Kupari, da Winnipeg a Lugano per tornare... all'attacco: «Vuole responsabilità che in NHL non aveva»

Nel 2017, non ancora maggiorenne, veniva descritto come «un mix tra Jesse Puljujärvi e Sebastian Aho» da Mikko Manner, assistente del Kärpät Oulu e della Finlandia. Per gli osservatori era un attaccante «astuto e molto pericoloso con il disco». A 25 anni, dopo sei stagioni in Nordamerica vissute con ruoli difensivi, Rasmus Kupari ha deciso di tornare in Europa per ridare slancio a quella sua verve offensiva. È lui il sesto straniero del Lugano, club con il quale ha firmato per i prossimi due campionati.
«Credo che Lugano sia il posto ideale per compiere il prossimo passo nella mia carriera», spiega Kupari nel comunicato del club. «Voglio essere un leader e portare il mio gioco a tutta pista, sia in fase difensiva, sia in fase offensiva». Nato il 15 marzo 2000 a Kotka, nel sud della Finlandia, a 16 anni Kupari si è trasferito nel Kärpät Oulu. A livello giovanile si è messo in evidenza con la sua Nazionale, disputando due Mondiali U18 e tre U20, con un bottino di due ori e un argento. Appena 17.enne, ha contribuito alla vittoria del Kärpät Oulu nella Liiga 2017-18. Tutto ciò gli è valso l’attenzione degli scout nordamericani, tanto da guadagnarsi nel 2018 il draft al primo turno, in 20. posizione, da parte dei Los Angeles Kings. Dopo un secondo campionato da 38 punti con il Kärpät, nel 2019 Kupari ha attraversato l’oceano. Ha vestito le maglie dei Kings, dove è stato compagno di Kevin Fiala, e dei Winnipeg Jets, dove ha giocato con Nino Niederreiter, totalizzando 228 gare in NHL (14 gol, 24 assist) e 87 in AHL con gli Ontario Reign e i Manitoba Moose (24 reti, 24 assist).
Un forte impatto
«In Nordamerica gli sono spesso stati affidati ruoli difensivi, ma con noi Rasmus potrà far valere le sue doti di attaccante two-ways», ci conferma il general manager bianconero Janick Steinmann. «Il suo desiderio di tornare in Europa è dettato proprio dal fatto che in NHL veniva utilizzato al centro della quarta linea. Si sentiva chiuso in una scatola e ha deciso di cambiare rotta prima che fosse troppo tardi. Sono convinto che le sue qualità si adattino molto bene alla National League e che avrà un forte impatto anche in fase offensiva. È un buon pattinatore e possiede doti importanti in ogni settore della pista. Vuole giocare con il disco, avere responsabilità. Sul mercato è raro trovare un giocatore di 25 anni che decide di lasciare la NHL per tornare in Europa. Sono molto contento». Nel comunicato, Kupari (188 cm per 91 kg) viene descritto come un centro-ala. Ma il suo ruolo nel Lugano di Mitell e Hedlund è chiaro: «Sarà uno dei nostri centri», afferma Steinmann. «Ma in caso di necessità, sappiamo che ha le caratteristiche per giocare bene anche all’ala».
Bertaggia e lo zoccolo ticinese
Il GM torna poi sullo scambio tra Bertaggia e Verboon: «La discussione ha coinvolto quattro parti: due giocatori e due club. Alla fine, tutti sono arrivati alla conclusione che questa trade fosse la cosa migliore. Alessio è felice di tornare a Lugano e Matt sognava di tornare a Ginevra. Con la sua intensità, la sua velocità, la sua esperienza e la sua versatilità, Bertaggia ha un profilo che ci mancava». Inoltre, insieme a Dario Simion e Brian Zanetti, rimpolperà lo zoccolo ticinese: «È positivo avere un buon numero di giocatori locali, disposti a gettarsi tra le fiamme per il bene del club in cui sono cresciuti. In una squadra non ce ne sono mai abbastanza, di profili così. Questi ragazzi hanno il Lugano nel cuore, ci tengono più di chiunque altro. Si crea anche una maggiore identificazione tra squadra e tifo».
Steinmann ci spiega pure il passo indietro su Aleksi Peltonen, congedato in aprile ma poi richiamato: «A fine stagione abbiamo dovuto prendere decisioni rapide. E nel caso dei giocatori in scadenza, era necessario comunicare qualcosa all’esterno per non lasciare situazioni aperte. Durante i playout, non ho avuto abbastanza tempo per sondare il mercato. Nell’exit meeting con Aleksi, gli ho detto di essere consapevole del fatto che in stagione non avesse avuto una vera chance per mettersi in mostra, ma gli ho anche spiegato che mi serviva del tempo per guardarmi intorno. Dopo molte ricerche, ho capito che dargli una nuova occasione aveva senso. Ho sempre apprezzato la sua attitudine».
Pedine mancanti
E ora? Quali saranno le prossime mosse di Steinmann? «Ci mancano ancora un paio di pezzi, restano tante cose da fare e sulla mia scrivania abbondano i dossier. In questi giorni, insieme ai nostri allenatori, ci stiamo preparando per l’inizio della nuova stagione. Di certo non mi annoierò mai. Questo posso prometterlo».