Formula Uno

Suzuka, il GP del destino

Il Circus fa tappa in Giappone, andiamo dunque a scoprire qualche caratteristica del suo tracciato, testimone dei record di Michael Schumacher e capace di incoronare 13 Mondiali
Il circuito di Suzuka, in Giappone, è entrato ufficialmente nel calendario della Formula Uno nel 1987. © Reuters/Antonin Vincent
Maddalena Buila
21.09.2023 06:00

Suzuka, un tracciato tecnico e di carattere. Archiviato il cemento cittadino di Singapore, la F1 torna in pista già questo weekend, con uno dei circuiti che più piace ai piloti, e che al contempo presenta alcune curiose peculiarità. Andiamo dunque alla scoperta della 17. tappa del Mondiale.

1) Ma perché lo si definisce il Gran Premio del destino?

La tappa giapponese è stata spesso protagonista dell’incoronazione matematica dei campioni del mondo. Da qui il soprannome che ultimamente si è appioppato al circuito di Suzuka. Nella terra del Sol levante, il titolo iridato è stato infatti confermato ben 13 volte (1976, ‘87-’91, ‘96, ‘98-2000, 2003, 2011 e 2022). Nessun altro tracciato può fregiarsi di detenere un simile record. Anche l’attuale campione del mondo in carica, l’olandese Max Verstappen, l’anno scorso ha posto la sua seconda firma consecutiva sul Mondiale di F1 al termine della gara nipponica. A questo giro, invece, il beniamino della Red Bull dovrà aspettare, in quanto, dopo il brutto weekend di Singapore, in Giappone non potrà raggiungere la certezza matematica di sigillare il personale tris iridato.

2) In Giappone si è sempre corso sulla pista di Suzuka?

Il Gran Premio del Giappone ha visto la luce a metà degli anni ‘70, ma solo nel 1987 è entrato in modo fisso nel calendario della F1. In tutti questi anni si è sempre svolto sulla pista di Suzuka, fatta eccezione per le edizioni del 2007 e 2008, quando si corse sul tracciato di Fuji. L’entrata tardiva nelle tappe ufficiali di F1 è dovuta al coinvolgimento di Honda nel Circus, cosa che spinse la Casa dell’Ala a investire nell’autodromo.

3) Chi pare apprezzare maggiormente le caratteristiche del circuito di Suzuka?

In quanto a costruttori è la scuderia della McLaren a detenere il record di successi, fissi a quota nove. Il pilota più vincente di sempre è invece Michael Schumacher, con i suoi 6 GP vinti in terra nipponica.

4) E con quali colori ha fatto scintille in Giappone il campione tedesco?

Premessa. Vi sono solo tre piloti che nella terra del Sol levante hanno vinto con due team diversi. Michael Schumacher appunto, con Benetton (1995) e Ferrari (1997, 2000-2002, 2004), Lewis Hamilton, con McLaren (2007) e Mercedes (2014, 20215, 20217, 2018), e Gerhard Berger, al volante di Ferrari (1987) e McLaren (1991). Va però ricordato che il pilota austriaco, nel 1991, vinse grazie a un ordine di scuderia. Ron Dennis domandò infatti a Ayrton Senna, fresco campione, di lasciar tagliare il traguardo per primo al compagno di scuderia.

5) Il circuito di Suzuka è mai stato testimone di una rimonta clamorosa come quelle a cui ci ha abituati Verstappen?

Assolutamente. La più iconica? Quella del 2005, quando Kimi Räikkönen partì dalla 17. posizione a causa delle qualifiche condizionate dal maltempo. In gara il finlandese della McLaren inscenò una rimonta strepitosa, raggiungendo al comando Giancarlo Fisichella e sorpassandolo all’ultimo giro, tagliando il traguardo davanti a tutti.

6) Ma i record di questo tracciato appartengono solo a Michael Schumacher?

Sì. Suo, lo abbiamo detto, il record delle vittorie a Suzuka (6). Come suo è anche il primato delle pole position, dove il tedesco domina incontrastato, essendo partito otto volte davanti a tutti. E sul fronte dei podi? Il leader è sempre lui, Schumacher, che ha occupato uno dei tre gradini del podio giapponese ben nove volte.

7) Le storie di Suzuka hanno sempre un lieto fine?

Sì e no. Nel 1987, al debutto nel calendario del Mondiale, Suzuka, come da sua fama, decise il Mondiale, ma già durante le prove libere del venerdì. Nigel Mansell andò infatti a sbattere, si ruppe la schiena e dovette saltare la gara. Nelson Piquet venne dunque automaticamente iridato.