Terra

Il canto dell'erba

Due agricoltori ticinesi invitano a riscoprire un'antica tradizione
Angelo Lungo
26.04.2023 08:00

La terra è Madre, è stata un tempo anch'essa figlia. È stata giovane, ora è adulta, umile e alta. È un ventre che contiene tutte le creature: le protegge, le cura, le fa crescere. Germina la speranza, dona la possibilità di nascere ed esistere. Esalta la vita, un ciclo che continuamente si rinnova e si evolve. È magnificente nella sua bellezza, che stupisce e lascia sempre attoniti. I suoi colori rimandano a un'estetica che appaga corpo e anima. E poi l'umano ha preso il sopravvento: la volontà di potenza si è manifestata, una struttura ancestrale è stata rivoltata, territorio e clima hanno subito un cambiamento radicale, i processi geologici sono stati ribaltati. Si chiama Antropocene.

Ma non tutto è perduto, si può decidere che il probabile diventi possibile. Francesco Besomi e Michele Rusca sono due ticinesi, hanno ideato un progetto “Canto d'erba”, con l'intento di valorizzare la natura e la tradizione contadina. Hanno avuto una visione, l'hanno afferrata e hanno l'ambizione di realizzarla. Il concetto è molto semplice, ma di grande impatto per il rispetto dei prati e dell'ecosistema. Consiste nel gestire aree verdi con attrezzi rispettosi dell’ambiente. Il prato viene tagliato con la falce, un metodo antico e sottovalutato, la falce è silenziosa ed efficace, oltre ad essere di gran lunga meno invasiva per il piccolo ecosistema che vive nel prato. Gli attrezzi moderni quali decespugliatori, tagliaerba, trinciastocchi e soffiatori sono veloci ma rumorosi, infliggono devastazioni sia materiali che personali e cosa più importante sono la causa di uno sterminio di insetti e piccoli animali, determinando una grave perdita della preziosa biodiversità. Un danno ai nostri occhi ancora poco visibile ma che a lungo andare costituirà una scomparsa di un mondo di inestimabile valore. L’antica arte contadina prevedeva l’utilizzo della falce, un metodo che ha una sua valenza, incide con rispetto sui prati e inoltre consente di poter valorizzare l’erba tagliata trasformandola in prezioso foraggio per erbivori. Canto d’erba è solo apparentemente un piccolo tassello, l'auspicio è quello di ritornare a un gesto che ha una sua arte e necessità di un'appropriata professionalità. Non si tratta di un mero ritorno nostalgico al passato, ma c'è un risvolto essenziale: la cura del nostro territorio, quello che ci circonda, quello che deve essere accudito e non semplicemente sfruttato. Francesco e Michele sono due agricoltori non sono ribelli ma semplicemente vogliono conservare e riproporre una tradizione: si approcciano alla terra con attrezzi rispettosi dell’ambiente. Sono nel tempo ma non lo subiscono. Propongono un capovolgimento del punto di osservazione. La resistenza è fine a se stessa se non si passa all'azione.

Per chi fosse interessato alle attività dell'Associazione “Canto d'erba” può richiedere informazioni al seguente indirizzo: [email protected]

(nella foto Francesco Besomi)