Lezioni dentro e fuori dal campo
È difficile
giudicare il Lugano in questo inizio di 2023. Da una parte ho visto una squadra
con personalità, che prova a giocare, dall’altra purtroppo mi sto rendendo
conto che le assenze pesano. In difesa le assenze di Mai, Arigoni e Hajdari
incidono parecchio, mentre davanti un elemento come Mahou crea sempre
scompiglio tra gli avversari, soprattutto quando entra a partita in corso.
Una volta il Lugano era una squadra che si affidava alle ripartenze ed era
letale in questo tipo di esercizio, adesso invece, complici anche le assenze, è
una squadra che tiene più il pallone, fa molti più passaggi e questo la rende
un po’ prevedibile. Lo abbiamo visto molto bene contro il Winterthur.
Speriamo che Croci-Torti possa recuperare al più presto la totalità della sua
rosa, perché sarebbe un peccato perdere punti pesanti in questo momento della
stagione. Al completo, l’ho già detto altre volte, questo Lugano può puntare al
secondo posto.
So che si è parlato tanto di Bottani e Steffen (a sin. nella foto Putzu) in questi giorni. Mattia è un
ragazzo che farei sempre giocare, uno che con una giocata può cambiarti la
partita, anche se in questa stagione ha segnato pochino. Steffen invece lo vedo
meno decisivo, un po’ in calo se devo dire la verità. Nella sua carriera ha
sempre giocato grazie al suo fisico ma con il passare degli anni è probabile
che questo non basti più. In un Lugano al completo, non lo vedo come un
titolare indiscutibile. Anzi.
Faccio invece tanti complimenti ad Aliseda, un ragazzo che per me deve sempre
giocare e ad Amoura, che sebbene meno continuo dell’argentino, può essere
devastante soprattutto a partita in corso. Due ragazzi che nel prosieguo della
stagione possono diventare decisivi.
Bottani domani non ci sarà per squalifica e credo che il Crus abbia diverse
frecce al suo arco. Personalmente giocherei con un 4-3-3, con Bislimi a
centrocampo assieme a Sabbatini e Domumbia, e Amoura (o Steffen), Aliseda e Celar
davanti. Sarebbe una squadra equilibrata.
Se mi chiedete di parlare anche di Bellinzona, la risposta è presto data: per
fare risultati non bastano i giocatori. Serve una squadra. Per squadra intendo
un club intero che remi dalla stessa parte, un ambiente che appoggi giocatori e
dirigenza. Mi sembra che tutto questo stia un po’ mancando ultimamente a
Bellinzona, dove regna un po' di confusione. Ed è un vero peccato, perché i giocatori sono decisamente buoni e
non credo che si debba temere per un’eventuale retrocessione. Per una promozione
in Super League credo sia un po’ difficile. Magari la prossima stagione, se le
premesse saranno diverse.
Il Chiasso? Sono molto dispiaciuto per ciò che è successo. Analizzando la
situazione e ciò che è capitato, credo che si possa dire che è mancata un po’
di prevenzione. Purtroppo il passaggio dal gruppo russo ai nuovi acquirenti è
stato un po’ affrettato, per non dire altro. Credo che in quel momento si
potesse evitare di dare la società in mano a gente che si sapeva non avere la necessaria
forza economica. A volte nella vita serve umiltà e quando si capisce di essere in
difficoltà, bisogna anche chiedere aiuto o trovare altre situazioni. Altrimenti
si diventa per forza complici.