Quarant'anni fa l'incidente di Silvio Moser
LUGANO - Fra poco più di un mese, il 26 maggio, saranno 40 anni giusti dalla morte di Silvio Moser, un grande campione dell'automobile, il pilota che – si può ben dire – tracciò la strada (o la pista, sarebbe meglio dire) nella quale poi si lanciò, con grandissimo successo, il suo amico e collega Clay Regazzoni. Moser morì il 26 maggio 1974 all'ospedale La Carità di Locarno, dove era ricoverato, in coma da un mese e due giorni, per una gravissima lesione cerebrale rimediata il precedente 25 aprile in un incidente occorsogli alla «1000 Chilometri» di Monza, una gara per prototipi e vetture sport valevole per il Campionato mondiale marche. Al volante di una Lola T294, della scuderia svizzera Bretscher Racing, per la quale gareggiava in coppia con l'italiano Tonino Nicodemi, Moser uscì di pista alla «curva Ascari» del circuito monzese, centrando una vettura che era pure uscita qualche giro prima e che i commissari di gara lasciarono sciaguratamente lungo il percorso, senza farla spostare ed evacuare per tempo. Il pilota ticinese fu estratto gravemente ferito dai rottami della sua macchina rossa numero 37. Non riprese più conoscenza, né all'ospedale Niguarda, dove fu ricoverato immediatamente dopo l'incidente, né alla Carità di Locarno dover fu successivamente trasportato per volontà dei familiari e del suo medico, e amico, il neurochirurgo Giorgio Morniroli.Moser era nato il 24 aprile 1941. Il giorno in cui ebbe l'incidente che gli risultò fatale aveva dunque 33 anni (compiuti proprio il giorno prima). Era più giovane di due anni di Regazzoni (nato nel 1939), ma la percezione di quasi tutti è che egli sia stato un po' il maestro di quel grande campione del volante che fu Regazzoni. Di certo quei due regalarono ai ticinesi appassionati di automobilismo di quell'epoca emozioni memorabili. Qualcuno ancora oggi sostiene che il talento di Silvio come pilota fosse addirittura maggiore di quello di Clay e che la indubbia differenza in favore di quest'ultimo, quanto a palmarès di carriera, sia stata determinata da alcune scelte più fortunate, o forse semplicemente meglio ponderate, fatte da Regazzoni negli snodi importanti della sua carriera. È un fatto, ad esempio, che l'offerta di diventare pilota collaudatore della scuderia Tecno nel 1968 fu fatta dal «patron» Luciano Pederzani prima a Moser e poi, dopo la rinuncia di quest'ultimo, a Regazzoni. E questo fu per Clay il trampolino di lancio verso la Ferrari e una successiva straordinaria carriera in Formula uno. Categoria, quella di Formula uno, che Moser riuscì a raggiungere prima di Regazzoni, correndo nel 1969 a Montecarlo con una Brabham BT24, equipaggiata con un motore Ford Cosworth, acquistata in Inghilterra dall'ex-pilota e futuro costruttore (ancora oggi presente con una sua scuderia nel campionato mondiale di F1) Frank Williams.