«Sotto l’albero di Natale avremo un nuovo presidente»

«Sotto l’albero di Natale avremo un nuovo presidente». Parola di Gianbattista Toma, direttore sportivo e presidente ad interim del Volley Lugano. Lunedì sera si è svolta l’assemblea ordinaria del club, ma per conoscere il nuovo «numero uno» della società – ruolo vacante dalle dimissioni di Paolo Bernasconi nello scorso febbraio – bisognerà pazientare: «A sceglierlo sarà il nuovo comitato, che ha accolto i due nuovi membri eletti ieri dall’assemblea: Piero Poli e Renzo Selber», ci spiega Toma.
Se a livello amministrativo tutto è sotto controllo, qualche interrogativo in più lo solleva l’andamento della prima squadra nella LNA femminile. Dopo tre sconfitte consecutive in trasferta, domenica le ragazze di Apostolos Oikonomou sono finalmente tornate al successo battendo 3-0 il Ginevra al Palamondo. Una bella boccata d’ossigeno, ma il bilancio di questo primo scorcio di campionato (7. posto su 10 con 11 punti in 8 partite) non è in linea con le ambizioni e con l’obiettivo del «top 4»: «Quando si riparte quasi da zero, come facciamo noi ogni anno, va messo in conto un periodo di adattamento», afferma il direttore sportivo. «Devo però ammettere che è stato un inizio più difficile del previsto».
Niente panico
Toma entra poi nel dettaglio: «Avendo ingaggiato quattro nuove ragazze americane uscite dal college, sapevamo che per trovare l’affiatamento ci sarebbe voluto del tempo. Dopo un debutto positivo sul campo delle campionesse del Neuchâtel (sconfitta al tie-break, ndr.) e un brutto esordio casalingo con il Cheseaux (altro k.o. per 2-3, ndr.), abbiamo battuto le ultime due della classifica, Academy Zurigo e Toggenburgo, ma in generale abbiamo faticato un po’. Aver affrontato tre avversarie di valore come Sciaffusa, Sm’Aesch Pfeffingen e Düdingen lontano dal Palamondo, una dietro l’altra, non ci ha aiutati. Detto questo, sono sereno e resto ottimista sulla nostra risalita».
Niente panico, insomma, in casa Lugano: «Non sono preoccupato – dice Toma –, perché le nostre giocatrici sono serie e lavorano sodo, sia in allenamento, sia in partita. Ci manca quel briciolo di esperienza in più. Lo dimostra il fatto che contro ogni squadra restiamo in partita fino al 21. punto, ma quando la palla scotta non abbiamo la furbizia necessaria. Purtroppo la nostra capitana e giocatrice più navigata, la portoghese Marta Santos Hurst, sta avendo qualche problema a carburare nel campionato svizzero. Sta svolgendo un enorme lavoro con le più giovani e siamo molto contenti della sua attitudine, però ci aspettiamo di più in attacco. Ma non stiamo affatto pensando a nuovi innesti».
Come accennato, ogni estate il Lugano cambia volto. «Sostituire due giocatrici titolari invece di cinque ci permetterebbe di avere più costanza tra una stagione e l’altra, ma dobbiamo fare di necessità virtù. È una peculiarità che durerà fino a quando non riusciremo ad avere una forza economica più vicina ai principali club della Svizzera interna, che operano in un contesto molto diverso da quello ticinese».
Il lavoro paga
«In un campionato a 10 squadre, in cui le migliori quattro giocano ad alto livello, basta sbagliare due o tre partite per trovarsi a rincorrere», aggiunge Gianbattista Toma. «Dal mio punto di vista, solo in due gare non siamo state all’altezza: nel citato debutto casalingo contro il Cheseaux e nella recente trasferta a Düdingen. Domenica abbiamo visto una bella reazione contro il Ginevra e personalmente resto ottimista. Sarà più importante essere in forma da gennaio in poi, quando entrerà nel vivo anche la Coppa Svizzera. Noi sappiamo che, alla lunga, il lavoro del nostro coach Apostolos Oikonomou paga sempre. Un discorso simile, improntato alla pazienza, lo facciamo anche per il nostro settore giovanile: stiamo faticando, ma abbiamo cambiato radicalmente metodologia di allenamento e abbiamo totale fiducia nell’operato del nuovo direttore tecnico e del nuovo primo allenatore. Le giovani sono un po’ in difficoltà, soprattutto in Prima Lega, ma sono sicuro che anche lì, con l’anno nuovo, raccoglieremo i frutti del grande lavoro che stiamo svolgendo».
