Caso plusvalenze

Juventus, e adesso?

Maxi-stangata in classifica con -15 di penalizzazione, condannati tutti i massimi dirigenti, processi penali all'orizzonte: il futuro del club bianconero appare quantomeno in discussione, in campo e fuori
© EPA/FABIO FRUSTACI
Red. Online
20.01.2023 22:30

Sì, il processo-bis per il famoso (e famigerato) caso delle plusvalenze si riapre. E a pagare, beh, è soltanto la Juventus. Con una vera e propria stangata: -15 punti in classifica, con tutti i massimi dirigenti condannati. Dopo oltre quattro ore di Camera di Consiglio, la Corte federale d'Appello non soltanto ha accolto la richiesta di rimettere sul banco degli imputati il club bianconero, ma ha pure aumentato le pene che aveva chiesto il capo della Procura Giuseppe Chinè. E, va da sé, per l'attuale classifica di Serie A (posto che la Juventus potrà presentare ricorso) si tratta di un vero e proprio tsunami, per tacere del futuro del club, ora atteso da un possibile, secondo processo sportivo derivato dai nuovi atti dell'inchiesta Prisma. Ciliegina sulla torta, si fa per dire, le possibili sanzioni dell'UEFA per la violazione del fair play finanziario. La squadra di Allegri, detto del ricorso, precipita a 22 punti in classifica. A -12 da Lazio, Roma e Atalanta.

Sembra un paradosso, in realtà non lo è: la nuova Juventus, quella del dopo Agnelli, si trova a scontare sanzioni per problemi e guai vecchi. Quello di oggi è stato il primo dei vari giorni del giudizio, quello in cui la Corte federale d'Appello, appunto, era chiamata a decidere se riaprire o no il processo che vedeva coinvolti, oltre alla Juventus, altri otto club. Processo che, lo scorso maggio, si era concluso con il proscioglimento. Nessuna condanna, a questo giro, per Sampdoria, Genoa, Parma, Empoli, il vecchio Novara, Pisa, Pescara e Pro Vercelli.

L'accusa sportiva, tornando ai bianconeri, nel pomeriggio aveva chiesto 9 punti di penalizzazione per i bianconeri, 16 mesi di inibizione per Andrea Agnelli, da due giorni ex presidente del club, 20 e 10 giorni per Paratici, 10 mesi per Cherubini, 12 per tutti gli altri consiglieri. «La pena deve essere afflittiva, la Juventus in classifica deve finire ora dietro la Roma, fuori dalla zona delle Coppe Europee» aveva motivato la richiesta il procuratore durante la sua requisitoria.

«Ricorso inammissibile» le parole della difesa dei bianconeri in assenza di «fatti nuovi» rispetto al processo già celebrato mesi fa e che, come detto, aveva assolto tutti. I legali bianconeri hanno fatto leva sul principio giuridico per cui «nessuno può essere perseguito o condannato penalmente dalla giurisdizione dello stesso Stato per un reato per il quale è già stato assolto o condannato».

La Procura della Federcalcio italiana, sconfitta al primo round sulla vicenda plusvalenze, aveva voluto riaprire il procedimento alla luce dell'inchiesta penale Prisma della Procura di Torino, piena zeppa di intercettazioni e documenti, oltre al libro nero con le operazioni di mercato dell'ex direttore sportivo Paratici. «Nessuno degli elementi valorizzati dalla procura Federale» nell'ambito delle operazioni di mercato «dimostra l'esistenza di una artificiosa sopra-valutazione dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori alle predette operazioni, con ciò rendendosi piena infondatezza dell'odierno ricorso» ha sostenuto, invano, la difesa della Juve.

Juventus che, con la Procura, ha avuto non pochi botta e risposta durante l'udienza sulle plusvalenze: Chinè, fra le altre cose, ha sottolineato che secondo la sua accusa quelle contestate servivano a coprire le perdite; i difensori del club bianconero hanno ribattuto che le plusvalenze in oggetto, per un totale 60 milioni, rappresentano invece solo il 3,6% dei ricavi. 

Siamo di fronte, concludendo, a una nuova Calciopoli? Sì, secondo analisti ed esperti. Anche perché a pagare, ieri come oggi, sono pure dirigenti, per quanto oramai ex: 24 mesi ad Agnelli e 30 a Paratici, 16 mesi al direttore sportivo Cherubini, 8 mesi anche a Paolo Garimberti. Più di quanto avesse chiesto Chinè. La Juve sprofonda in classifica e, tra processi penali come la vicenda del falso in bilancio, adesso rischia anche in Europa. C'è chi, via social, l'ha presa sul ridere. Della serie: meglio sdrammatizzare. «Noi juventini siamo stati talmente bravi che abbiamo gonfiato pure la penalizzazione».

A proposito della penalizzazione, il ricorso non servirà, se caso, a ridurla. O, meglio, non è previsto che possa ridursi. Il Collegio di Garanzia del CONI, può solo rimandare tutto indietro alla Corte d’Appello come spiega la Gazzetta dello Sport, per una nuova discussione. Ma solo, spiega il quotidiano, in caso di vizi di forma e/o violazioni di diritto della difesa.   

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