Il cammino della Svizzera può aiutare i negozi sportivi ticinesi?
È finalmente il gran giorno della Nati. Alle calze, mutande, vestaglione di flanella, tavolinetto di fronte al televisore, frittatona di cipolle, familiare di Peroni gelata, tifo indiavolato e rutto libero (la lista è lunga, ma meritava di essere citata interamente) abbiamo sempre preferito andare in piazza, con birra d'ordinanza e la maglia della nazionale. Questo Mondiale però è diverso dagli altri: si gioca d'inverno e andare in maglietta potrebbe non essere una buona idea.
Un cambio di paradigma che condiziona non solo noi tifosi ma anche, e soprattutto, i negozi di articoli sportivi. «Forse anche a causa delle varie polemiche questo Mondiale al momento è accolto con un po' di freddezza – spiega Massimiliano Alonzo del Max Sport di Chiasso –. Per questo le vendite delle maglie ufficiali della Nazionale stanno andando un po' a rilento. Certo, se la Svizzera dovesse ottenere qualche risultato importante, magari contro la Serbia, ci sarebbe un po' più di entusiasmo e magari potremmo beneficiarne anche noi negozianti».
Forse, tuttavia, non bisogna aspettare le agognate vittorie della Nazionale: «Ovvio che influiscono – spiega Alessandro Zappa dello Zappa Sport di Lugano –, ma in realtà più ci si avvicina alla prima partita più le persone vengono a comprare la maglia della Svizzera. È un trend che abbiamo visto ad ogni competizione internazionale e questa non ha fatto eccezione. La riprova che i nostri tifosi sono caldissimi, in qualsiasi stagione».
Non si cerca però solo la maglia della Svizzera, come spiega Azizou Zoumbare dell'11teamsports, nuovo negozio dedicato al calcio al Quartiere Maghetti: «Oltre alle classiche, come Brasile e Argentina, vanno sempre forte quelle di Croazia, Serbia e Portogallo. Ma quest'anno hanno avuto molto successo anche alcune divise un po' più underground, come ad esempio quella della Nigeria».