Formula Uno

Binotto parte, anzi no: ma i rapporti con Leclerc sono logorati

Nel comunicato della Ferrari, pubblicato per mettere a tacere voci e speculazioni, mancava una frase per chiudere la polemica: «Binotto resterà alla guida della squadra anche nel 2023…»
© REUTERS/JONAS ROOSENS
Pino Allievi
Pino Allievi
15.11.2022 19:30

Mentre il carrozzone della Formula 1 sta affrontando la lunga trasferta da San Paolo del Brasile ad Abu Dhabi, dove domenica si disputerà l’ultima gara, dietro le quinte dei gran premi sta accadendo di tutto. È di oggi pomeriggio il comunicato emanato da Maranello per tacitare le voci destabilizzanti su un futuro vicinissimo: «La Ferrari, in relazione alle speculazioni apparse su alcuni organi di stampa relative alla posizione del team principal della Scuderia, Mattia Binotto, comunica che si tratta di voci totalmente prive di fondamento».

Le «speculazioni», che si sono accavallate per due giorni, parlavano infatti dell’arrivo con l’anno nuovo di Frédéric Vasseur, titolare della Sauber che corre con i colori Alfa Romeo, alla guida del Cavallino.

Polemica dunque esaurita, punto a capo, tutto come prima? No, e lo si capisce dal fatto che nel comunicato della Ferrari non sono state aggiunte due righe stringate che avrebbero davvero chiuso la polemica. Quelle in cui si poteva precisare che «Binotto resterà alla guida della squadra anche nel 2023…». Ci sarebbe voluto poco e anche la tempistica – ora che siamo alla fine della stagione – sarebbe stata quella giusta.

La traversata nel deserto

In realtà, Binotto vive sulle sabbie mobili senza che nessuno gli abbia ancora svelato quale destino lo attenda. Una posizione scomoda, nella quale non gli resta che lavorare facendo finta di non dare importanza a spifferi e indiscrezioni che lui stesso sa essere veri. Il tutto, in un momento in cui la Ferrari sta completando la traversata del deserto cominciata anni fa e andata avanti con risultati sempre migliori. Perché se nel 2021, di questi tempi, si faceva il bilancio dei dolori, adesso la Ferrari può vantare quattro vittorie e ben 12 pole position che dimostrano un enorme progresso, tanto che, ad Abu Dhabi, Leclerc lotterà per il secondo posto tra i piloti mentre la squadra tenterà di difendere l’attuale secondo posto tra i costruttori.

È chiaro che la presidenza pretendeva di più, al pari dei tifosi. Ma la F1 esige tempi lunghi e anche la Red Bull, che ha dominato in lungo e in largo nel 2022, ha impiegato otto stagioni per tornare al vertice dopo la sbornia di titoli con Vettel.

Non dimentichiamo poi che in pochi anni Maranello ha cambiato tre presidenti (da Montezemolo si è passati a Marchionne e a John Elkann) e al vertice della Gestione Sportiva c’è stato un vento che ha spazzato via di seguito Stefano Domenicali, Marco Mattiacci, Maurizio Arrivabene. Binotto ha dovuto ricostruire da zero ed era ovvio che il miracolo non si sarebbe concretizzato all’improvviso. Quest’anno la macchina c’è stata ma il team ha sbagliato molto a livello di gestione di strategie. L’ultimo erroraccio venerdì scorso a Interlagos, nelle prove, dove tutti sono usciti – giustamente – con gomme da asciutto e Leclerc è stato mandato in pista con le «intermedie» perché qualcuno, in divisa rossa, si era messo in testa che sarebbe piovuto da un momento all’altro. Uno sbaglio che ha condizionato in negativo il resto del week-end, dando la stura alle voci che abbiamo raccontato.

Ma siccome nel veleno del pettegolezzo c’è sempre una stilla di verità, vale la pena di spiegare che Frédéric Vasseur, ingegnere francese di 54 anni a capo della Sauber – proprietario di scuderie nelle formule minori (nella Art aveva come socio Nicolas Todt con il quale ha poi litigato) con cui hanno corso piloti del calibro di Hamilton e Leclerc, manager impegnato in tante attività collaterali – alla fine del 2023 dovrà per forza di cose lasciare la squadra squadra di Hinwil perché la maggioranza azionaria passerà alla Audi, che metterà un suo uomo al vertice. Essendo amico di Carlos Tavares, CEO di Stellantis, Vasseur potrebbe aver dato una disponibilità per le corse. Ma poichè la Ferrari non dipende da Stellantis, Tavares a sua volta avrebbe parlato di Vasseur – che già Marchionne avrebbe voluto in Ferrari – a John Elkann.

Di sicuro, Vasseur è in legami stretti con Leclerc. Il quale, invece, non ha più il feeling di una volta con Mattia Binotto, reo di non avergli mai voluto riconoscere lo status di prima guida, tanto che in Brasile il team non ha chiesto a Sainz, terzo, di cedere la posizione a Leclerc che lo seguiva. È stato l’episodio più recente di una relazione ormai logora. Se poi aggiungiamo che né il presidente Elkann né l’A.D. Benedetto Vigna stravedono per Binotto, diventa ovvia la deduzione che se ne può trarre. Nonostante questo, il finale è ancora tutto da scrivere. O anche no…

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