Lo sport deve fermarsi!
In Italia sono state tante le polemiche dopo il rinvio di Bologna-Milan a causa delle inondazioni, polemiche che si sono placate in fondo solo con la sconfitta dei rossoneri in casa col Napoli, quasi come quel risultato abbia “rimesso in regola” un calendario che a molti sembrava falsato dal rinvio.
Quanto sta accadendo in Spagna nelle ultime ore, in modo particolare a Valencia e nelle zone limitrofe, ripropone il medesimo problema, ma per fortuna, a fronte di una vera e propria tragedia (all’ora attuale in cui scrivo, alle 23 di sera di mercoledì 30 ottobre, le vittime sono 95, purtroppo destinate a crescere) il mondo dello sport si è fermato senza se e senza ma. La Federcalcio spagnola ha già cancellato quattro partite della Coppa del Re, rinviata la sfida di Eurocup tra Valencia e Panevezys, mentre è a rischio la sfida di sabato al Mestalla tra Valencia e Real Madrid.
Davanti a simili tragedie, di dimensioni quasi apocalittiche, il mondo dello sport dovrebbe dare immediatamente il suo sostegno mettendosi in secondo piano. Casomai bisognerebbe interrogarsi sui calendari talmente fitti e saturi all’inverosimile che per recuperare una partita come Bologna-Milan bisogna aspettare addirittura febbraio.
Le strade allagate, cataste di veicoli ovunque, case smembrate, fiumi impazziti diventati teatri di morte, strade distrutte. Valencia sta vivendo ore drammatiche. Anche la zona di Cheste, dove sorge il circuito del motomondiale, è stata gravemente toccata. Tra poco più di due settimane si correrà l’ultimo GP della stagione. Le strade d’accesso al Circuito Ricardo Tormo presentano voragini, crolli. I parcheggi esterni sono inagibili, solo l’interno del tracciato ha resistito alle intemperie essendo una sorta di “grande stadio” dove dall’esterno nulla può penetrare.
Ma pensare di organizzare un GP a Valencia dovrebbe essere l’ultima delle priorità, visti gli aiuti ed il sostegno urgenti che la popolazione necessiterà nei prossimi giorni. Sarebbe un bel segnale da parte della DORNA di spostare immediatamente l’evento finale del campionato in un altro luogo (Portimão, Barcellona o Jerez) per dare un segnale forte di consapevolezza delle vere priorità della vita. Che non può essere lo sport ed il suo fascino davanti ad una tragedia come quella che ha colpito Valencia. Per 20 anni quelle strade sono state le mie per lavoro. Oggi mi piange il cuore nel vederle così, come il suo popolo, messe in ginocchio dall’alluvione.
(Foto Keystone)