nel modo giusto. Per carità, può capitare di vincere anche così, ma non credo che nei prossimi 5 anni a Massagno conquisteranno molti trofei continuando in questo modo. Magari mi sbaglio, vedremo. Dusan e Marko un giorno smetteranno, hanno già avviato una carriera professionale accanto alla pallacanestro. Quando se ne andranno, cosa resterà? I Mladjan sono due dei giocatori svizzeri con maggiore talento. Gli altri, per giocare bene, hanno bisogno di allenarsi tanto. Di migliorare. Questo, secondo me, a Massagno non viene fatto. Sono cose che a Gubitosa ho già detto in faccia. Lui sa esattamente come la penso. È bravo a gestire la parte economica, ma dal mio punto di vista non è un bravo coach».

Come ti sei organizzato con la famiglia in questi ultimi mesi?

«Come detto, la bimba è stata una delle ragioni per cui ero rimasto in Ticino al termine della scorsa stagione. Dopo il mio licenziamento, siamo dovuti partire. In seguito all’infortunio di Kazadi, il Friburgo ha deciso di ingaggiarmi. Per me era la scelta migliore sotto ogni punto di vista. Io voglio giocare da professionista ancora qualche anno. Il basket è il mio lavoro, non è il mio hobby. Qui ho anche ripreso gli studi. Mi hanno dato la possibilità di finire il bachelor in Sport, Sanità e Ricerca. Mia moglie e mia figlia sono venute a Friburgo con me. Le prime due settimane sono state complicate, soprattutto per via del trasloco. Ora va molto meglio».

Veniamo alla Coppa. Gli infortuni hanno complicato un po’ il vostro avvicinamento alla finale…

«Prima che io arrivassi, c’erano già stati diversi infortuni. Tra i quali, appunto, quello di Kazadi. Dopo il mio arrivo, nel giro di due allenamenti si sono fatti male anche Uros Nikolic e Paul Gravet. Sul mercato il club è corso ai ripari ingaggiando Antonio Ballard, vecchia conoscenza del nostro campionato. Faremo un po’ più fatica sotto i tabelloni, a rimbalzo, ma con Ballard guadagniamo velocità e atletismo in transizione. Potrà dare fastidio attaccando i loro giocatori in posizione 4, tipo Marko Mladjan. Ultimamente stiamo ritrovando il giusto ritmo, ci stiamo allenando bene. Saremo pronti. Massagno ha tanto talento, ottimi giocatori svizzeri e stranieri. Può succedere di tutto, sarà una bella finale».

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