Ambrì, tra equilibrio e special team
Il primo terzo della regular season è ormai alle spalle.
L’Ambrì va alla pausa al nono posto con 24 punti ottenuti in 18 partite. La caratteristica principale delle partite dei leventinesi è l’equilibrio. Ben 10 match sono andati oltre i tempi regolamentari, oltre la metà. I biancoblù hanno vinto 3 tre volte all’overtime, 2 ai rigori mentre per 5 volte si sono dovuti inchinare al supplementare. Solamente 3 le vittorie piene, 5 invece le sconfitte da zero punti. Solo in due occasioni la squadra di Cereda ha dovuto inchinarsi nettamente: a Berna (4-0) e in casa control o ZSC (1-7), risultati però un po’ bugiardi ed esagerati per quanto mostrato sul ghiaccio nei due frangenti. Insomma il primo scorcio di campionato di Heed e soci è stato più o meno in linea con le aspettative. Ci sono state cose positive e altre negative. Da migliorare ci sono sicuramente gli special team. I sopracenerini hanno solamente l’undicesimo powerplay della lega. Peggio il boxplay, il penultimo del campionato. Sicuramente questa ultima statistica non è edificante e urge un incremento. Anche agli ingaggi ci sono margini di progressione, i biancoblù sono all’undicesimo rango, ma in fin dei conti questa è una costante degli ultimi anni. Il sistema dell’Ambrì è oliato, i giocatori lo sanno interpretare e la struttura non fa difetto. A mettere nei guai i leventinesi a volte sono gli errori individuali in fase difensiva, qualche disco di troppo perso in zona neutra e più in generale una mancanza di cattiveria sotto la porta. 47 le reti segnate, ben 57 quelle incassate. In particolar modo questo ultimo dato deve far riflettere. Solo l’Ajoie ha fatto peggio. Alcuni lapsus dovranno assolutamente essere accantonati. Anche in fase offensiva ci si aspetta un impatto ulteriore da alcuni elementi. Maillet fin qui ha deluso, anche se è reduce dal suo miglior weekend. 2 reti e due assist sono un bottino troppo esiguo per un centro straniero. Il fatto che i migliori scorer siano i due difensori Virtanen e Heed la dice lunga sulla mancanza di efficacia di alcuni attaccanti. Anche Kubalik non ha ancora sfornato la sua miglior versione. Tra le note positive si possono annoverare sicuramente le prove dei giovani Landry e De Luca, bravissimi nel confermarsi e addirittura progrediti. Bene anche gli esperti Bürgler e Pestoni. Molto bene anche Curran, il quale si è giustamente guadagnato la conferma sino a fine stagione. Una citazione se la merita anche Daniele Grassi, capace di aumentare il suo livello dopo alcune stagioni difficoltose. I due portieri hanno giocato in sostanza senza lode e senza infamia. Senn deve trovare maggiore regolarità, ma i segnali sono comunque buoni, mentre Juvonen non ha fin qui giustificato la sua licenza straniera. Queste prime settimane sono state molto travagliate a livello di mercato. Parecchi i cambiamenti per quel che concerne gli stranieri. Partiti i deludenti Ang e Lilja, è arrivato da poco Chris DiDomenico. Coach Cereda ha spesso voluto e anche dovuto cambiare le linee. La pausa dedicata alla Nazionale cade a fagiolo. Dapprima si potranno ricaricare un po’ le batterie e poi si potrà lavorare sodo al fine d’integrare DiDomenico e creare una nuova intelaiatura. Con la speranza che in futuro si possa schierare una formazione «tipo» più regolarmente. Il campionato è molto equilibrato, la concorrenza non scherza. Alcuni tendono a sopravvalutare l’Ambrì. La squadra è si buona, ma spesso ci si dimentica che di fronte ci sono degli avversari pure agguerriti. Arrivare nel top6 sarà una mezza impresa, mentre un posto nel top 10 è assolutamente nelle corde dei leventinesi, ma guai a pensare che sarà una passeggiata. Basta vedere chi sta dietro in classifica, squadre ben più quotate come Lugano, Friborgo e Ginevra.
(Foto Keystone/Branca)