Patrick Fischer, Simon Moser e gli eroi di Stoccolma 2013

L’hockey rossocrociato è in attesa. Domani, stando al «Blick», il presidente della federazione svizzera Urs Kessler ufficializzerà il successore di Patrick Fischer sulla panchina della Nazionale. Il nome più gettonato è quello di Jan Cadieux. In ogni caso, sarà la fine di un’era. O meglio, l’inizio della fine. Sì, perché «Fischi», alla guida della selezione elvetica, vivrà ancora due momenti preziosissimi: i Giochi olimpici di Milano in febbraio e i Mondiali di Zurigo in maggio. Insomma, il 2026 sarà più di una semplice passerella finale per colui che ha condotto la Svizzera a conquistare tre argenti mondiali in 8 anni (2018, 2024, 2025) e che aveva avviato il suo percorso alla transenna della «Nati» come vice di Sean Simpson, contribuendo allo storico secondo posto del 2013 in Svezia.
«Simu», leader e modello
Se quello di «Fischi» sarà un addio lento e programmato, altrettanto non si può dire per uno dei 23 eroi di Stoccolma 2013. Simon «Simu» Moser, che la sua carriera in Nazionale l’aveva chiusa nel 2022 con i Giochi di Pechino, ha annunciato oggi il suo ritiro dall’hockey giocato, a 36 anni. Una decisione forzata, come ha spiegato il Berna in un comunicato stampa: «Simon ha subito un infortunio che ha richiesto un intervento chirurgico e che gli impedisce di proseguire la sua carriera professionistica». Nell’attuale stagione, la possente ala ha disputato solo 11 partite, prima di essere costretto a fermarsi a metà ottobre. Come racconta il direttore sportivo degli Orsi Martin Plüss, Simon Moser «ha sempre lottato instancabilmente per l’SCB, plasmando in modo decisivo il nostro club, dentro e fuori dal ghiaccio». Per Diego Piceci, responsabile sportivo della prima squadra bernese, Simon Moser «è stato un leader, un modello e una forza trainante».
Una seconda casa
Formatosi a Langnau, Simon Moser è approdato al Berna nel 2014 dopo aver trascorso una stagione in Nord America con Milwaukee in AHL (26 punti in 48 partite) e Nashville in NHL (1 gol e 1 assist in 6 partite). Con gli Orsi ha vinto tre titoli (2016, 2017 e 2019), mentre in Nazionale, oltre all’argento del 2013, ha conquistato anche quello del 2018 a Copenaghen. «È incredibilmente difficile per me concludere la carriera», afferma «Simu» nel comunicato della sua società. «Il Berna era più di un club per me: era casa mia. Sono grato per tutti i momenti che ho potuto vivere con i miei compagni di squadra, i tifosi e l’intera organizzazione. Ora la mia salute è la mia priorità. Farò sempre tesoro del tempo trascorso con questa maglia». Il suo numero 21 verrà ritirato per almeno cinque anni. Moser è il 16. giocatore nella storia dell’SC Berna a ricevere questo speciale onore.
Sette superstiti
Con il ritiro di Simon Moser, sono solo sette gli eroi di Stoccolma 2013 ancora in attività. Due sono sempre in NHL: Roman Josi e Nino Niederreiter. Gli altri cinque giocano in Svizzera. Reto Berra, 38 anni, sogna di portare il primo titolo a Friburgo prima di trasferirsi a Kloten, dove ha firmato per le prossime due stagioni. Denis Hollenstein, 36 anni, sembrava destinato a un ritiro post-infortunio, ma dopo aver saltato l’intera stagione 2024-25 è tornato in pista con i suoi ZSC Lions. Raphael Diaz, 39 anni, tornato a Zugo dopo una parentesi friburghese, è «out» da ottobre per una commozione cerebrale. Tiene duro Robin Grossmann, 38 anni, che ha appena rinnovato con il Bienne fino al 2027. Luca Cunti, 36 anni, è invece sceso di categoria con i GCK Lions, ma in due occasioni è stato richiamato dallo Zurigo per rimpolpare il line-up.
Finali diversi
Prima di Simon Moser, altri medagliati di Stoccolma avevano dovuto ritirarsi per problemi fisici: Eric Blum (fermato nel 2021 quando era a Berna, dopo un check violentissimo di Fabrice Herzog), Severin Blindenbacher (2021), Patrick Von Gunten (2018), Thibaut Monnet (nel 2022 a Sierre, a 40 anni, per i postumi di una commozione cerebrale). Anche Reto Suri e Julian Walker hanno chiuso tra mille acciacchi, ma almeno hanno potuto scegliere. Altri addii sono stati particolarmente simbolici: Andres Ambühl, ad esempio, ha smesso a 41 anni dopo la finale dei Mondiali 2025, persa all’overtime contro gli USA. Martin Plüss (2017), Mathias Segeer (2018) e Simon Bodenmann (2024) hanno detto basta dopo aver vinto il titolo nazionale. Morris Trachsler ha invece appeso i pattini al chiodo nel 2018, dopo essere retrocesso con il Kloten. Julien Vauclair non ha avuto la passerella che meritava a Lugano, poiché la stagione 2019-20 è stata troncata dalla pandemia, che ha cancellato i playoff. Martin Gerber ha lasciato nel 2017, con il Kloten salvo. Nello stesso anno, Ryan Gardner ha smesso dopo un’ultima stagione (di troppo?) trascorsa a Lugano. Matthias Bieber ha giocato solo 14 partite nel suo ultimo campionato a Berna (2019-20). Philippe Furrer, dal canto suo, ha provato fino all’ultimo ad aiutare il Gottéron a vincere il titolo, senza riuscirci, chiudendo la carriera nel 2022.
