Tennis

«La settimana più bella della mia carriera»

Due finali perse, in singolare e in doppio, ma Leandro Riedi manifesta soddisfazione «Anche se è mancato il successo, del Challenger di Lugano conserverò un piacevole ricordo» - Riccardo Margaroli: «Swiss Tennis è contenta, noi abbiamo ricevuto molte attestazioni di stima»
Nell’ultimo atto del Challenger di Lugano a Leandro Riedi non è bastata la grinta. © CdT/Chiara Zocchetti
Raffaele Soldati
03.04.2022 20:01

Due finali perse (in singolare e nel doppio), ma comunque un’immensa soddisfazione. Il 20.enne zurighese Leandro Riedi lascia Lugano a testa alta. Non solo. Prima di tornare a casa per qualche giorno di riposo sintetizza così la sua settimana eccezionale. «È vero - dice - quando arrivi ad un passo dal titolo e non riesci a concretizzare il successo, ti resta un po’ di amarezza. A cancellarla basta però una constatazione. Non mi era mai capitato di andare così lontano in un Challenger. Di Lugano conserverò un piacevole ricordo». In singolare ha ceduto il passo solo a Luca Nardi, uscito alla distanza (4-6 6-2 6-3). «Non ho molto da recriminare - aggiunge Riedi- . Piuttosto preferisco ripensare alle tante belle partite giocate in questo Challenger, che lo scorso anno aveva vinto Dominic Stricker». Leandro ha iniziato battendo il francese naturalizzato americano Maxime Cressy (numero 1 del tabellone). «Ero sorpreso io stesso», il suo breve commento. Poi, sullo slancio, ha superato il transalpino Added. Nei quarti ha vinto il derby con Hüsler e poi ha avuto ragione del francese Herbert, già 36 ATP, un giocatore con uno straordinario curriculum nel doppio. «No - sottolinea -, era davvero difficile chiedere di più a me stesso».

Pupillo di Yves Allegro
Dopo qualche giorno di meritato riposo quali saranno gli impegni del pupillo di Yves Allegro? «Partirò alla volta dell’Inghilterra per giocare dei Future, ma mi auguro di avere la possibilità di poter disputare altri Challenger, magari passando dalle qualificazioni».

Di questo è convinto anche il direttore del torneo luganese Riccardo Margaroli, che elogia le potenzialità del giovane Riedi. «Già tra gli juniores Leandro si era distinto in diverse occasioni. Noi lo ricordiamo in particolare per la finale tutta elvetica del torneo juniores 2020 al Roland Garros. Allora si arrese allo stesso Stricker. Riedi è venuto a Lugano grazie a una wild card di Swiss Tennis. Se l’è meritata ampiamente. Ha giocato una serie di ottime partite e lo ha fatto sia in singolare, sia in doppio. Non ha vinto il torneo, ma ha guadagnato tanti punti ATP. Ora dovrebbe ritrovarsi attorno alla 335. posizione del ranking mondiale. Un balzo avanti di quasi 300 posizioni. Avrà sicuramente la possibilità di giocare nuovi Challenger. La sua maturazione potrà pertanto proseguire».

Ottimi collaboratori
E cosa dice Margaroli in merito a questa seconda edizione del Challenger indoor Lugano? «Quando i giocatori manifestano la loro soddisfazione per noi è una vittoria. Lo avevano fatto nel 2021 e in questi giorni abbiamo nuovamente ricevuto molte attestazioni di stima. Il torneo era partito con qualche preoccupazione, soprattutto legata a questioni pratiche e organizzative. Penso in primis all’aumento dei costi. Soprattutto quelli dei trasporti. Poi, grazie alla qualità dei giocatori e alle belle prestazioni fornite dagli elvetici, è stato un crescendo. In generale, il successo di un evento dipende da molti fattori. Noi abbiamo avuto l’accortezza e la fortuna di poterci affidare a un ottimo supervisor, a validi arbitri e giudici di linea. C’è stato un grande lavoro di tutto lo staff, in prima linea e dietro le quinte. Swiss Tennis ci ha già trasmesso i complimenti per questa seconda edizione. Noi è chiaro, con l’avallo della federazione, ci impegneremo affinché se ne possa svolgere una terza. Si tratterà di riprendere contatto con i responsabili della Città e con gli sponsor, a incominciare da BancaStato».

Riccardo Margaroli chiude le sue impressioni sottolineando ancora l’ottimo torneo di Riedi: «Tutti i miei complimenti vanno al vincitore, l’italiano Nardi. Ma anche Riedi si è meritato i nostri applausi».