Sci alpino

«Continuiamo a credere nella pista Gran Becca»

Anche quest’anno nemmeno una gara ha potuto aver luogo a Zermatt-Cervinia – Franz Julen però resta ottimista: «La FIS ci ha dato l’okay e ci sono contratti da rispettare»
Franz Julen, presidente del comitato organizzatore, è convinto che a Zermatt-Cervinia si possano in futuro proporre competizioni. © Keystone/Alessandro della Valle
Raffaele Soldati
20.11.2023 06:00

Tra lo scorso anno e questa stagione è l’ottava cancellazione consecutiva. La «Gran Becca», la pista con un panorama mozzafiato ai piedi del Cervino, intanto potrebbe essere ribattezzata «Gran Beffa». Di fatto, dopo le innumerevoli polemiche che hanno animato le località di Zermatt e Cervinia per le attività umane considerate «fuorilegge» - con tanto di ruspe fuori dalle zone delimitate durante la preparazione della pista - a reagire stavolta è stata la natura stessa. Presentata orgogliosamente come il nuovo fiore all’occhiello della Coppa del mondo, la pista della Gran Becca in realtà non ha mai visto la luce. Quattro cancellazioni nella scorsa stagione per mancanza di neve. E altrettanti annullamenti quest’anno, ma per troppa neve. Con l’aggiunta del forte vento. Davvero una gran beffa. Soprattutto per gli organizzatori, che si sono fatti in quattro per poter finalmente proporre almeno una competizione. Ma anche per gli atleti costretti a guardare. Nello scorso fine settimana, dopo l’annullamento di due allenamenti su tre, è toccato alle donne desistere. Tutto rimandato al 2024? Chissà. «Siamo molto dispiaciuti per l’annullamento delle gare sul Metterhorn. È stato fatto un grande lavoro tecnico ed organizzativo, riconosciuto da tutti, per il Cervino Speed Opening. Purtroppo questo lavoro si è però scontrato con le condizioni meteorologiche sfavorevoli. Questo sogno, questo progetto, di collaborazione transfrontaliera, unica nel panorama della Coppa del mondo, non si ferma qui».

I promotori non demordono

A giudicare dalle dichiarazioni dei promotori e della FIS,la speranza è l’ultima a morire. Franz Julen, presidente del comitato organizzativo, ha ribadito la sua tesi: «Malgrado un periodo prolungato di cattivo tempo, la pista era in buone condizioni. È dal 2018 che in novembre il tempo da queste parti tende al brutto. Normalmente, è vero, ci sono alti e bassi, ma anche finestre di bel tempo. Pertanto continuiamo a credere che qui si possa gareggiare anche in questo periodo dell’anno. Non abbandoneremo l’idea di poter proporre discese libere su questa pista. Siamo ancora pronti a prendere dei rischi. Anche da un punto di vista finanziario. Quando, nel marzo del 2022, la FIS, ci aveva dato l’okay per organizzare il Cervino Speed Opening, ci siamo impegnati per svolgere un lavoro serio. Si tratta di investimenti di diversi milioni». In effetti sono stati firmati contratti di 3/5 anni con diversi partner importanti. Secondo Julen, fino al 2026 si proverà dunque a realizzare il sogno. Poi si vedrà. Ma, forse, bisognerebbe anche iniziare a prendere in considerazione i suggerimenti di atleti o allenatori (tra questi l’airolese Mauro Pini, ndr) che si sono chiesti più volte se il periodo prescelto sia davvero quello giusto dal momento che in novembre, almeno negli ultimi anni, le condizioni atmosferiche a Zermatt e Cervinia sono più che imprevedibili. C’è da scommettere che presto si tornerà a parlare di calendari. E, magari, anche della possibilità di spostare le gare in altra data.

Tripletta austriaca

Sul piano sportivo, dopo tre gare femminili - il gigante di Sölden firmato da Lara Gut-Behrami e gli slalom a Levi vinti dalla slovacca Petra Vlhova e dalla statunitense Mikaela Shiffrin - è finalmente stata portata a termine anche una gara maschile tra le porte strette, quella che ha avuto luogo sabato sull’inedita pista di Gurgl. Ad imporsi in questa occasione sono stati gli austriaci. Per loro una bella tripletta in casa. Successo di Manuel Feller davanti a Marco Schwarz e Michael Matt. Quinto - miglior elvetico - Daniel Yule, preceduto dal britannico Dave Ryding. Poca gloria per gli altri elvetici. Loïc Meillard, 4. nella prima manche, è stato costretto al ritiro dopo aver inforcato nella seconda. Ramon Zenhäusern, 8. in mattinata, è scivolato in 22. posizione. Nei top 20 hanno concluso Marc Rochat, Tanguy Nef e Luca Aerni.