Motociclismo

Il sogno di vivere nel paddock: «Tutto è possibile, credeteci»

La pilota elvetica Anja Tschopp ci racconta il suo amore per il mondo dei motori, che sta cercando di cambiare - «Mi impegno perché in Svizzera si possa dare il giusto peso a questo sport, coinvolgendo anche le donne»
Anja Tschopp ha 27 anni e gareggia nel campionato europeo SuperCup Speer Racing . © Benny Kätzmer
Maddalena Buila
22.12.2022 06:00

«Era il 2009. Quell’anno ho capito cosa avrei voluto fare per tutta la mia vita». Anja Tschopp ha 27 anni e un piede in mille scarpe. Pilota sotto il nome della Krämer Motorcycles nel campionato europeo SuperCup di Speer Racing , promotrice del motorsport in Svizzera, cofondatrice dei progetti «The Riders» e «Girls on bikes», già PR di Tom Lüthi e ora del suo team PrüstelGP in Moto3, ed manager di RS Racing Team. Una carriera nel mondo dei motori che è nata diversi anni fa. «All’età di 10 anni ho iniziato a interessarmi della realtà delle due ruote, seguendo qualche gara in televisione - racconta la pilota rossocrociata -, era il periodo dei primi podi di Tom Lüthi. Un giorno chiesi a mio papà se potessimo andare a vedere una corsa dal vivo. E così, nel 2009 lui mi portò a Sachsenring, per la gara di MotoGP. Ne rimasi completamente affascinata. L’atmosfera era surreale. Come se non esistesse nulla al di fuori di quel circuito. Mi innamorai immediatamente del motorsport, decidendo di lanciarmi nel mondo del giornalismo sportivo. Poi diventai PR, lavorando con Tom».

Una questione di serietà

Col passare del tempo, Anja Tschopp è poi entrata a far parte di sempre più progetti inerenti il motorsport. «La stagione 2022 è finita. Dunque al momento sono impegnata su tantissimi fronti prettamente organizzativi. Per il campionato mondiale di Moto3, al fianco di Tom, sto programmando i viaggi e i test drive. Inoltre sto pianificando la mia stagione da pilota e al contempo supporto i clienti in qualità di PR. Al fine di lavorare al meglio, a breve mi trasferirò in Spagna per un paio di mesi. Lì il mondo del motorsport è decisamente più vivo. Cercherò ispirazione». Per un ambito in particolare di cui si occupa, Anja Tschopp ne ha sempre bisogno parecchia di ispirazione. «Tra le tante attività a cui mi dedico giornalmente c’è quella della promozione del motorsport al femminile. Soprattutto in Svizzera. Una realtà che mi sta molto a cuore. Le sfide e le difficoltà sono però all’ordine del giorno. La più difficile è sicuramente quella relativa all’accettazione di questo mondo da parte di chi non ne fa parte (sorride, ndr). Le reazioni della gente, quando mi sente dire che sono una biker, sono solitamente due. Non venire presa sul serio - o persino schernita -, oppure venire supportata in modo estremo, come a far intendere che una donna da sola non può certo cavarsela in questo mondo. Mi piacerebbe che l’idea di una donna su una moto diventasse una cosa normale, assodata. Anche - e soprattutto - se gareggia. Per raggiungere questo obiettivo, bisogna però acquistare credibilità, gareggiando».

Va normalizzato il fatto che una donna gareggi in moto, spesso non veniamo prese sul serio
Anja Tschopp, pilota svizzera

Alla ricerca di visibilità

Per cercare di normalizzare questo aspetto, Anja Tschopp ha cofondato il progetto «Girls on bikes». «Si tratta di una piattaforma svizzera per promuovere il motorsport femminile - racconta la pilota -. Lo scopo è quello di mostrare la mia attività alle giovani generazioni attraverso i social. Il nostro mondo è ricco di bellissime storie che aspettano solo di essere raccontate. Speriamo, grazie a queste piattaforme, di poterlo fare, aiutando il motorsport svizzero a farsi conoscere meglio». Maggiore visibilità potrebbe, in futuro, fare rima con maggior interesse per questo sport. Arrivando magari a donargli le giuste strutture per permettere ai piloti di allenarsi tra le mura di casa. «In Svizzera il problema è proprio questo - spiega Tschopp -. Non c’è modo di allenarsi in pista. Perché le piste non ci sono. Io lavoro anche con la Federazione svizzera di motorsport, aiutandola nelle relazioni con Swiss Olympic. Lo scopo è riuscire a portare i giovani talenti nel mondo delle competizioni il più presto possibile. Vorremmo almeno accompagnare i piccoli su tracciati importanti in Italia e Spagna, facendoli partecipare a dei corsi. Solo così un talento può svilupparsi».

Oltre a tutto il lavoro di promozione, Anja Tschopp è appunto anche lei stessa una pilota. «Amo gareggiare. Purtroppo in Europa siamo in pochissime. Non so perché. Forse non è ancora un mondo abbastanza conosciuto. Questo può generare timidezza. Io ho corso tanto anche in California e lì le cose sono molto diverse. Esistono le categorie specifiche solo per le donne. Forse alle nostre latitudini non siamo ancora pronti. Ma ci arriveremo. Tutto è possibile, basta crederci. Anche a me dicevano che non sarei mai riuscita a entrare nel paddock. Beh, guardate dove sono arrivata (ride, ndr)».