Hockey

La maturità dello Zurigo e un Losanna che ora ci crede

Gli ZSC Lions, ancora imbattuti in questi playoff, cercano l’immediato break in gara-2 alla Vaudoise Arena – Nonostante la sconfitta di misura in gara-1, Riat e compagni hanno accumulato ulteriore fiducia e promettono battaglia
© KEYSTONE / MICHAEL BUHOLZER
Flavio Viglezio
17.04.2024 22:15

«L’hockey è quello sport che si gioca in sei contro sei e dove, alla fine, vince sempre lo Zurigo». Fosse un appassionato di disco su ghiaccio, l’ex stella del calcio britannico Gary Lineker – che definiva in questo modo la Germania del pallone - potrebbe tranquillamente esprimersi così.

Già, gli ZSC Lions hanno iniziato con il piede giusto anche la finale, portando a nove la serie di successi consecutivi in questi playoff. La squadra di Marc Crawford è dunque giunta a due sole vittorie dal record del Davos, che nei giochi per il titolo del 2011 arrivò a undici successi consecutivi. E domani sera alla Vaudoise Arena capitan Geering e compagni vanno a caccia di un break che potrebbe già rivelarsi pesantissimo – se non proprio decisivo – nell’economia della serie.

La fiducia dopo una sconfitta

Ma... c’è un ma. Se da una parte lo Zurigo ha dimostrato di saper vincere anche le partite più rognose – dall’alto di un’invidiabile maturità tecnica, tattica e mentale – da parte sua il Losanna ha subito confermato di non essere arrivato per caso all’atto conclusivo. In una Swiss Life Arena incandescente, la formazione vodese è andata vicinissima al colpaccio. Di più, ha spesso e volentieri messo in chiara difficoltà lo Zurigo. In altre parole: lo ZSC rimane ovviamente il grande favorito alla conquista del titolo, ma il Losanna è uscito da gara-1 con la consapevolezza di poter dire la sua. Si può insomma accumulare una buona dose di fiducia anche dopo una sconfitta.

Non ha mollato fino all’ultimo, la squadra di Geoff Ward, che alla Vaudoise Arena potrà approfittare dell’entusiasmo dei suoi tifosi. Ha tirato di più, riuscendo ad entrare nello slot più di quanto sia stato in grado di fare lo Zurigo e ha di fatto pagato a carissimo prezzo «solo» tre minuti di black-out. Basta pochissimo, agli ZSC Lions, per fare la differenza.

Derek Grant, autore della rete decisiva, ha potuto attraversare in solitaria tutta la pista, senza essere minimamente disturbato, prima di superare Connor Hughes: una grande azione, quella del canadese – certo – favorita però dalla passività evidenziata nell’occasione dai vodesi. Il Losanna ha però subito capito come mettere in difficoltà uno Zurigo ovviamente più ricco di talento: tanta pressione, gioco fisico e dischi sulla porta.

Il muro Hrubec

Il problema, per i vodesi, è che tra i pali Simon Hrubec ha ancora fornito una prestazione straordinaria, chiudendo l’incontro con il 97,14% di interventi riusciti. L’estremo difensore ceco – già forte di suo – sta vivendo un momento di assoluta grazia: nei playoff viaggia ad una percentuale di interventi riusciti del 95,68%, dopo aver chiuso la stagione regolare con il 93,21%.

«Siamo solo all’inizio»

«Abbiamo perso gara-1 – ha spiegato Damien Riat – ma abbiamo disputato un’ottima partita, concedendo poco allo Zurigo. Purtroppo sono comunque riusciti a realizzare due reti. Siamo coscienti che allo ZSC basta poco per fare la differenza, ma la qualità della nostra prestazione induce all’ottimismo».

Gara-2 potrebbe già costituire uno spartiacque di questa serie di finale: «Calma, siamo solo all’inizio – precisa Riat –. Davanti al nostro pubblico giocheremo allo stesso modo, e se eviteremo di commettere errori avremo le nostre chance di imporci». Da parte sua Igor Jelovac – che ha approfittato dell’assenza di Christian Djoos per accumulare più tempo di ghiaccio del solito – è sulla stessa lunghezza d’onda: «Possiamo giocare in maniera molto fisica, come nelle fasi finali di gara-1. Dovremo chiudere la zona neutra e restare sempre molto attenti».

Djoos, un’arma in più

La fiducia losannese è figlia – anche – del più che probabile rientro di Christian Djoos. Lo svedese – pilastro della difesa del Losanna – è stato costretto a saltare gara-1 perché malato. «È un peccato – ha ammesso a denti stretti Ward – perdere un giocatore di questo livello in una partita così importante». Ma alla Vaudoise Arena il terzino scandinavo ci sarà: con 25’41’’ di tempo di gioco, è l’elemento più utilizzato dal suo coach in questi playoff. In gara-1 Ward ha rispolverato dalla naftalina il finlandese Henrik Haapala, al quale ha però concesso solo 3’31’’ di gioco. Come dire: «Torna presto, Djoos».

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