Basket

«Nella finale contro la SAM mi auguro di essere il jolly»

Chiacchierata con Roberto Kovac, guardia momò dell'Olympic Friburgo, tornato in campo un mese fa dopo aver saltato quasi tutta la regular season per un infortunio al ginocchio destro
© Keystone/Elia Bianchi
Fernando Lavezzo
25.04.2024 06:00

Olympic contro SAM. La finale è servita. Si parte sabato alla St. Léonard per gara-1, in cui Robbi Gubitosa dovrà fare a meno dello squalificato Marko Mladjan. Sull’altro fronte, ci sarà invece Roberto Kovac, rientrato a fine marzo dopo un lungo stop.

Colpa del ginocchio

Due gare a fine settembre, nelle qualificazioni alla Champions. Poi più nulla fino a un mese fa. Per Roberto Kovac è stata una stagione di attesa, fatta di fisioterapia, allenamenti in solitaria e tante partite vissute a bordo campo. Tutta colpa di un infortunio al ginocchio destro: «Non vedendo miglioramenti, il 5 novembre ho deciso di farmi operare. E tre giorni dopo ero sotto i ferri», racconta il quasi 34.enne di Mendrisio. «Inizialmente i medici mi avevano ventilato una pausa di 3-5 mesi, poi, più realisticamente, hanno corretto il tiro, salendo a 4-6 mesi. Nella peggiore delle ipotesi, la mia stagione era finita. Ho lavorato sodo con l’idea di tornare almeno ad allenarmi in gruppo nelle ultime settimane di campionato. Poi, vedendo che la riabilitazione stava procedendo molto bene, ho accelerato i tempi. Al quarto mese mi hanno dato l’okay per aggregarmi alla squadra. Dopo tre settimane di lavoro con i compagni, sono tornato a giocare. Ci ho sempre sperato».

Un minuto alla volta

Robi è rientrato per l’ultima partita di regular season, il 24 marzo contro gli Starwings: 12 minuti, 10 punti. Nelle tre sfide dei quarti con il Nyon, il suo impiego è stato centellinato: 8 minuti, poi 11, poi uno solo. Stesso copione il 6 aprile, nella finale di Coppa Svizzera vinta contro il Ginevra: 8 minuti. «Coach Thibaut Petit mi aveva anticipato che quest’anno non mi avrebbe forzato. La squadra stava girando bene anche senza di me e aveva perso una volta sola». Nei primi match della semifinale playoff, contro gli stessi Lions, il tempo di gioco di Kovac è aumentato: 13 minuti e 9 punti in gara-1, 15 minuti e 17 punti (5 su 8 da 3!) in gara-2. Poi solo 8 minuti nel k.o. di gara-3 a Ginevra. A quel punto, qualcosa è cambiato: «È stata una brutta sconfitta, non abbiamo giocato come avremmo dovuto. Ho detto all’allenatore che se avesse avuto bisogno di me, ero pronto a giocare di più. Non sono ancora al 100%, ma mi sento sempre meglio». Inizialmente Petit si è mostrato titubante, poi si è convinto: martedì, in gara-4, Robi ha giocato 19 minuti, totalizzando 15 punti e contribuendo al passaggio del turno. «Sia io, sia il coach, siamo contenti di come è andata. Soprattutto di come ha reagito il mio ginocchio dopo una serie di partite intense. Per la finale vedremo. Petit farà le sue valutazioni, pensando al bene della squadra e agli equilibri del gruppo. Siamo 11 professionisti, abbiamo una rotazione lunga, non è evidente dare più minuti a qualcuno togliendoli a un altro. Io sono rientrato a fine stagione, non ho l’intenzione di stravolgere le dinamiche che hanno portato la squadra fin qui. Contro la SAM sarei contento di giocare tra i 15 e i 20 minuti. Mi auguro di essere un valido jolly».

Ancora insieme

L’obiettivo di Kovac è tornare al 100% per agosto. Nel frattempo, a playoff iniziati, è arrivato il rinnovo per la prossima stagione: «Le intenzioni erano già chiare, ma i dirigenti volevano essere sicuri che la mia riabilitazione andasse bene. Sono stati trasparenti e corretti. Ora mi stanno già parlando di un futuro insieme che vada oltre il 2025. A Friburgo c’è anche il desiderio di fare bene in Europa. Ma prima dobbiamo vincere il campionato».

Un nucleo su cui contare

L’Olympic punta al sesto titolo di fila ed è il favorito. In stagione ha già vinto SBL Cup e Coppa Svizzera. Dentro i confini nazionali, ha perso solo tre gare: due contro la stessa SAM (Supercoppa e regular season), una sabato scorso a Ginevra. E questo nonostante i tagli al budget avvenuti in estate: «La massa salariale dei nostri stranieri non è la più alta della lega. Però abbiamo i 4-5 migliori svizzeri del campionato: Kazadi, Cotture, Jurkovitz, Martin e io. Un nucleo che sa fare la differenza. Intendiamoci: i fratelli Mladjan sono ottimi giocatori, ma Dusan non è più un ragazzino e Marko ha un lavoro che lo impegna al di fuori dal basket».

«I nostri americani – prosegue Kovac – ci completano. E Petit è un ottimo allenatore». Il belga, ex Lugano, ha sostituito Aleksic, coach burgundo per 10 anni: «Rispetto a Petar, Thibaut è più abile nella comunicazione. È più psicologo e meno sergente. In attacco ci lascia più libertà, ma in difesa e a rimbalzo pretende la stessa intensità ed energia di Aleksic».

La SAM è avvisata: «Massagno – conclude Robi – cercherà di vincere una delle prime due gare in casa nostra, dove siamo imbattuti. In gara-1 dovremo approfittare dell’assenza di Marko, oltre a quella di Solcà. Quaranta minuti di intensità darebbero molto fastidio ai nostri avversari, oggettivamente a corto di cambi».

In questo articolo: