Hockey

Tomas Mitell: «Non siamo ancora da top 6»

L'allenatore dell'HC Lugano analizza la sconfitta di Langnau: «Se vai alla Ilfis da ottavo in classifica e non esprimi tutto il tuo potenziale, perdi»
L'allenatore del Lugano, Tomas Mitell. ©CdT/Gabriele Putzu
Flavio Viglezio
14.11.2025 06:00

Maledetta pausa. La sosta per la nazionale sembra aver ingolfato il motore di un Lugano che viaggiava a pieni giri. Certo, la sconfitta a Langnau può essere stata figlia di una semplice serata storta, ma a preoccupare sono le pecche che i bianconeri avevano evidenziato nella primissima fase del campionato. Alla Ilfis si è visto un Lugano pasticcione, non abbastanza preciso in fase difensiva e poco presente in attacco.
La trasferta a Kloten dirà dunque se Langnau è stato solo un incidente di percorso o se la magia di ottobre si è evaporata durante la sosta. Tomas Mitell – come al solito – si esprime con calma e serenità: «Prima della pausa abbiamo giocato ad alti livelli, anche individualmente. Diversi elementi si sono espressi al massimo delle loro possibilità. O anche al di sopra. A Langnau non è stato tutto terribile, ma alcuni di noi si sono espressi solo al 90 o al 95% del loro potenziale. A volte succede e non voglio dire che sia a causa della pausa. Anche il Langnau è rimasto fermo per una decina di giorni. Dobbiamo essere tutti un po’ migliori per ottenere un buon risultato a Kloten. Alla Ilfis non abbiamo curato bene i dettagli come avevamo invece fatto prima del break».

I dettagli e il processo

Fatto è che la differenza con il Lugano visto all’opera prima della pausa è stata enorme: «Dopo due tempi – prosegue Mitell – ritengo che il risultato di 3-0 ci stesse punendo oltre misura. Le loro prime due reti sono state troppo “facili” – diciamo così – ma non c’è dubbio: avremmo potuto e dovuto giocare meglio. Mi ripeto: non abbiamo curato in maniera sufficiente i dettagli. Inoltre non siamo stati pungenti al punto giusto in fase offensiva. Siamo una squadra che deve lavorare sempre al massimo, come gruppo. Quando lo facciamo, possiamo battere tutti. In caso contrario possiamo perdere contro chiunque».
Le sei vittorie consecutive lasciavano pensare ad un Lugano ormai lanciatissimo: «Anche una sconfitta come quella di Langnau fa parte del processo di crescita. Non possiamo ancora dire di essere una squadra da top 6. Quando vai a Langnau da ottavo in classifica e non ti esprimi secondo il tuo potenziale, rischi di perdere. Ed è ciò che è accaduto. Non siamo una squadra che ha trascorso gli ultimi dieci anni al primo o al secondo posto della classifica. Dobbiamo costruire: lo stiamo facendo, ma non siamo ancora una formazione da prime sei della classe».

Tra Omark e Thürkauf

Linus Omark non c’è più, ha deciso di rimanere in Svezia. «Cherchez la femme», vien da dire. Calvin Thürkauf ha invece dovuto dichiarare forfait per l’infortunio ad un gomito patito in nazionale. Mitell ha giocoforza dovuto rimescolare i suoi terzetti offensivi. Senza successo, a Langnau: «Omark, nelle ultime cinque partite, stava giocando sempre meglio, ma adesso non è più con noi e dobbiamo accettarlo. È così e basta. Thürkauf è il nostro capitano, gioca in power e in box-play e affronta quasi sempre la linea più forte dei nostri avversari. Ma non voglio attaccarmi alle assenze: la verità è che a Langnau non siamo stati abbastanza bravi. Dobbiamo contare su chi c’è e – come ho detto – essere migliori a Kloten. Come sta Thürkauf? Non so se ci sarà a Kloten e con il Bienne. È un pezzo importantissimo del nostro puzzle ma non vogliamo nemmeno accelerare i tempi e rischiare di perderlo a lungo. Come ho visto Sgarbossa? È rimasto fuori per tre o quattro settimane, si è allenato solo tre o quattro volte con la squadra. Ha bisogno di un po’ di tempo per ritrovare le giuste sensazioni e sono certo che crescerà».
L’impressione è che questo Lugano – fatto di molti lavoratori – abbia comunque bisogno dell’estro di un giocatore alla Omark. Uno di quelli che si può inventare un gol o un assist al bacio dal nulla. Un artista, insomma: «C’è sempre bisogno di un elemento offensivo, in una squadra, in grado di offrire certe giocate. È così ovunque, i giocatori più votati all’attacco sono pagati per produrre. Omark ci ha aiutati, anche se in qualche occasione ci è costato qualche rete (ride, ndr). Il tempo dirà se abbiamo bisogno di un nuovo elemento di questo tipo, ma dall’altro lato ci sono anche dei costi da rispettare. Non è insomma il momento di parlare di mercato, anche perché sono soddisfatto della squadra che ho a disposizione. Stiamo lavorando bene, tutti insieme. Ancora una volta: a Langnau non è stato tutto così orribile come potrebbe sembrare».

Niente panico

Alla Ilfis è però riapparso il fantasma della sterilità offensiva che aveva caratterizzato la primissima fase di campionato del Lugano: «Non abbiamo di certo offerto la nostra miglior prestazione offensiva della stagione e allora abbiamo cercato di fornire qualche impulso rimescolando un po’ le linee. Ma a Langnau solo quattro o cinque elementi hanno creato nel modo giusto offensivamente.
In vista della trasferta a Kloten non dobbiamo però andare in panico: prima della sconfitta di mercoledì sera avevamo avuto una lunga serie di vittorie e siamo risaliti in classifica. Si tratta di correggere subito quello che non ha funzionato alla Ilfis, ma non è accaduto niente di drammatico».Drammatica sta invece diventando la mancanza di efficacia del Lugano in power-play: «Ovviamente abbiamo bisogno di qualche gol in power-play, questo è poco ma sicuro. A Langnau non ha funzionato, ma tutta la nostra fase offensiva non è stata all’altezza. Forse cambieremo qualcosa, mischieremo un po’ le carte per provare ad essere più efficaci nel gioco in superiorità numerica. Purtroppo, a causa delle tante assenze per le varie nazionali e degli infortuni, non abbiamo potuto lavorare tanto sul nostro power-play, durante la sosta. Torneremo a lavorarci con impegno».E da tanto non si vedeva il Lugano concedere tre reti al suo avversario: «Difensivamente la nostra prestazione non è stata cattiva. Il loro primo gol nasce da un rimbalzo sfortunato, mentre Schlegel vorrebbe poter rieffettuare l’intervento che ha portato al secondo gol del Langnau. Ritengo che in cinque contro cinque la nostra prova difensiva sia stata piuttosto buona e solida».

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