L'analisi

Il Lugano si trasforma ancora ripartendo dalla sua difesa

Alla Bossard Arena i bianconeri si riscattano infliggendo allo Zugo la quarta sconfitta in altrettante sfide dirette – Gianinazzi: «Non tutte le cose importanti per vincere sono anche belle da fare, ma quando lavoriamo sodo siamo solidi»
Fernando Lavezzo
03.02.2023 23:27

Quattro vittorie in 4 sfide con lo Zugo. Solo 3 punti di distacco dai campioni svizzeri dopo 43 partite. Se ce lo avessero detto a inizio stagione, avremmo pensato a un Lugano protagonista ai vertici della classifica. Invece no. È un campionato senza logica. Dal settimo posto in giù sono tutti in pericolo. Anche lo Zugo, che stasera si è pure beccato qualche fischio. I bianconeri, di nuovo trasformati rispetto allo scempio di martedì con il Friburgo, sono stati gli affaristi della serata: 2 punti guadagnati su Ambrì e Langnau, 1 sul Losanna. Domani, battendo la bestia nera Kloten, Arcobello e compagni supererebbero gli aviatori. «Più che senza logica, è un campionato bello ed equilibrato», replica Luca Gianinazzi, soddisfatto. «Le emozioni sono il sale dello sport. A volte ti colpiscono in negativo, altre in positivo, ma è per questo motivo che facciamo questo lavoro e che i tifosi amano l’hockey».

La gara che ci voleva

Alla Bossard Arena, il Lugano ha sfoderato la partita che serviva: difesa solida, aggressività in zona neutra, compattezza davanti all’ottimo Schlegel, ripartenze pulite, rischi quasi azzerati e gol nei momenti giusti. Insomma, i bianconeri si sono ricordati di come avevano vinto 4 gare di fila tra il 20 e il 27 gennaio. «Possiamo considerare la sconfitta con il Gottéron un passo falso all’interno di un periodo positivo. Oppure considerare questa vittoria di Zugo una ripartenza», afferma il Giana. L’impressione è che i suoi giocatori debbano accettare che per avere successo bisogna giocare sempre così, con attenzione difensiva e ordine, senza smania di attaccare commettendo errori decisivi. «Non tutte le cose importanti per vincere sono anche belle da fare», spiega il coach. «Ci sono delle parti più oscure, di battaglia, di sacrificio, per le quali occorre gettare il cuore oltre l’ostacolo. Quando lo facciamo, siamo una squadra solida. Più costanza ci farebbe bene».

L’ora di Klok

Nel primo tempo, sbloccato da Thürkauf, i bianconeri hanno concesso solo due tiri ai Tori. Nel periodo centrale, il Lugano ha badato a proteggersi, colpendo in contropiede alla prima occasione con la prima rete elvetica di Klok. Nel terzo tempo, i bianconeri hanno sofferto per qualche minuto dopo l’1-2 di Klingberg, ma provvidenziale è arrivato il 3-1 di Arcobello. Ancora Klok ha poi chiuso i conti a porta vota: «Sono felice di aver segnato - afferma il ceco - ma la chiave è stata la solidità difensiva. Lo Zugo ha fatto più errori di noi e lo abbiamo punito». Già. Per la quarta volta. Pazzo Lugano.

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