Tennis

«Siamo tutti un po’ stanchi ma adesso penso alla Davis»

Jannik Sinner è il punto di riferimento degli azzurri che potrebbero sfidare la Serbia di Djokovic in semifinale - Stefano Semeraro: «Prima bisogna battere i Paesi Bassi, che dispongono di grandi doppisti - All’Italia manca Fognini»
Jannik Sinner ha raggiunto la squadra azzurra a Malaga ed è pronto per la sfida dei quarti di finale , domani, contro i Paesi Bassi. ©EPA/Alessandro Di Marco
Raffaele Soldati
21.11.2023 23:30

«Grazie mille Torino, adesso si parte per la Coppa Davis». Questo è stato il saluto e al contempo il messaggio di Jannik Sinner, protagonista delle ATP Finals. Nella città della Mole aveva battuto per la prima volta Novak Djokovic, che per restare in corsa e raggiungere le semifinali aveva dovuto sperare nel massimo impegno dell’altoatesino contro il danese Holger Rune nell’ultima partita del Round Robin. Poi il numero 1 al mondo si è ritrovato nuovamente di fronte l’azzurro all’ultimo atto dove gli ha impedito di entrare in partita. Stefano Semeraro, da sempre grande ammiratore del nostro ex campione - ricordate il suo «Codice Federer? - si è vieppiù concentrato sui bravi giocatori italiani, da Matteo Berrettini al fenomeno Sinner. Intanto l’inviato de La Stampa», nonché direttore di «Tennis italiano» seguirà con curiosità questa edizione della Davis, ma anche con un velo di nostalgia. «Confermo quello che ho ripetuto più volte - ci ha detto prima di partire alla volta di Malaga - . Questo formato non mi convince . Preferivo di gran lunga la vecchia e storica Davis, che forse aveva bisogno solo di qualche aggiustamento per essere più attrattiva. Ahi me, l’hanno rovinata. E, a guardar bene, non hanno neppure raggiunto l’obiettivo di coinvolgere tutti i migliori giocatori del circuito. Giocano in Spagna senza gli iberici. Questa volta però gli è andata bene. Djokovic e Sinner difendono i colori di Serbia e Italia. E chissà che non si ritrovino di fronte sabato in semifinale».

Il doppio ago della bilancia?

Intanto gli azzurri dovranno superare i temibili Paesi Bassi, mentre i serbi se la vedranno con una compagine britannica priva di Murray, che si affida a Norrie e Draper nei singolari. «In Davis - prosegue Semeraro il doppio è spesso l’ago della bilancia. E purtroppo l’Italia, in questo momento, non ha un doppio di valore assoluto. La lite tra il capitano Volandri e Fognini, il nostro vero specialista di doppio, non si è placata. Temo che bisognerà chiedere gli straordinari a Sinner. Musetti non è in forma, Sonego alterna partite straordinarie a flop. Però ci sono anche Arnaldi e Bolelli. Staremo a vedere. Purtroppo non vedremo in campo Berrettini, che si è comunque candidato come primo tifoso e elemento collante del gruppo».

Battere gli olandesi per raggiungere le semifinali non sarà scontato. «Anzi - dice ancora Semeraro - I Paesi Bassi si presentano con singolaristi solidi (Griekspoor e Van de Zandschulp), ma anche con doppisti puri come Koolhof e Middelkoop o Rojer. Però è giusto essere ottimisti. Le parole di Jannik sono incoraggianti». L’altoatesino, che ha raggiunto la squadra a Malaga, è stato chiaro: «Siamo tutti un po’ stanchi, fisicamente e mentalmente. La stagione è stata lunga, ma ogni settimana è diversa. Mi sento pronto a competere. Abbiamo ancora un giorno per allenarci».

La rivista più antica

Con Sinner si può davvero sognare la Davis? «Preferisco la prudenza alla spacconeria. Però tutto è possibile. Intanto penso a questo anno importante per il tennis italiano. E, di riflesso, per la rivista che dirigo», conclude il nostro interlocutore. Una rivista che ha novantaquattro anni (la più antica al mondo del tennis) e che è stata rilanciata con una cadenza bimestrale grazie alle edizioni Fandango. Un formato arricchito di contenuti, spunti e firme prestigiose.