Hockey

Il Lugano gioca col fuoco, ma l'obiettivo è più vicino

Daniel Carr: "È stata dura, il Kloten ha giocato bene, ma abbiamo trovato il modo di vincere"
Mikko Koskinen para così il rigore di Morley. © KEYSTONE / PATRICK B. KRAEMER
Flavio Viglezio
25.02.2024 19:00

Soddisfazione e rimpianti, a volte, possono convivere. Come due facce della stessa medaglia. Ne sa qualcosa il Lugano: al termine di un weekend complicato che ha comunque fruttato 5 punti, i bianconeri hanno compiuto un ulteriore passo verso la qualificazione diretta ai playoff. La squadra di Luca Gianinazzi ha pure allungato in classifica sul Berna – battuto ai rigori dal Ginevra – e sul Davos, fermato dall’Ambrì Piotta alla Gottardo Arena. Ci sarebbe da essere più che soddisfatti. Eppure, nonostante ciò, il Lugano sul bus che lo ha riportato in Ticino da Kloten ha caricato anche una buona dose di rammarico. Thürkauf e compagni – al cospetto di una formazione reduce da cinque sconfitte filate – hanno disputato la partita meno convincente di quelle giocate – e tutte vinte – dopo l’ultima pausa della nazionale. I bianconeri possono in particolare recitare il mea culpa per non aver sfruttato due lunghe situazioni di doppia superiorità numerica: di 1’23’’ la prima e di poco meno di un minuto la seconda. Il power-play rimane insomma il grosso tallone d’Achille della formazione bianconera.

Credito agli aviatori

Ha insomma scherzato un po’ troppo con il fuoco, un Lugano stranamente incapace di cambiare ritmo al cospetto di un Kloten molto volenteroso, ma comunque limitato. Certo, i bianconeri non hanno mai mollato e forse in altre occasioni una partita così – piuttosto bruttina, per utilizzare un eufemismo... – l’avrebbero pure persa. Ed invece il carattere portato in pista, lo spirito di sacrificio e anche un pizzico di fortuna hanno partorito il quarto successo consecutivo in campionato.

Due facce della stessa medaglia si diceva. Daniel Carr, per esempio, preferisce soffermarsi sul carattere portato sul ghiaccio dal Lugano: «È stata una partita dura – sottolinea l’attaccante canadese – il Kloten ha giocato bene, soprattutto difensivamente. E anche il loro portiere è stato eccellente. Non siamo partiti in maniera ottimale, ma poi siamo cresciuti e abbiamo avuto le opportunità di vincere la sfida. Bisogna dare credito al Kloten. Ha lavorato duro, è una squadra composta da buoni giocatori, stranieri compresi. L’hockey non può essere facile ogni sera e noi abbiamo avuto il merito di lottare al massimo per cercare di portare a casa i tre punti. Ne sono arrivati due, Koskinen è stato eccellente ai rigori. E non solo ai rigori. In questo momento il Kloten sta tirando fuori l’orgoglio, vuole dimostrare di meritare una classifica migliore. Noi dobbiamo concentrarci sugli aspetti positivi della serata: ci siamo comunque dati l’opportunità di vincere».

Finalmente John

In effetti, per come si stavano mettendo le cose – con il vantaggio trovato dal Kloten poco prima di metà incontro – la situazione del Lugano avrebbe anche potuto farsi molto più complicata del previsto. Ma il pareggio trovato piuttosto rapidamente da John Quenneville – alla sua seconda rete in bianconero dopo quella realizzata la sera precedente con il Langnau – ha subito riportato un po’ di serenità in casa bianconera. E chissà che ora l’attaccante canadese non si sia definitivamente sbloccato. Si tratterebbe di un’importante arma in più per il Lugano, specialmente in quelle serate – proprio come a Kloten – in cui la super linea di Thürkauf non riesce ad esprimersi al massimo e a togliere le castagne dal fuoco. «Anche quando non segnava – prosegue Carr – Quenneville sul ghiaccio ha sempre svolto in maniera ottimale il suo lavoro. Piccole cose che non tutti vedono, ma che sono importantissime per la squadra. Crea molto in fase offensiva, con la sua energia e difensivamente è molto solido. È uno di quei giocatori che sanno sempre rivelarsi utili».

L’infortunio del Fazz

A complicare la serata bianconera, ci si è messo l’ennesimo infortunio di questa maledetta stagione. Nelle fasi finali del primo tempo, dopo uno scontro fortuito con Marchon, il Lugano ha perso Luca Fazzini. Un infortunio – nelle prossime ore se ne saprà di più – che ha costretto Luca Gianinazzi ha modificare il volto dei suoi terzetti offensivi. Carr è stato spostato nella linea completata da Arcobello e Quenneville, mentre dapprima Canonica e poi Verboon sono andati a dar man forte a Thürkauf e Joly. Ed è stato proprio Daniel Carr a fornire a Quenneville l’assist del pesantissimo pareggio: «Non è stato complicato cambiare linea, bisogna sapersi adattare in queste situazioni: con Mark ho già giocato parecchie volte, in passato, mentre John ed io siamo nati nella stessa città, abbiamo imparato a giocare a hockey allo stesso modo. Abbiamo insomma la stessa mentalità e questo rende più facile trovare la giusta chimica».

In salsa finlandese

Detto allora di Quenneville, il successo del Lugano porta anche e soprattutto la firma di due elementi spesso e volentieri nel mirino della critica: Arttu Ruotsalainen e Mikko Koskinen. Il primo è stato l’unico giocatore delle due squadre capace di realizzare il suo rigore e – pur senza entusiasmare – ha disputato un incontro solido a tutta pista. Il portiere finlandese sta invece annusando l’aria fine dei playoff e, ancora una volta, ha giocato un’eccellente partita.

Il Lugano può dunque guardare con fiducia agli ultimi tre impegni della stagione regolare, alle sfide casalinghe con Friburgo e Rapperswil e alla trasferta di Bienne. Anche perché ha sempre più il proprio destino nelle sue mani: «Sarà tosta fino alla fine – chiosa Carr – anche perché in questo periodo segnare diventa sempre più difficile. Anche per questo sostengo che quella di Kloten è stata una grande vittoria. Noi possiamo e dobbiamo concentraci esclusivamente su di noi, su quello che dobbiamo fare per vincere gli incontri. Certo, non è stata la miglior partita della stagione, ma mi ripeto: abbiamo trovato il modo di vincere ed è ciò che sanno fare le buone squadre nelle sere più complicate».

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