Il personaggio

Ruotsalainen tra frustrazione e ottimismo:
«Alla fine il lavoro paga sempre»

L'attaccante finlandese del Lugano sta attraversando un periodo complicato – «Cerco di aiutare la squadra nel miglior modo possibile, prima o poi arriveranno anche i punti»
Il Lugano e i suoi tifosi si attendono molto di più da Arttu Ruotsalainen, fermo a 3 reti in 25 partite. CdT/Gabriele Putzu
Flavio Viglezio
28.11.2023 06:00

Inutile girarci troppo attorno: da Arttu Ruotsalainen il Lugano si aspettava molto di più. Il finlandese – 3 reti e 6 assist in 25 partite – fatica a ritagliarsi un ruolo importante in maglia bianconera. Ma non perde la fiducia nei propri mezzi: «Cerco di aiutare la squadra nel miglior modo possibile, prima o poi arriveranno anche i punti», afferma il 26.enne di Oulu.

Che sta succedendo ad Arttu Ruotsalainen? Se lo chiedono tutti, in casa bianconera. Brillante nella passata stagione con la maglia del Kloten e in grande evidenza nel suo primo pre-campionato, l’attaccante finlandese non decolla. Pattina, lavora e lotta, ma non riesce ad incidere sul gioco del Lugano. E il bottino dei punti piange: 3 reti – di cui una a porta vuota – e 6 assist sono un raccolto magrissimo per un giocatore della sua classe. Ci si aspettava insomma ben altro, insomma, dal 26.enne di Oulu.

«I miei sentimenti – confessa Ruotsalainen – sono abbastanza contrastanti. So di essere un giocatore che lavora sodo e cerco di aiutare la squadra nel miglior modo possibile. Dall’altro lato c’è ovviamente un po’ di frustrazione per i pochi punti ottenuti fino ad ora. Sono però fiducioso: cercherò di andare un po’ più sulla porta avversaria, in quelle zone del ghiaccio dove è più facile segnare, e di giocare con più intensità. Al tempo stesso cerco di non pensarci troppo e di svolgere al meglio il mio lavoro per il bene del gruppo, a cominciare dalle mansioni difensive. Spero e credo che alla fine il lavoro porterà anche i suoi frutti a livello contabile. Sì, il lavoro paga sempre».

L'equilibrio della mente

Il momento non deve essere però facile, per un attaccante abituato in carriera a segnare reti e a fornire assist con impressionante regolarità. C’è forse il rischio di mettersi addosso troppa pressione ed entrare così in un circolo vizioso: «Solitamente riesco a mantenere un certo equilibrio a livello di emozioni. Poi è chiaro: ci sono momenti più difficili di altri, in una carriera, in cui ti accorgi che le cose non vanno come vorresti che andassero. In periodi come questi a fare la differenza è il mentale: se non riesco a segnare – come ho già detto – provo ad aiutare la squadra in un altro modo e a mantenere alta la fiducia nei miei mezzi con il lavoro a tutta pista. Se dovessi iniziare a pensare troppo al gol rischierei di perdere di vista il bene comune. Ma non voglio nascondermi o cercare alibi ed è chiaro che qualche rete e assist in più mi aiuterebbero a togliere un po’ di pressione dalle mie spalle».

Nell’hockey si dice spesso che non bisogna esaltarsi quando le cose vanno bene e non c’è ragione di deprimersi quando, invece, non vanno per il verso giusto: «È proprio così. In Finlandia ho imparato che un giocatore deve concentrarsi per prima cosa sulla squadra e solo in seguito può iniziare a pensare alle soddisfazioni personali. I gol e gli assist sono una sorta di bonus per il lavoro ben fatto. Arriveranno, ne sono certo».

Diverso, ma non troppo

Intanto, a Rapperswil, Arttu Ruotsalainen verrà schierato all’ala, in una linea completata da Mark Arcobello e Michael Joly. Una mossa che potrebbe permettere al finlandese di giocare con la mente un po’ più libera: «Le responsabilità in fase difensiva di un’ala sono leggermente inferiori a quelle di un centro e forse questo mi potrà essere d’aiuto. Allo stesso tempo, però, per quel che mi riguarda non c’è una grande differenza tra i due ruoli: abbiamo tanto talento nei nostri terzetti offensivi e sappiamo tutti assumerci e dividerci le nostre responsabilità».

Voglia di rivincita

Da Ruotsalainen alla squadra bianconera. Reduce da due sconfitte contro Langnau e Berna, il Lugano sta ancora cercando la giusta continuità. Di prestazioni e di risultati: «Sì, ma ritengo che il gruppo sia sulla strada giusta, anche se ovviamente possiamo fare meglio. Ogni partita ha la sua storia: è fondamentale preparare ogni incontro il meglio possibile, poco importa l’avversario. Non ci sono squadre deboli, in questo campionato, e si tratta dunque di essere pronti ogni sera in cui scendiamo in pista. Quando non lo siamo, veniamo puniti. Non possiamo permetterci, come con il Langnau, di iniziare a giocare come sappiamo solo a partire dal secondo tempo. In alcune occasioni dobbiamo ancora capire quando è il momento di spingere e quando, invece, è meglio rimanere più coperti. In questo senso possiamo e dobbiamo ancora crescere: se giochiamo uniti, da vera squadra, possiamo vincere ogni partita».

Il Rapperswil non sta attraversando un buon momento, ma la trasferta sangallese non sarà una passeggiata per il Lugano: «Sarà di sicuro una partita difficile. Come tutte, d’altra parte. Il Rappi rimane un’ottima squadra, capace di fare del male a tutti con le sue rapide transizioni. Sì, come ho detto in precedenza si tratterà di essere pronti e concentrati fin dal primo ingaggio. In casa, contro di loro, avevamo rimediato una figuraccia e vogliamo rifarci».

Pensando al derby

All’orizzonte si profila già il terzo derby stagionale. Venerdì sarà il Lugano ad ospitare l’Ambrì Piotta alla Cornèr Arena: «Vincere contro l’Ambrì Piotta regala emozioni particolari, l’ho capito subito. È incredibile giocare una partita in una pista piena, in cui tutto il pubblico canta e urla per sessanta minuti. Alla fine un successo con i biancoblù porta tre punti come ogni altra vittoria, ma diciamo che sono punti un po’ più speciali di altri. Per noi giocatori è bellissimo vivere momenti come quelli che regala un derby».

La strategia del Giana

Intanto Luca Gianinazzi ha voluto spiegare le ragioni che lo hanno portato a modificare il volto dei suoi terzetti offensivi e a spostare Ruotsalainen dal centro all’ala: «Il line-up è sempre in evoluzione, questo è il momento buono per creare delle nuove energie. È una questione di equilibrio tra stabilità e bisogno di cambiare. Ruotsalainen? L’obiettivo è quello di mettere ogni giocatore nelle migliori condizioni per aiutare la squadra a vincere».

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