«Michael Joly? Per caratteristiche non era adattabile alla nostra filosofia di gioco»

Dopo due stagioni trascorse a Lugano - e malgrado il suo contratto fosse ancora valido in vista della prossima - Michael Joly non vestirà più la maglia bianconera. Non sono bastate, dunque, le sue qualità offensive, che gli hanno permesso di essere, almeno a livello contabile, uno dei migliori giocatori della squadra - con 84 punti in 97 partite - negli ultimi due anni.
«Gli serve libertà d’azione»
Il motivo che ha portato a questa risoluzione anticipata è chiaro. «Dopo aver analizzato la composizione dell’attuale roster - ha spiegato il general manager Janick Steinmann - sono giunto alla conclusione che la squadra ha bisogno di una tessera del puzzle dalle caratteristiche diverse da quelle di Joly».
Quest’ultimo, lo ricordiamo, aveva pure vissuto - tra qualche patema fisico e un adattamento non ideale con l’allora allenatore Uwe Krupp - un periodo complicato al termine dell’ultimo campionato. Ciò, tuttavia, non ha avuto alcuna influenza. «Non è assolutamente una questione di personalità, bensì di stile di hockey: io ambisco a un gioco di squadra, mentre a lui serve parecchia libertà di azione in zona offensiva. Con queste prospettive, non sarebbe stato positivo restare legati né per lui né per noi. Joly crede in qualcosa di diverso e noi – io e lo staff tecnico – non avremmo potuto garantirgli quella fiducia che lui necessita. Ho grande rispetto - ha aggiunto - per le qualità offensive di Michael e per la sua persona e gli auguro quindi ogni bene per la sua carriera. Ma, quando immagino il Lugano del futuro che sto cercando di disegnare, non vedo come il suo modo di giocare si possa adattare».
Non basta un’estate
Una scelta tutt’altro che scontata, quella che ha preso il GM del Lugano. «Per costruire una cultura nuova all’interno della squadra, il mio ruolo mi impone di prendere anche decisioni, come questa, che possono essere difficili e dure. Ma lo devo fare nel miglior interesse della squadra e del club». E ora, va da sé, i bianconeri dovranno sostituire l’ex numero 88. Un arduo compito, solo parzialmente facilitato dalla posizione ricoperta dal canadese, ossia quella di ala. «Rispetto a quello dei centri, è un mercato che presenta più opportunità - ha specificato Steinmann - ma il lavoro di scouting resta importante e non si ha mai la garanzia di successo per chi viene per la prima volta in Svizzera. Posso dirmi ottimista, però, a proposito del nostro prossimo innesto».
Una mossa dietro l’altra, il Lugano di Steinmann, insomma, sta prendendo sempre più forma. «Sono molto contento, sto ricevendo l’indipendenza che mi era stata promessa e nei miei confronti percepisco fiducia da parte dei vertici societari. Non tutto, ovviamente, sarà perfetto in vista dell’anno prossimo. Il momento del mio arrivo ha logicamente comportato alcune limitazioni a livello di mercato e non posso pensare di riuscire a completare il tutto nel corso di un’estate. Spero, però, che le misure attuate si possano incastrare per il verso giusto e che la prossima stagione sia migliore di quella appena trascorsa».