Hockey

I bianconeri sono da podio, Ambrì sulle montagne russe

Dalla sosta di novembre a quella attuale, analizziamo il cammino delle squadre con il criterio della media punti a partita – Il Lugano è al terzo posto dietro Losanna e Friburgo, l’Ambrì Piotta è ottavo in compagnia degli ZSC Lions – In caduta libera ci sono Bienne e Kloten
©Gabriele Putzu
Flavio Viglezio
13.12.2025 06:00

La nazionale si sta preparando in vista delle Olimpiadi. La Coppa Spengler è alle porte. Eppure il pensiero non può non andare al campionato, che dalla prossima settimana metterà in scena ancora alcuni turni prima della breve pausa natalizia. Si era fermato una prima volta poco prima di metà novembre, il campionato. Siamo allora andati ad analizzare - utilizzando il criterio della media punti a partita - il rendimento delle squadre da sosta a sosta.

Un trio in volo

Sono tre le formazioni che, tra le due pause, hanno decisamente cambiato marcia. O che hanno mantenuto un ritmo da crociera più rapido rispetto alla concorrenza: si tratta di Losanna, Friburgo e Lugano.

Il Losanna, secondo in classifica, è la squadra che ha maggiormente convinto dalla sosta di novembre. È reduce da cinque vittorie consecutive e ha perso solo due volte nelle ultime dieci uscite. Dopo un inizio di torneo non del tutto convincente, i vodesi hanno inserito il turbo, grazie anche al recupero di qualche infortunato illustre.

Per quanto riguarda invece il Gottéron, ha avuto bisogno di un periodo di assestamento per assimilare il sistema di gioco del nuovo allenatore, lo svedese Roger Rönnberg. Come il Losanna, anche il Friburgo dopo la prima sosta ha decisamente alzato il livello delle sue prestazioni, vincendo sette degli ultimi dieci incontri disputati.

Già in chiara crescita nelle uscite che avevano preceduto la prima pausa - ricordate il filotto di sei successi consecutivi? - da metà novembre il Lugano è riuscito a confermarsi su alti livelli. I bianconeri vanno a punti da cinque partite: l’unica sconfitta - arrivata a Rapperswil, ai rigori - ha comunque permesso di portare a casa un punto. E la squadra di Tomas Mitell si ritrova all’improvviso al quarto posto della classifica, con la miglior difesa del campionato (63 gol subiti in 30 partite).

Davos, calo fisiologico

Ad inseguire le tre formazioni che più hanno reso in questo lasso di tempo, ce ne sono altre due che hanno viaggiato a ritmi più che discreti. O addirittura buoni, a cominciare dal Ginevra. Il Servette rimane una squadra di vertice, anche se dal rendimento altalenante. È insomma capace del meglio come del peggio, anche se con Ville Peltonen in panchina ha trovato una maggiore stabilità. Molto dipende dalla verve della linea d’attacco tutta finlandese composta da Granlund, Manninen e Puljujärvi. Quando i finnici vanno al massimo, il Ginevra sale. Quando accusano momenti di appannamento, tutto il gruppo ne risente.

Un discorso a parte lo merita invece il Davos. Il leader indiscusso del campionato ha rallentato la sua folle marcia iniziale e si tratta ovviamente di un calo fisiologico. Era impensabile che la squadra di Josh Holden potesse vincere praticamente sempre. Nonostante ciò, la media globale di punti a partita rimane altissima (2,21) e il vantaggio sul Losanna (12 punti) è più che confortante. I grigionesi non sono insomma crollati, hanno semplicemente rallentato.

Orsi in ripresa, delusione ZSC

Il Berna non decolla, nonostante sia una delle squadre che ha cambiato allenatore in stagione, con Heinz Ehlers che ha preso il posto di Jussi Tapola. Attenzione, però. Grazie al lavoro del coach danese, gli Orsi appaiono in ripresa; si sono imposti in tre delle ultime cinque partite giocate.

Continuano invece a balbettare hockey gli ZSC Lions, fin qui grande delusione del campionato, considerato il potenziale. Già eliminato dalla Champions League - della quale deteneva il titolo - lo Zurigo non trova continuità. Sembrava in leggera ripresa, ma ha perso cinque delle ultime dieci partite giocate, imponendosi comunque nelle ultime due. La dirigenza fino a oggi non si è lasciata prendere dal panico, confermando in panchina Marco Bayer. Il coach non sembra in discussione: fino a quando?

Su e giù biancoblù

L’Ambrì Piotta - a livello di prestazioni e di risultati - è un eterno incompiuto. Quella biancoblù rimane una formazione indecifrabile, tra alti e bassi. È stata l’unica squadra capace di imporsi a Davos entro i sessanta minuti, ma poi si è fatta battere in casa dal Rapperswil e ha perso a Kloten. I leventinesi hanno perso quattro delle sei ultime sfide disputate.

Sui livelli dell’Ambrì Piotta c’è un Ajoie che sta dando segni di vita, anche se il ritardo dalla terzultima è tale che, anche quest’anno, non riuscirà ad evitare i playout. Andare ad imporsi a Porrentruy non è però più una passeggiata per nessuno.

Chi scende e chi sprofonda

Lo Zugo è un’altra delusione di questa prima fase del torneo e ha perso cinque delle ultime sette partite giocate. I Tori pagano però a carissimo prezzo un’infinita serie di infortuni che ne ha decimato la rosa.

Il Rapperswil, dal canto suo, sta ancora vivendo di rendita dopo uno straordinario avvio di campionato. Ciò che permette ai sangallesi di trovarsi ancora tre le prime sei della classifica.

Il Langnau non ha piazzato grandi acuti, ma rimane una formazione complicata da affrontare, soprattutto quando gioca in casa. Nella speciale classifica delle partite casalinghe, i tigrotti sono infatti al quinto posto.

Il Bienne è invece in caduta libera. Occupa ancora il 10. posto - l’ultimo buono per partecipare ai play-in - ma deve guardarsi soprattutto alle spalle. Delle ultime cinque partite i seeländer ne hanno vinta una sola, oltretutto al di là del sessantesimo.

Il Kloten, per terminare, è invece l’unica squadra che tra una sosta e l’altra non è stata nemmeno in grado di conquistare un punto a partita. Al momento sarebbero gli aviatori gli avversari dell’Ajoie nei playout. Prima di battere l’Ambrì Piotta nell’ultima uscita prima della pausa, il Kloten veniva da una striscia negativa di quattro sconfitte consecutive.

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