«Polemiche e disoccupazione non intaccano l’ultimo ballo di CR7»

Oggi il Portogallo farà il suo esordio al Mondiale in Qatar contro il Ghana (gruppo H). In queste ore, però, la notizia più rilevante relativa alla compagine lusitana riguardava Cristiano Ronaldo, da martedì giocatore svincolato. Il biografo Luca Caioli ci aiuta a inquadrare il cinque volte Pallone d’oro dopo la separazione con il Manchester United.
Signor Caioli, lei ha scritto diverse biografie di importanti calciatori a livello mondiale, tra cui Cristiano Ronaldo. In questo momento di lui si sta parlando parecchio, a poche ore dal calcio d’inizio di Portogallo-Ghana. Alla luce dei recenti avvenimenti, come si starà avvicinando CR7, e di riflesso la sua Nazionale, all’esordio?
«Cristiano Ronaldo è stata la bandiera del Portogallo degli ultimi 15-20 anni. Il più grande capocannoniere nella storia dei lusitani. È vero che a volte può rivelarsi una figura un po’ ingombrante, soprattutto adesso che ha 37 anni e otto mesi. Ma va ricordato che questo è il suo ultimo ballo. Quindi, al di là di tutto, proverà ad avverare il suo sogno, così come farà Messi, ovvero vincere un Mondiale. La volta in cui ci andò più vicino fu nel 2006, da giovanissimo, quando il Portogallo raggiunse la semifinale (venendo poi sconfitto dalla Francia, ndr). Ronaldo ha già vinto un Europeo e una Nations League, ma gli manca appunto la grande consacrazione. In Qatar potrà provarci per l’ultima volta. Da lunedì è ormai disoccupato, e questo avrà sicuramente creato problemi, ma lo stesso Ronaldo ha ribadito in conferenza stampa che l’ambiente all’interno della squadra rimane sereno e tranquillo».
Qualche portoghese potrebbe però non aver particolarmente apprezzato il tempismo della separazione tra CR7 e lo United, storcendo il naso per i riflettori puntati su Ronaldo, invece che sull’esordio della Nazionale...
«Da quanto mi risulta la notizia ha avuto un’eco maggiore sulle testate inglesi, più che su quelle lusitane. I media portoghesi si sono sì concentrati sulla vicenda, ma hanno continuato a mantenere il focus sulla selezione di Fernando Santos, piuttosto che su Ronaldo. Sicuramente nello spogliatoio ci saranno tensioni. È un leader che sta affrontando il suo declino, alcune figure probabilmente lo ostacoleranno anche. Nel tempo, però, CR7 è riuscito a ricoprire una doppia funzione, oltre al protagonismo a volte un po’ esagerato, è stato anche capitano della squadra. Compito che ha sempre svolto con grande personalità, nonostante il suo fare a volte insopportabile, che aveva tra l’altro anche al Real Madrid».
Quale sarà ora il futuro di Cristiano Ronaldo?
«Le voci di mercato sono sempre le stesse. Si parla di Al-Nassr oppure del Newcastle. Il proprietario tra l’altro è lo stesso: Bin Salman, erede al trono dell’Arabia Saudita. Si parlava già l’anno scorso di un’offerta impressionante, sopra i 200 milioni, per due stagioni. Il problema è che la ricollocazione di un idolo come lui non è facile. I soldi in ballo sono tantissimi, certo, ma la sua idea è sempre stata quella di scegliere il calcio ad altissimi livelli per poter disputare i grandi tornei. Finora non ha infatti optato per il Giappone o l’Arabia Saudita come hanno fatto altri giocatori sul finire di carriera. Ecco perché il Newcastle sembra il più papabile».
Ha citato il Paese arabo, che lunedì è stato protagonista di una clamorosa vittoria ai danni dell’Argentina di Lionel Messi. Cosa può aver significato per Cristiano Ronaldo vedere la Pulce sconfitta all’esordio mondiale?
«Quella di lunedì è stata una giornata terribile per i due. Il rapporto tra questi campioni è decisamente cambiato rispetto al passato. Inizialmente Ronaldo non sopportava Messi. Il portoghese, infatti, vinse il suo primo Pallone d’Oro nel 2008, lasciando pensare a tutti che ne avrebbe conquistati molti altri negli anni seguenti. Poi però è arrivato Messi, che ai tempi Ronaldo chiamava “Il nano”, che vinse più Palloni d’Oro di lui. La loro rivalità è poi stata ulteriormente rafforzata dalla maglia che indossavano, uno quella del Barcellona e l’altro quella del Real Madrid. Due squadre storicamente rivali in Spagna. Inizialmente la concorrenza tra i due era altissima: chi segnava di più, chi vinceva di più... Col tempo, però, il loro è diventato un rapporto, se non di amicizia, perlomeno di rispetto. E questo grazie al figlio di Ronaldo, che in un paio di occasioni ha rotto il ghiaccio rivelandosi un grande tifoso di Messi».