Il caso

Gli Australian Open vietano le bandiere russe e bielorusse

Gli organizzatori hanno preso una decisione netta dopo che un tifoso, nel match che opponeva l'ucraina Baindl alla russa Rakhimova, ha esposto una bandiera della Federazione Russa
©LUKAS COCH
Red. Online
17.01.2023 11:10

Gli organizzatori degli Australian Open, uno dei tornei del Grande Slam, hanno vietato l’esposizione di bandiere russe e bielorusse durante la kermesse, una delle più importanti al mondo in ambito tennistico.

In un primo momento era stato consentito l’uso di qualsiasi bandiera, purché non creasse problemi o disagi allo svolgimento delle partite. Martedì, però, è arrivato – puntuale – il dietrofront degli organizzatori. E questo perché uno spettatore ha mostrato una bandiera russa durante l’incontro fra l’ucraina Kateryna Baindl e la russa Kamilla Rakhimova.

Alcuni tifosi ucraini presenti allo stadio, vedendo la bandiera, hanno chiamato la polizia e la sicurezza per segnalare una chiara ed evidente provocazione a Baindl. La partita si giocava su un campo secondario, trattandosi del primo turno; perciò, i tifosi erano piuttosto vicini al campo e alle giocatrici, perfettamente in grado di vedere qualsiasi dettaglio al di fuori del rettangolo di gioco.

Il tifoso russo ha negato di aver provocato o mancato di rispetto alla giocatrice, chiarendo che la bandiera gli serviva solo e soltanto per fare il tifo.

Baindl, alla fine, ha comunque vinto la sua partita. Agli Australian Open sono presenti diversi tennisti russi e bielorussi. Alcuni di loro sono considerati fra i migliori al mondo e tra i favoriti per arrivare fino in fondo. Come in molti altri sport, dall’inizio della guerra non giocano sotto la bandiera del proprio Paese mentre sui tabelloni e nelle grafiche televisive – accanto al loro nome – compare una bandiera neutrale e di colore bianco.

Wimbledon, un altro dei tornei del grande Slam, l’anno scorso aveva invece deciso di escludere del tutto tennisti russi e bielorussi. Una misura che si era estesa anche agli altri tornei britannici.