Calcio

La chiave del Crus: «Avere la stessa fame del Sion, o anche di più»

Al Tourbillon, domani sera, il Lugano cerca la terza finale consecutiva di Coppa - «Sarebbe qualcosa di storico» afferma il tecnico dei bianconeri - I padroni di casa però ci credono - «È una sfida che nasconde delle insidie, servirà tanta umiltà, ma il mio gruppo è in ottime condizioni»
Ti-Press / Samuel Golay
Flavio Viglezio
26.04.2024 18:30

Il cappellino c’è ed è ben saldo sulla testa del Crus. Ci sono il sorriso di chi conosce le potenzialità del suo gruppo e la grinta di chi sa che la trasferta al Tourbillon non sarà una gita di piacere. Mattia Croci-Torti è pronto ed è pronto il suo Lugano. A Sion c’è in palio la terza qualificazione consecutiva alla finale di Coppa Svizzera: «Sarebbe storico», afferma l’allenatore bianconero. Il campionato, per ora, può attendere. Per il Lugano, certo, ma anche per il Sion: «Effettivamente - spiega il Crus - questa è una partita a parte, in una competizione diversa dal campionato. La Coppa Svizzera permette al Sion di sentirsi vivo, di far parte del calcio svizzero che conta».

Uno spogliatoio sul pezzo

Puntano alla Super League, i vallesani, ma l’entusiasmo per la Coppa Svizzera è palpabile. Al Tourbillon, domani sera, ci sarà il tutto esaurito e la formazione di Didier Tholot vuole la 15. finale della manifestazione: «Grazie ai risultati ottenuti in Challenge League a Sion è tornato l’entusiasmo ed è giusto che sia così. Tra noi ed i vallesani c’è una categoria di differenza, ma sono convinto che il calore e la spinta del pubblico possano ridurre questo gap. Dovremo fare attenzione a questo aspetto ed essere bravi a reggere nei momenti di difficoltà che sicuramente ci saranno. Soprattutto a livello mentale. Ma nel corso della settimana ci siamo preparati anche a questo».

Negli anni questo Lugano ha però guadagnato in personalità e in consapevolezza dei propri mezzi. Una maturità, in altre parole, che fa dei bianconeri i favoriti per l’accesso alla finale: «Sappiamo benissimo di essere noi i favoriti, sarei un bugiardo se non lo ammettessi. Siamo secondi in Super League, mentre il Sion è in Challenge. Poi, come ho detto in precedenza, ci sono tanti fattori che entrano in conto. Non da ultimo, il fatto che il Sion abbia già vinto tredici volte questo trofeo. Noi dobbiamo rimanere umili e affrontare la sfida coscienti che nasconde delle insidie. Abbiamo però tenuto il gruppo sul pezzo, a livello di motivazioni. La chiave del successo sarà proprio questa: dovremo avere le stesse motivazioni del Sion. O anche di più. Anche noi vogliamo la finale, per rivivere con i nostri tifosi le emozioni degli ultimi due anni».

Spegnere il fuoco

Potrebbe partire forte, il Sion, per provare a mettere subito sotto pressione un Lugano che, in Super League, è ormai abituato a controllare il gioco praticamente dal primo all’ultimo minuto: «L’importante sarà avere l’approccio giusto. Nei turni precedenti, contro il Grasshopper e lo Young Boys, nei primi quindici minuti il Sion è andato a mille all’ora. Di sicuro non ci aspettiamo una formazione vallesana arrendevole e che penserà solo ad aspettarci e a difendersi. Anzi, il loro inizio sarà probabilmente furioso, ma noi dovremo essere bravi a spegnere il loro fuoco iniziale tenendo la palla, facendogli vedere cosa siamo capaci di fare a livello di possesso. Lo abbiamo fatto in maniera eccellente, negli ultimi tempi, sempre con lo spirito e con l’attitudine giusti».

Le esperienze maturate in questi anni aiutano a superare i momenti difficili
Mattia Croci-Torti, allenatore FC Lugano

Già, una formazione che nei turni precedenti è stata in grado di eliminare dalla Coppa Grasshopper e Young Boys non può e non deve essere presa alla leggera: «Ovviamente contro due formazioni di Super League il Sion non ha dominato come è solito fare in Challenge, ma ha saputo sfruttare le sue qualità. E le abbiamo studiate. Le reti vallesane non sono state frutto del caso, ma sono figlie della spinta di Lavanchy, degli spunti di Chouaref e dalle palle ferme. Punizioni e calci d’angolo sono i punti di forza di questo Sion, grazie soprattutto a Reto Ziegler, che sa calciare in maniera divina. E io questo lo so molto bene».

Rispetto, nessuna paura

Ormai ne ha viste tante, il Crus. E la partita del Tourbillon, nonostante le insidie, non lo spaventa: «No, io non ho nessuna paura, ma solo tanto rispetto. Per la squadra che andiamo ad affrontare e per i suoi giocatori. Bisogna riconoscere che il Sion ha tanti elementi di esperienza, che sanno come vanno giocate certe partite. Però noi siamo il Lugano: siamo secondi in classifica, stiamo andando alla grande. Dobbiamo andare in Vallese e far vedere al Sion chi siamo. Per arrivare alla finale dovremo essere tutti convinti dei nostri mezzi e delle nostre qualità. Avremo bisogno di tutta la rosa, lo dimostrano le nostre partite di Coppa di questi anni, alcune delle quali vinte ai rigori anche grazie a elementi entrati dalla panchina. Stavolta mi auguro di chiuderla prima, perché ho messo a dura prova troppe volte il cuore dei tifosi bianconeri (ride, NdR)».

Proprio le esperienze accumulate in questi ultimi anni potrebbero allora costituire una delle armi in più di questo Lugano: «Sì, le esperienze fatte nelle ultime edizioni della Coppa Svizzera contano tantissimo. Anche per quel che mi riguarda, mi hanno fatto crescere molto. E aiutano nella gestione dei momenti di difficoltà, anche se mi auguro ovviamente di viverne pochi, a Sion, di momenti davvero complicati».

In questo articolo:
Correlati
Le imprese del Lugano non meritano l'indifferenza
Dall'avvento della proprietà Mansueto il club non ha sbagliato una stagione - In Svizzera interna, però, si fatica ancora a riconoscere la qualità che regna a Cornaredo - In casa bianconera, invece, sarebbe meglio non dare per scontato il valore del tecnico