Calcio

Nestor Subiat, Joël Monteiro e quel passaporto che profuma di gol

L’ASF spera che la procedura di naturalizzazione dell’attaccante dello Young Boys possa essere completata in tempo per l’Europeo - Trent’anni fa, a ridosso dei Mondiali americani, ad aprire la via era stato il centravanti d’origine argentina del Lugano - E non senza polemiche
Joël Monteiro, 24 anni, è cresciuto in Vallese. © KEYSTONE / WALTER BIERI
Massimo Solari
10.04.2024 06:00

Da 23 a 26 giocatori in rosa. È quanto chiedono a gran voce diversi commissari tecnici in vista delle convocazioni per l’Europeo tedesco. La UEFA ci sta pensando. Tentenna, anche, a fronte delle eccezioni concesse a Euro 2020 e Qatar 2022, e a consuntivo del workshop tenuto nelle scorse ore a Düsseldorf insieme ai selezionatori presenti fra due mesi in Germania. Una decisione verrà presa nelle prossime settimane. E ad aggrapparsi all’allargamento dei contingenti, va da sé, vi sono pure molti giocatori. Seconde scelte, jolly e più in generale elementi sovente parcheggiati sulle liste di picchetto. Con tre caselle in più da riempire, però, una chiamata in extremis potrebbe diventare realtà.

A sperare in un ripensamento di Nyon è pure Joël Monteiro. L’attaccante dello Young Boys è finito nei radar di Murat Yakin. Da un lato grazie alle prestazioni e alle reti in giallonero, che di recente hanno portato l’Osservatorio sul calcio del CIES di Neuchâtel a eleggerlo addirittura il calciatore più efficace al mondo. Dall’altro complici le evidenti difficoltà riscontrate dalla Nazionale rossocrociata in fase offensiva. Insomma, i presupposti per un matrimonio felice ci sono tutti. Peccato che senza un passaporto valido l’unione non possa essere celebrata. Non ancora, perlomeno.

ASF ottimista

Monteiro, 24 anni, è cresciuto in Vallese da genitori capoverdiani. Possiede pure la cittadinanza portoghese, ma - appunto - non quella svizzera. Le procedure per la naturalizzazione del giocatore, tuttavia, sono state avviate solo ultimamente. A Euro 2024, però, mancano solo due mesi. E per ottenere il lasciapassare dalle autorità elvetiche si sta assistendo a una corsa contro il tempo. Come riferito ieri dal Blick, l’iter sarebbe in dirittura d’arrivo. Quattro tappe su cinque sono state portate a termine; rimane l’esame finale dei servizi comunali. «E ho sentito dire che, al più presto, sarà possibile svolgerlo a fine maggio, inizio giugno» ha spiegato Monteiro. Ebbene, Yakin annuncerà la rosa allargata per la rassegna continentale il 17 maggio. Nomi che diventeranno definitivi nei primi giorni di giugno. Ahia. Sì, siamo decisamente al limite. Contattata sempre dal Blick, l’ASF si è tuttavia dimostrata abbastanza fiduciosa. «Sin qui la procedura è avanzata a in modo celere, anche se spetterà alle autorità e non a noi determinare se sarà sufficiente per l’Euro» ha dichiarato il portavoce Adrian Arnold. Per poi aggiungere: «I segnali che abbiamo ricevuto sono positivi. Potremmo farcela». Qualora la Federazione fosse certa dell’ottenimento della cittadinanza svizzera, non verrebbero per altro imposte restrizioni a un’eventuale convocazione anticipata di Monteiro. E ciò, beninteso, a patto che il passaporto fisico sia in possesso del giocatore al momento di disputare match ufficiali con la Nazionale. L’ASF deve per contro chiarire se il requisito in questione valga altresì per le amichevoli contro Estonia e Austria, in programma il 4 e 8 giugno.

Interrogato il Consiglio federale

La naturalizzazione di Monteiro è solo l’ultima di una lunga lista. Non solo. Oggi i giocatori rossocrociati in possesso di due o più passaporti sono numerosi. Trent’anni fa, invece, costituivano l’eccezione. Un’eccezione oltretutto parecchio discussa. Ad aprire per certi versi la via, diventando l’unico giocatore naturalizzato a scendere in campo a USA ‘94, fu Nestor Subiat.

Nato in Argentina e poi trasferitosi in Francia con il papà calciatore, l’ex attaccante del Lugano ottenne la cittadinanza svizzera grazie alla moglie, cresciuta in Alsazia e però figlia di un originario di Spiez. Quanto basta per avviare le pratiche e, nel 1993, spingere l’allora ct Roy Hodgson a prenotare un posto in squadra per il bomber bianconero. «E da quel momento è possibile che a Spiez abbiano un po’ accelerato la procedura» ha ammesso Subiat in una recente intervista concessa a Le Temps.

Nestor Subiat, in un'amichevole tra Svizzera e Repubblica Ceca disputata nell'aprile del 1994. © KEYSTONE
Nestor Subiat, in un'amichevole tra Svizzera e Repubblica Ceca disputata nell'aprile del 1994. © KEYSTONE

Oggi se ne può parlare con leggerezza. Nell’autunno del 1993, invece, la questione sollevò non poche polemiche. E ciò anche alla luce della deroga speciale ricevuta dal giocatore per disputare una prima amichevole con la Svizzera B in Svezia. Per dire: il consigliere nazionale di Basilea Campagna Rudolf Keller - membro dei Democratici svizzeri, partito di destra - interrogò persino il Consiglio federale. «L’uguaglianza di fronte alle legge - citiamo dall’atto parlamentare - dovrebbe applicarsi anche alle naturalizzazioni. È vero che si è valutato di applicare, o è già stato applicato, un trattamento preferenziale per la domanda di naturalizzazione del calciatore N.S. del Lugano (...) a seguito delle pressioni esercitate dall’associazione sportiva, con il sostegno dei consiglieri federali?». Di più: Keller tirò in ballo pure l’attuale selezionatore Murat Yakin, a sua volta alle prese con la procedura. «E, al proposito, che cosa dire della domanda di naturalizzazione del brillante giocatore M.Y., domiciliato a Münchenstein?».

La lettera di Roy Hodgson

In un’intervista del 2021, avevamo sollecitato Yakin anche su questo tema. «Ci vollero comunque tre anni. E sì, Roy Hodgson si adoperò in prima persona per permettermi di vestire la maglia rossocrociata. Scrisse pure una lettera all’Ufficio federale di polizia» il ricordo dell’attuale commissario tecnico, ai tempi sostenuto quasi a pieni voti dall’assemblea comunale di Liestal ma infine scartato dal Mondiale del 1994. A rispondere a Keller, il 4 ottobre del 1993, ci pensò per altro il consigliere federale democentrista Adolf Ogi: «In casi eccezionali, soprattutto se vi è un notevole interesse pubblico, può accadere che le domande di naturalizzazione vengano esaminate più rapidamente. Anche in questi casi il presupposto è il soddisfacimento dei requisiti di naturalizzazione previsti dalla legge. Un tale interesse pubblico può anche essere ipotizzato nel caso di una domanda presentata da un atleta di alto livello che ha una ragionevole prospettiva di essere inserito nella squadra nazionale svizzera subito dopo la naturalizzazione. È il caso di Nestor Subiat, sposato con una donna svizzera, che ha ottenuto la naturalizzazione facilitata. Murat Yakin non si è invece sottoposto a un trattamento accelerato». Per Joël Monteiro, intanto, il tempo stringe.