HC Lugano

Marco Müller: «In gara-7 il passato non conta»

L'attaccante bianconero, che nel 2022 vinse il titolo con lo Zugo battendo gli ZSC Lions alla «bella», lancia la sfida decisiva contro il Friburgo
© CdT/Gabriele Putzu
Fernando Lavezzo
28.03.2024 06:00

La pioggia alla partenza, la neve lungo il tragitto, i primi assaggi di traffico pasquale. Non è stato un viaggio indimenticabile, ma almeno il Lugano si è tolto un peso. Anticipando di un giorno la trasferta a Friburgo, ieri la squadra bianconera si è messa nelle condizioni migliori per avvicinarsi serenamente a gara-7. «Senza stress», come dice Marco Müller.

Questa mattina gli uomini di Luca Gianinazzi potranno allenarsi sul ghiaccio della BCF Arena, dove stasera andrà in scena la sfida che deciderà la serie e il destino delle due contendenti. Vincitori in semifinale, sconfitti in vacanza. «È la dura legge di gara-7, ma è proprio questo a renderla così speciale ed emozionante», ci racconta ancora Marco Müller prima di pranzare con i compagni al Club ’41 della Cornèr Arena. «Dopo il successo di martedì, ho fatto fatica a prendere sonno», confessa l’attaccante numero 10. «Ma per me non è una novità: dopo ogni match, infatti, ho sempre bisogno un po’ di tempo per lasciar scendere l’adrenalina».

Per il Lugano gara-7 è un sogno, sì, ma ad occhi aperti. Difficile da immaginare, dopo le prime due sconfitte senza appello. «Abbiamo avuto un’evoluzione costante, siamo cresciuti sull’arco della serie», afferma coach Gianinazzi. «Ma ora si azzera tutto», aggiunge. «Sarà importante rispondere bene nei momenti decisivi».

Dolce ricordo

«Partite così bisogna gustarsele, perché nel bene e nel male sono quelle di cui un giocatore si ricorderà per tutta la vita», ci ha detto Mario Kempe in vista della «bella». Marco Müller è pienamente d’accordo con il compagno svedese: «Sarà importante godersela e divertirsi, senza pensare troppo». «Mullo», in carriera, ha disputato una sola gara-7. Quella che il 1. maggio del 2022 consegnò il titolo al suo Zugo, dopo aver rimontato dallo 0-3 la serie contro gli ZSC Lions. «Essendo una finale, in quel caso le emozioni erano ancora più forti», ricorda Marco. «Per arrivare fino a quel punto con il Lugano manca ancora un po’. Ma per sperare di fare strada, dobbiamo eliminare il Friburgo. Quindi sì, come in ogni gara-7, stasera si gioca soltanto per vincere. D’ora in poi, ogni singolo cambio potrà cambiare il corso degli eventi. Tutto ciò che è successo nelle prime sei partite non conta più».

Il Lugano ha vinto tre delle ultime quattro gare della serie. Vorrà pur dire qualcosa, o no? «Di sicuro abbiamo tanta fiducia», spiega Marco Müller. «Sappiamo di poterli battere, ma può succedere di tutto. Già nei primi 5 minuti potrebbe accadere qualcosa di imprevedibile, in grado di dare una svolta alla serata. Credo che a vincere sarà la squadra più disciplinata, nel gioco e nella gestione delle emozioni. Servirà il giusto equilibrio tra attacco e difesa. In questo senso, possiamo ripartire dall’ottimo terzo tempo di martedì sera. In vantaggio di un gol, abbiamo continuato a proporre il nostro gioco, evitando così di farci schiacciare in difesa».

Quarta linea e power-play

Per la prima volta nella serie, l’altro ieri ha segnato anche la quarta linea bianconera. Il 3-1 di Patry è poi risultato essere il gol decisivo. «Nei playoff il cosiddetto ‘‘secondary scoring’’ può fare la differenza», prosegue Marco Müller. «Ma è dall’inizio della serie che la quarta linea ci sta aiutando con la sua grande energia».

Fondamentale, poi, il risveglio del power-play: due reti in gara-4, altre due in gara-6. Così, vincere è un po’ più facile: «Abbiamo studiato il box-play del Friburgo, cercando di individuarne i punti deboli. Al di là degli schemi, però, sono la precisione e la velocità nell’esecuzione a fare la differenza. Quando inizi a segnare, la fiducia aumenta e ogni singolo gesto diventa più facile e naturale. Al nostro power-play è successo proprio questo».

Flessibilità mentale

Anche Luca Gianinazzi vuole godersi il momento: «Questa gara-7 sarà sicuramente una delle partite più importanti della mia carriera da allenatore. Abbiamo tutte le carte in regola per andare a vincere un’altra volta alla BCF Arena. Credo che sarà fondamentale avere la flessibilità mentale per accettare le variabili in gioco e per reagire al meglio ad ogni episodio, sia esso una penalità, un rimbalzo particolare o qualsiasi altro evento imprevedibile».

Il Lugano è cresciuto all’interno della serie, ad immagine di Kempe. Inserito in gara-4 per sostituire lo squalificato Quenneville, lo svedese si è guadagnato il posto fisso: «Mario è un giocatore di squadra», spiega il «Giana». «Non è appariscente, ma è concreto. Il suo primo obiettivo non è finire sul tabellino, bensì mettersi al servizio del gruppo. Ci ha dato stabilità. Ma sappiamo che non sarà un singolo a vincere gara-7. Servirà una vera prestazione di squadra. Gara-6 è stata un buon esempio, ma c’è ancora margine di miglioramento. Penso al loro secondo gol, sul quale eravamo troppo sbilanciati. Dovremo trovare un buon equilibrio tra le due fasi: gestire bene il disco per non farci mettere sotto pressione tutto il tempo, ma anche essere bravi difensivamente, tenendoli alla larga dalla porta. Proprio come abbiamo fatto nel terzo tempo di martedì, gestendo il nostro gol di vantaggio. È stata una buona prova di maturità. Da replicare».

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