Offside

Un ragazzo che non tradisce mai

Noé Ponti è un campione sia in vasca che davanti ai microfoni
L.S.
01.08.2024 11:11

È la spontaneità fatta persona. Un ragazzo che davanti a un microfono risponde con una semplicità e una sincerità che spiazzano.
Anche dopo una faticosissima gara di nuoto, un 200 metri farfalla che solo a vederlo tspompa fisicamente e mentale. Bracciate vigorose, il corpo che si muove in perfetta sintonia, scivolando sull'acqua. Ci vuole forza e tecnica, e alla fine di una prova così, ci sarebbe la voglia di infilarsi direttamente negli spogliatoi, per rilassarsi un po', parlare con chi ti vuole bene, chi ti ha sempre sostenuto.
Invece no. L'Olimpiade, e forse è anche questo il suo bello, richiede agli atleti una risposta immediata, le confessioni a cuore aperto senza nemmeno il tempo di riflettere. L'istantaneità delle emozioni.
C'è chi dice di essere contento per un quarto posto e... apriti cielo. C'è chi afferma che "essere qui è la cosa più importante", e via una valanga di critiche. Quando non sono insulti gratuiti. D'accordo lo spirito olimpico, ma qui si viene per vincere. È una questione di vita o di morte. Decoubertin sotterrato.
Noé Ponti lascia fare alla sua natura di ragazzo sereno e pacifico, anche se sotto sotto si capisce che anche lui stia soffrendo un po' di pressione. Com'è normale e umano che sia.
Davanti al microfono però è un vero campione. Certifica la bontà del suo quinto posto: non era la sua gara prediletta e forse qualcuno dimentica che siamo alle Olimpiadi. Il quinto posto al mondo e il record svizzero sono di un ticinese. Insomma, orgoglio a non finire. E poi, giusto dirlo, ieri fare meglio era complicato. Davanti ci sono dei mostri sacri.
Lui ha dato tutto, è stanco e non lo nasconde. E ci mancherebbe altro. Ci verrebbe voglia di dargli una pacca sulle spalle e ringraziarlo per le emozioni che ci ha regalato. Ma non c'è tempo.
Bisogna pensare subito alla gara di domani, la sua gara, quella che chissà, potrebbe proiettarlo sul podio, parola che nessuno vuole pronunciare.
Sarà difficile, difficilissimo, ma Noé non si nasconde: è contento di quei 200 metri, gli danno la sensazione di essere in crescita, di poter migliorare ancora. E chissà di fare una grande impresa.
Noi lo aspettiamo, sia in gara, sia davanti al microfono. Sapendo che in nessuno dei due casi, uno come lui ci tradirà.

(Foto Keystone)